La pioggia ha aspettato che se ne andassero via tutti. O quasi. Anche quelli che nel garage della villa a Cortina hanno quattro Ferrari. Una rossa, una gialla e una nera. E una fumé. Magari per non dare troppo nell’occhio e salvare la privacy. A cui tengono più di qualsiasi altra cosa sulla terra. Specie nei confronti dell’ufficio delle imposte. Acqua a scrosci nella notte, neve in alta quota, ma nessuna bomba e per fortuna nessuna frana. E al mattino una coltre di nuvole basse sotto la quale pigracchia ancora il bosco dopo giorni e giorni di un clima folle. Tredici gradi, nemmeno, al dodicesimo rintocco dell’orologio del campanile. Da oggi si fa come dico io. Avevo promesso ieri. Ma come? Già, come? Intanto volto pagina e leggo che è stata l’estate più calda della storia d’Italia. Seconda solo a quella del 2003. Il Po ha dimezzato la sua portata acquea alla foce. I ghiacciai delle nostre Alpi hanno perso due metri di spessore. In fiamme un’area pari a sei volte l’isola d’Elba. La siccità ha picchiato duro. In diverse località della Sicilia non piove da inizio aprile. Dal primo di settembre si cambia e, per essere di parola, all’edicola in paese non ho comprato quattro giornali come d’abitudine, ma cinque aggiungendo il Corriere della sera a Repubblica, la Stampa e la Gazzetta di Mamma Rosa e Papà Urbano. Oltre ovviamente al Gazzettino dell’Anonimo veneziano di cui mi divertono le capriole che fa ogni giorno con la pallacanestro reyerina e a volte pure con la lingua italiana. Tanto più che il quotidiano del Trombone, nemmeno lontano parente di Fausto Papetti, il sassofonista di Scandalo al sole, costa 30 centesimi meno della Stampa e ben 80 di Repubblica con il Venerdì, l’inserto nel quale l’europarlamentare Curzio Maltese ha perso tutto il suo smalto e pure il posto fisso. A cui non si rinuncia mai. Per nessuna ragione al mondo. Anche se ti danno del comunista che predica bene e razzola male. Come gli avrebbe dovuto aver insegnato Checco Zalone in Quo vado, il film più visto di sempre pure su Sky. Adesso però ve lo devo confessare: avevo soprattutto nostalgia del Buongiorno di Massimo Gramellini e dopo pranzo infatti mi sono bevuto con lui un Caffè mentre scappava anche a me la pipì e sono stato tentato di farla nel bosco sotto la pioggia e sotto l’ombrello. Ma poi ho appreso dalla Gramella che due sciagurati giovanotti delle Cinque Terre sono stati sorpresi in piena notte dalle solerti forze dell’ordine “nell’atto d’estrarre l’arma d’ordinanza per liberare in mare le eccedenze liquide della giornata” e si sono “giustamente” beccati tremilatrecento euro d’ammenda cadauno. E ho preferito farmela addosso. Fischiettando come un bimbo sotto gli occhi esterrefatti di uno scoiattolino di passaggio. Nel dubbio per la verità anche chiedendomi: mi potrebbero lo stesso dare la multa? Non credo, ma ripensandoci forse: il dibattito è aperto.