Nessuno lo dice che Milano è caduta al Forum con l’Olympiacos e a Istanbul con l’Efes magari perché le squadre greche e turche hanno un peso politico e quindi arbitrale maggiore del suo. Sia mai. Tutti preferiscono pensare che l’Armani ha perso le ultime due partite d’EuroLega perché ha gestito da cani il finale di partita o perché il Livi(d)o Proli ha di nuovo comprato male al mercato del basket nonostante avesse un gruzzolo di 25 milioni, euro più euro meno, da spendere o, se preferite, da buttare. Le parole che non ti ho detto è un film del 1999 tratto dall’omonimo romanzo di Nicholas Sparks. Con Kevin Costner, Robin Wright e Paul Newman. Il film a me è piaciuto molto. Forse perché in fondo sono un sentimentale. E comunque questo è per me oggi lo spunto per dirvi delle cose che nessuno vi ha mai detto. Nonostante tutto il mondo della pallacanestro le sappia e le conosca benissimo. Per esempio che Filippo Baldi Rossi, presentato oggi a Bologna e domenica in campo contro la Vanoli di MaraMeo Sacchetti, che non l’ha nemmeno preso in considerazione nelle ultime convocazioni azzurre, è il quinto giocatore della Virtus che è sotto l’ala protettiva di Riccardo Sbezzi. Gli altri quattro sono i fratelli Gentile, Aradori e Ndoja. E quindi se qualcuno vi domanda chi detta legge nella Segafredo di Massimo Zanetti potreste rispondere il presidente Albertone Bucci o il general manager Luca Baraldi o il diesse Julio Trovato, ma sareste completamente fuori pista. Anche perché Baraldi, braccio destro di Zanetti, ne capisce di basket come il sottoscritto d’economia politica. Non credo invece che sbagliereste di molto se buttaste lì il nome del mio caro Gabibbo di Ragusa con lo zainetto in spalla che ne sa una più del diavolo e che il mestiere l’ha imparato dall’indimenticabile Alì Babà Celada. Da cosa nasce cosa. E quindi nessuno vi ha neanche detto che Bracco Baldi Rossi se ne è andato da Trento perché ormai era una palla al piede della Dolomiti e ai ferri corti con Fred Buscaglia. Il quale del resto ha fatto l’anno scorso i miracoli senza di lui tra i piedi nei playoff. Con una squadra che andava a mille all’ora e che non poteva in questa stagione snaturarsi per aspettare che il 2 e 07 di Vignola stesse al passo di Toto Forray, Betinho Gomes e Diego Flaccadori. Di qui Salvatore Trainotti, uno dei migliori giemme d’Italia, pare non abbia alcuna intenzione di guardarsi intorno e di comprare in fretta il sostituto di Baldi Rossi. Nessuno vi racconta nemmeno che a Torino non sono tutte rose e fiori. Anche se la Fiat di Luca Banchi ha gli stessi punti in classifica di Milano e Avellino. Sasha Vujacic, tanto per non far nomi, quando infatti ha saputo che Lamar Patterson guadagna un po’ più di lui, ha tirato i remi in barca, non si allena al cento da oltre una settimana, ha un terribile fastidio al gomito destro e non si sa ancora se sarà della partita domenica a Pistoia. Che poi il fuoriclasse sloveno non abbia mai avuto un gran feeling con i giocatori a stelle e a strisce, soprattutto di colore, è una cosa che vi può benissimo confermare anche il custode del Taliercio o dei Los Angeles Lakers. Né nessuno si è sognato di dirvi neanche per sbaglio che lo stipendio di Alessandro Gentile alle vu nere lo paga in larga parte ancora Milano: c’è chi sostiene addirittura all’ottanta per cento, ma non ci voglio e non ci posso credere. Tornando all’Armani, magari ve lo spiegherà domani su Repubblica la Torre di Pisa, che non pende di certo dalla parte di Simone Pianigiani, che l’EA7 o AX o come cavolo la volete chiamare, avendo perso sette partite su dieci, cioè ad un terzo del suo faticoso cammino in EuroLega, ora deve vincerne come minimo tredici delle prossime venti se vuole avere ancora qualche chance d’accedere ai playoff. Campa cavallo. Così come nessuno vi dice che fanno ridere i controlli che hanno fatto quelli della Federazione sui conti di Cantù quando lo sa il mondo intero che la società di Gerasimenko, dove Irina si sta separando da Dmitrij, è travolta da una montagna di debiti e che non ha ancora fatto una busta paga dall’inizio del campionato. Ma Giannino Petrucci la vuole salvare e, se è contento lui, perché dovrei essere arrabbiato io? O vogliamo parlare del buy out da ventimila euro che la Segafredo pretende d’avere per la cessione di Guido Rosselli alla sorella Fortitudo? Ecco, magari ne riparliamo domani. Se non vi dispiace. Prima ovviamente di Avellino-Venezia che non mi sembra un anticipo del sabato sera da perdere. Con Marquez Green con la maglia della Reyer e lo scudetto sul cuore.