Virtus nel caos: ora è Lawson contro tutti gli italiani

olympia

Niente di nuovo nella calza. Soprattutto tanto carbone. Ma anche qualche cioccolatino nella come la 21esima tripla doppia in carriera di Draymond Green, a tre dal record di Magic Johnson: 17 punti, 14 rimbalzi e 10 assist. Per la vittoria, ottima e abbondante, 124-114, di Golden State a Houston. Rockets alla pari per tre quarti, poi due triple di fila di Klay Thompson (28, 6/9 da tre) e Stephen Curry, bene o male 29, che se la ride di gusto perché la Befana gli ha portato un paradenti al sapore di menta piperita. Mi domando come faranno i Warriors a non vincere il terzo titolo in quattro anni. E i bianconeri di Max Allegri il settimo in sette. Ma mi chiedo anche per quale ragione saltuariamente ascolto ancora Ciccioblack Tranquillo che da Capodanno ho iniziato a chiamare Ciccio dell’Oca. Così la Disney gli infila un enorme panino di gomma con la salsiccia tra i denti e lo fa stare zitto e buono per qualche ora. “Non c’è mai stato, credo, un giocatore tanto decisivo come Klay Thompson. Epperò si è calato assai bene all’interno di un contesto dove è evidentissimo che i giocatori più decisivi, nel senso comune del termine, sono altri due (forse Curry e Duran?, ndr) e forse ce ne è anche un terzo (Green?)”. Ma perché non parla come mangia e soprattutto non pensa a quel che dice? Michelino D’Antoni ha giustificato la battuta d’arresto dei suoi Rockets con la pesante assenza di James Harden seduto elegantissimo accanto a lui in panchina. Peccato che dall’altra parte mancasse anche Kevin Durant, che non è proprio l’ultimo della pista, e che magari senza quell’egoista di un barbone tra i piedi Houston è molto più dantoniana. Nel senso che è più svelta e imprevedibile in attacco: Eric Gordon addirittura 30, Gerald Green 29 e Chris Paul solo 28. Come ha fatto notare pure il Nonno di Heidi, al secolo Davide Pessina. Ottantasette punti in tre. E le difese? Non avete per favore una domanda di riserva? E comunque cambio discorso. Non c’è mai pace nella Segafredo: prima Guido Rosselli contro Alessandro Gentile, poi Kenny Lawson contro tutti gli italiani. Più di un buon caffè serve una bella tazza di camomilla. E non ditemi che sono balle. Altrimenti scendo nei dettagli. E sarebbe antipatico. Fatto sta che il californiano di Oceanside potrebbe essere ceduto. Come è successo per l’empolese che non ha dovuto neanche cambiar casa ed è rimasto a Bologna. Ora non so se anche Lawson voglia andare alla Fortitudo. Così nemmeno lui trasloca. Di sicuro la Virtus l’ha offerto a molti club di A1 e persino a quello che gioca con lo scudetto sul cuore. Ma francamente la Reyer, alla quale era stato proposto pure Julian Wright, poi rimasto a Reggio Emilia, non mi sembra che voglia cambiare l’assetto sotto canestro prima delle finali di Coppa Italia o dei playoff. Ieri, oggi, domani. Ieri l’Armani ha perso la battaglia navale sul Pireo come non era difficile immaginare. Oggi in serie A non si gioca e mi dovreste spiegare il motivo per cui non si è anticipata per la tivù almeno Cremona-Varese. Domani due partite su tutte: Torino-Brescia alle 17 su Eurosport e Sassari-Trento alle 18.15. Mentre mi è piaciuto sul serio Sacripantibus che è uscito coraggiosamente allo scoperto: “Sì, la Sidigas punta a vincere lo scudetto”. Staremo a vedere. Intanto l’Armani ha preso Mindaugas Kuzminskas (nella foto, ndr) che chissà quando mai imparerò a scriverlo. E io che mi lamentavo di Edi Dembinski. E presto acquisterà un’ala piccola più forte ancora e molto più costosa del lituano strappato ai Knicks. Ad Atene il severo Massimo Oriani nelle sue pagelle sulla Gazzetta ha salvato con il minimo della sufficienza Micov, Jerrells e Kuzminskas, ma solo perché era al debutto e va incoraggiato. E ha stroncato di netto M’Baye (voto 3: “impresentabile”), Theodore (3,5: “inutile”) e Goudelock (4: “un mistero”). Difatti M’Baye ha già fatto le valigie come Jefferson. Ha bocciato anche Kalnietis e Cusin con un generoso per la verità 4.5. E ha stroncato Pianigiani (pure 4 e mezzo) accostandolo al Repesa dell’anno passato, come neanche Massimo Pisa di Repubblica era sinora arrivato a tanto. Io invece non capisco perché Simone non incarta i quattro italiani e li spedisce a Giannino Petrucci. Così lo fa contento. Cinciarini due punti, Cusin neanche il ferro, Pascolo non entrato e Abass in campo per ben 86 secondi. Forse gli servono? Per l’EuroLega assolutamente non penso. Ma per vincere Coppa Italia e campionato potrebbero anche bastargli. O mi sbaglio?