Alice mi ha lasciato a piedi. Peccato. Perché avevo il serbatoio pieno e tante cose da raccontare prendendovi per mano e accompagnandovi in questo viaggio per terre che non finirò mai di conoscere abbastanza. Per questo mi domando senza chiedere risposte: ma cosa ci vuole per prendere un allenatore? Alla Virtus e non a Pistoia. Dove magari sono finiti i soldi, ma non la passione. La verità è, come direbbe Ciccioblack Tranquillo che ne sa sempre una più di qualsiasi mortale, che a Bologna comandano sempre in troppi e Alessandro Dalla Salda, che pur è un numero 1, non può ascoltare tutti. In più, anche se sei volpe, non è detto che arrivi a pizzicare l’uva matura a meno che non ti abbassi a scendere in cantina e rispolveri la vecchia scala che non ha i gradini d’oro. E, se cerchi Andrea Trinchieri, devi sapere prima quanto vale, quanto costa e cosa vuole. Soprattutto se ti sei scelto come braccio destro il Marco Martelli (ex Banda Osiris) che conosce molto bene Gas Gas e con lui è andato parecchie volte a cena. Alice non è quella di De Gregori che guarda i gatti e i gatti guardano nel sole mentre il mondo sta girando senza fretta. Ma quella buona donna della Telecom che raggiungi solo col 187, ma che è più difficile da stanare di un ago in un pagliaio. Le mail le ricevo, ma non riesco ad inviarle: un bel problema. Soprattutto per me che sono della generazioni di quelli del “passami gli steno che devo dare un pezzo a braccio” e poi si fermavano a cena nell’osteria fuori porta o sui Navigli. Dove non eravamo tutti amici, ma ci univa la stessa passione per il terzo tempo del basket. Adesso invece hanno tutti fretta e scappano a casa magari per paura delle mogli e più ancora delle corna. Fingendo di non sapere che se una donna vuol farti becco non aspetta di certo la fine della partita, ma semmai il salto della palla a due. E così non prendetevela se ieri non ho scritto come vi avevo promesso di fare in ogni santo giorno di questi playoff incandescenti. Tanto più che Mamma Rosa è più lenta di me, che pure sono una lumaca, e c’impiega dalla 48 alle 72 ore per copiarmi addirittura i titoli. “Torino: Pozzecco in pole. Virtus: pista Banchi”. E persino il sommario: “Ramagli vicino a Pistoia. Fortitudo: arriva coach Martino”. E chi l’avrebbe mai detto? Alzo un dito: io. E, se non mi credete, andate pure a leggere il mio blog al quale tengo come a un figlio. O quasi. Come al solito esagerando. Bravi tutti e due. Milano e Trento, Nazareno Pianigiani e Fred Buscaglia. Per il primo tempo di gara-2 al Forum. Riconoscetelo e applauditeli senza vergognarvi. Anche se lo so che vi costa moltissimo. Perché vent’anni fa era tutta un’altra pallacanestro. E’ vero. C’erano altri giocatori e soprattutto altri padroni del vapore. E non c’era Papà Urbano che ora impera e ordina: “Sulla Gazzetta voglio solo Inter, Milan e Juve. E, già che ci siete, un po’ di Toro e Napoli. Il resto degli sport non m’interessa: o pagano o finiscono tra le brevi”. Ecco dei Cairo dovete aver paura e più ancora di quelli che di lui dicono: “E’ molto meglio di quanto si pensa in giro”. Ruffiani. Ma giratemi alla larga perché altrimenti vi prendo a calci sul sedere. Non ho visto Italia-Olanda e non credo d’aver perso niente. Ho visto Venezia-Palermo e mi sono addormentato. Per non dire di Cittadella-Frosinone. Eppure vado matto per il Citta più che per gli arancio-nero-verdi che di arancione (Mestrina) non hanno proprio più nulla. Mi spiace invece di perdere domani Trieste-Casale Monferrato, ma non posso essere oggi e lunedì ai piedi del Balon, sotto al Bondone, e nel bel mezzo fare un salto al PalaRubini. Mi chiedete troppo: in fondo non sono più un ragazzo. Però martedì sarò sul Golfo che luccica ed è un incanto. E col Boscia andrò a prendere l’aperitivo in Piazza Unità d’Italia prima della seconda finale dei playoff di A2. Ridete di me? Nessuno ve lo vieta. Ma se vi ricordo che il riso abbonda in ore stultorum, e così vi do degli scemi, non dovete arrabbiarvi perché ognuno può pensarla come vuole. Anche se della vostra democrazia ad un tanto al chilo non sappiamo più cosa farcene: almeno il Professor Tanjevic e il pennivendolo che poi sono io. Il quale, ve lo confesso, stanotte ha corso il rischio di morir dal caldo sentendo Tranquillo con il nonno di Heidi (Davide Pessina) che parlavano ansimando di cappotto: 4-0 per Golden State sui Cavaliers e terzo titolo in quattro anni per i guerrieri di San Francisco. Augurandomi che non sia cappotto anche tra l’Armani e la Dolomiti pur priva di un gioiello come Diego Flaccadori: altrimenti sul serio non stiamo più freschi. Piuttosto Ciccioblack ha rischiato d’essere ingabbiato per schiamazzi notturni perché negli Stati Uniti non è come in Italia dove puoi urlare sino all’alba e al massimo ti prendi i vaffa della mia Tigre che non lo può sentire neanche in pieno giorno. Poi per fortuna l’immenso Kevin Durant è stato premiato (nella foto, ndr) mvp dei playoff Nba al posto del suo pupillo Stephen Curry e il Signore della Banda Osiris si è acquietato prima di scoppiare quasi in lacrime. “Anche Coach Kerr sostiene che Curry è il miglior monaco buddista degli States” piagnucolava. Ed è qui che a me stavolta è venuto da ridere. Posso?