Tutti al mare. A mostrar le chiappe chiare. E di basket non se ne parla. Almeno sino al 21 luglio. Quando a Milano si radunerà la nazionale che se ne andrà poi qualche giorno in montagna sull’altipiano di Folgaria, Lavarone e Luserna. Così, citando tutti e tre i gli ospitali comuni trentini, non ho fatto un torto a nessuno. I playoff sono stati carini da matti, ma anche stressanti da morire. Soprattutto per Ettore Messina. Che non ha voluto perdersi una sola partita di finale. Altrimenti Giannino Petrucci si sarebbe con lui arrabbiato. Come già fece due anni fa con Simone Pianigiani. Che ieri era a Milano e sul calar della sera ha firmato un triennale con l’Olimpia di Giorgio Armani. Come puntualmente, e nei minimi particolari, vi racconterà domani sulla Gazzetta l’ArLecchino di Proli. Auguri. O, meglio, in bocca al lupo. Crepi. Chi? Il lupo. Cosa avevate capito? Pensate sempre male. E comunque il Pisa di Repubblica mi faccia un favore: non se la prenda con l’ex cittì di Siena e della Lupa se il presidente dell’EA7 regala ogni volta le primizie a Mamma Rosa e lui si becca sistematicamente un buco. Tanto che al giornale ormai tutti lo chiamano Gruviera. Perché posso anche capire che tra toscani non ci si possa vedere, ma neanche Pisa può scrivere che Pianigiani “non ha ottenuto brillanti risultati a Gerusalemme” perché è una grossa bugia. Per la quale si è fatto solo ridere dietro. Con l’Hapoel infatti il mio Nazareno avrebbe anche centrato la tripletta se, tra i successi in coppa e il titolo d’Israele, non avesse perso nella semifinale d’EuroCup la bella delle belle in trasferta con i neo campioni di Spagna del Valencia di Pedro Martinez. Però vi stavo parlando d’un’altra cosa. Ora ricordo: dicevo che Ettore Messina si è meritato un supplemento d’almeno tre settimane di vacanza in California o anche, se vuole, in Sicilia, dove è nato, dopo che ha dovuto fare i salti mortali per essere presente ogni due giorni a Venezia e a Trento. Avanti e indietro. Con quel caldo. Per ben sei volte di fila. Ma ne è valsa comunque la pena perché con i suoi occhi si è potuto finalmente rendere conto che, oltre a Stefano Tonut, anche Ariel Filloy e Diego Flaccadori erano e sono da nazionale come gli andavo raccomandando da mesi, ma di me ovviamente non si fidava. E neanche mi pare di Roberto Brunamonti. Però Ettore è fatto così: vuol sempre toccare con mano ed è in questo anche molto peggio di San Tommaso. A patto che nessuno per carità se ne abbia a male. Io no di sicuro. Difatti volto subito pagina e nemmeno mi metto a discutere con Mamma Rosa quali saranno i dodici azzurri che il cittì di Catania porterà agli Europei che inizieranno (per noi) a Tel Aviv il 31 agosto e finiranno (con noi?) a Istanbul il 17 settembre. Che cade di domenica e per fortuna non di venerdì. Piuttosto faccio un tuffo nel mercato come Walter De Raffaele venerdì in Canal Grande. Davanti a Ca’ d’oro. Solo un tocio e senza bagnarci i capelli. L’estate è appena iniziata e avremo tutto il tempo che vogliamo per fare un lungo bagno insieme anche a Livorno. Intanto Federico Casarin, che non è più il mio Pesciolino rosso, ma bianco rosso e verde, si è già reso conto che il bello, dopo lo scudetto, doveva ancora venire. Dal momento che i suoi campioni, a parte capitan Ress, che ha un altro anno di contratto, e MarQuez Haynes, che ha firmato il rinnovo prima dei playoff, hanno chiesto un sostanzioso aumento di stipendio. Altrimenti toglieranno il disturbo e s’accaseranno altrove. E, quando dico tutti, non escludo proprio nessuno. Neanche Super Ray Ban che per ora è d’accordo sulla parola di prolungare per altri due campionati, però dal dire al fare – è risaputo – c’è sempre di mezzo il mare. Di sicuro è quasi certo che se ne andranno Ejim e Stone per motivi diversi, ma adesso non chiedetemi quali. Ora vi devo svelare la splendida idea che è venuta al diesse di Trento e della quale ancora nessuno vi ha parlato. Salvatore Trainotti ha bussato alla porta di Riccardino Sbezzi, del quale è amico fraterno, e all’agente di Alessandro Gentile ha chiesto notizie del suo protetto. Che ha un altro anno di contratto con l’Armani, è vero, ma per la separazione consensuale è solo questione di giorni. Se non di ore. Come pure per l’accordo sul prezzo del sanguinoso divorzio. Tanto alla Virtus di Bologna gioca già Stefano e potrebbe finirci pure Pietro il Grande Aradori che non è proprio entusiasta d’andare a Torino. Mentre Daniel Hackett si è promesso al Bamberg di Gas Gas Trinchieri. Insomma se saranno rose presto fioriranno. Però l’Alessandro che ritrova serenità a Trento con Fred Buscaglia mi sembra una soluzione sul serio eccellente e non da escludere così su due piedi.