E’ stata dura, molto dura, però alla fine ce l’ho fatta a vedere tutte e sei le sfide della prima giornata della nuova serie A senza lavagnette, microfoni spia e tappi di cera nelle orecchie per non sentire gente che urla sempre per niente. Due su Eurosport 2 la sera di sabato e l’altra ieri a mezzogiorno. Una su Raisport con Edi Dembiski, che, se dio vuole, ho finalmente imparato a scrivere, e il caro Alessandro De Pol che va matto per i cannoli siciliani di Capo d’Orlando: chi l’avrebbe mai detto? A me invece non piacciono perché hanno la ricotta. Tre su Eurosport player per solo 30 centesimi (d’euro) in tutto e una domanda: potrà permetterselo Gallo Danilo? Su, coraggio, facciamo una colletta e compriamogli l’abbonamento in offerta speciale a 29 euro e 90. Così potrà anche lui guardare sul pc l’Armani in EuroLega. Prostrato, fiacco, cotto, ma ora felice e persino gagliardo. Dopo averci dormito sopra una notte. E pronto a darvi tutte le risposte che volete. A naso. E a occhio e croce. Sveglio come un grillo e insopportabile come al solito. In verità potrei già mettere in fila indiana le sedici squadre della nostra massima serie, ma preferisco vedere alle 20.45 Avellino-Reggio Emilia e giovedì Orlandina-Pistoia. Ancora su Eurosport player. Così il quadro sarà completo e avrò le idee molto più chiare. Anche se nessuno mi potrà mai schiodare la Sidigas di Pino Sacripanti(bus) dal terzo posto in seconda fila. Dietro a Milano in pole position e a Venezia campione d’Italia che è più forte della passata stagione. Nemmeno nel caso in cui la Grissin Bon di capitan Cervi dovesse vincere stasera al PalaDelMauro, ma non credo. E difatti è stato 66-62 per i lupi affamati dell’Irpinia. Fresco invece starei se dovessi fidarmi dei consigli di Mamma Rosa e delle poche righe che i quotidiani politici elemosinano il lunedì alla pallacanestro: diciotto oggi il Corriere della sera, una quarantina La Stampa, per altro interamente dedicate alla Fiat, e zero a tutto tondo la Repubblica (risultati e classifica a parte). Scrive il giornale degli Agnelli che Torino dovrà abituarsi a vivere un’annata a contatto con le big. Sinceramente glielo auguro, ma non è che l’Auxilium a Brindisi mi abbia incantato. Semmai mi hanno fatto sorridere le dichiarazioni del post partita del figlio del presidente, il notaio Forni, che ormai parla come un head coach della Nba, pensa di saperne di basket persino più di Napoleone Brugnaro e di Ciccioblack Tranquillo, quindi è pronto per essere preso da Sky, però ugualmente non arrivo a capire come Luca Banchi, col caratterino che si ritrova, riesca sopportarlo. Staremo a vedere. Intanto scendo le scale della classifica di merito e al quarto posto, vi dico la verità, non saprei ancora chi scegliere tra Sassari, Reggio Emilia, Trento, Virtus Bologna e Torino. Forse proprio in questo ordine sparso. Onde per cui mi sono già fregato con le mie stesse mani perché ho già indicato le otto favorite dei playoff. Sei un libro aperto, mi ripete sempre la Tigre e stavolta mi tocca purtroppo darle ragione. Però non posso nemmeno negare che tra queste squadre e le altre otto non dico che vedo un muro che le divide, ma probabilmente un reticolato molto alto sul quale tenteranno d’arrampicarsi Brescia, Pistoia e Cremona. E forse pure Capo d’Orlando e Brindisi. Restano Varese, Cantù e Pesaro. E non aggiungo altro: insomma ci siamo capiti. Alla prima la Reyer mi è sembrata addirittura più disinvolta dell’EA7 e più forte, lo confermo, dell’anno passato. Perché non ha mai avuto un playmaker come Dominique Johnson (nella foto, ndr) l’unico talento che possedeva Artiglio Caja a Varese e che Federico Casarin, pesciolino tricolore dall’occhio lungo, gli ha facilmente strappato dalle mani. Lasciandolo in braghe di tela. Perché Ray Ban De Raffaele ha imparato da Simone Pianigiani a piangere un po’, ma anche meglio di lui sa mescolare le carte in tavola e ruotare gli uomini di una panchina che non ha mai avuto così lunga e qualitativamente così pregevole. Perché Milano vincerà anche i prossimi tre scudetti, ma Venezia gli renderà comunque la vita sempre molto complicata. E non esagero. Anche se mi piace eccedere e provocare. Quanto a Varese, non mi nascondo dietro un dito: mi ha fatto contro i campioni d’Italia una gran brutta impressione. Peggio di Pesaro che ha regalato nel finale di partita la vittoria a Brescia. Del resto la Openjobmetis e la Vuelle, che non è uno sponsor, sono i club con i budget più bassi della serie A e non è difficile accorgersene. Però a Caja un playmaker più prolifico di Wells, ieri lo zero assoluto (0/6), e un pivot più offensivo di Cain (0/5) glieli avrebbero anche potuti comprare. Ma Artiglio è bravo. A me lo dite? E si salverà. Ne sono straconvinto. A patto che la società e i tifosi capiscano in fretta che non sarà facile quest’anno mettere la Var davanti a Pesaro e soprattutto a Cantù in classifica.