Tiri mancini: Del Piero, Bologna e Empoli non gradiscono

DEL PIERO

Stavolta non ho proprio capito Max Allegri. Il che non mi succedeva da un bel pezzo. Forse da tre anni. O anche quattro. Però se voleva perdere a Ferrara, come mi sembra ormai appurato, tanto valeva che oggi contro la Spal avesse mandato in campo la Juventus under 23 di Mauro Zironelli, ex allenatore del Mestre, che disputa il campionato di serie C (girone A) senza infamia e senza lode. E’ infatti dodicesima in classifica, esclusa dai playoff ma salva dai playout. E che comunque ha già incassato la bellezza di diciotto sconfitte in 34 partite. Come il Frosinone e il Chievo. Insomma una garanzia d’insuccesso contro gli estensi di Leo Semplici. Invece, dopo che Kean ha deviato in rete un rasoterra maldestro di Cancelo, Allegri ha rischiato sul serio di vincere al Paolo Mazza e di dover festeggiare contro voglia il suo quinto scudetto consecutivo 400 chilometri lontano dall’Allianz Arena e soprattutto a tre giorni dal ritorno di Champions con l’Ajax. E così ha cambiato in corsa e corretto la Juve con la consueta bravura: fuori Kean, che avrebbe potuto firmare una doppietta, e dentro Mavididi che nessuno prima di questo pomeriggio sapeva che si chiamasse Stephy. Nonostante Marotta e Paratici la scorsa estate abbiano scucito ben due milioni di euro all’Arsenal per irrobustire proprio l’attacco dell’under 23 bianconera nella quale l’inglese ha segnato però appena sei reti. E comunque Max si è presentato ai microfoni di Sky a fine partita più raggiante di quando la Juve ha eliminato l’Atletico Madrid. Felice come una Pasqua, è il caso di dire, ha distribuito carezze persino a Dybala. Che sicuramente non giocherà contro l’Ajax. E a Cuadrado che ha riproposto dopo quattro mesi e mezzo a centrocampo, ma che non è nemmeno nella lista Champions. Meno male: altrimenti come avrebbe potuto martedì sera lasciar fuori il suo Mandzukic che non sta neanche in piedi? No, caro il mio Acciuga, così non si fa. Perché capisco tutto. Nessun infortunio e nessuna festa tricolore. Come ti auguravi. Ma l’Empoli e il Bologna un tiro mancino del genere da te francamente non se lo aspettavano e nemmeno se lo sarebbero meritato in una corsa alla salvezza adesso falsata dall’insperato successo della Spal sulle riserve delle riserve dei campioni d’Italia e dal turnover più clamoroso della storia del calcio bianconero. Al contrario nello studio di Sky c’era un Alex Del Piero che non vedevo così arrabbiato da un sacco di tempo. L’avevano del resto escluso dalla formazione titolare del primo scudetto del Conte Antonio preferendogli Alessandro Matri (10 gol nel 2011-12) e Infradito Vucinic (9) e lui se l’è presa a male. “Era proprio necessario di mettermi anche qui in panchina? Pensavo d’essere in famiglia”. In effetti Del Piero in quel campionato giocò dal primo minuto solo cinque partite realizzando tre reti, una in meno anche di Fabio Quagliarella, ma ricordarglielo è stato come riaprirgli una vecchia ferita. E neanche questo in casa Agnelli è stato oggi molto bello. Anche se è stato divertente come da Marco Cattaneo a Paolo Condò si sono subito affrettati a precisare che quella formazione sulla lavagna non l’avevano fatta loro e men che meno Lele Adani. Tanto che pareva d’essere non più nella tivù di Murdoch ma all’asilo Mariuccia. Doveva nessuno aveva messo le dita nella Nutella, ma intanto il barattolo della maestra era ormai vuoto e Antonio, futuro allenatore dell’Inter ad un milione al mese, aveva la bocca tutta sporca di cioccolata. Con i baffi. E ancora tutti i capelli in testa. Canaglia di un Parrucchino. A proposito di tiri mancini (e poco sportivi) la caduta (anche di stile) della Juve a Ferrara ha creato senz’altro il panico nelle redazioni sportivi dei giornali che avevano già preparato i pagelloni per lo scudetto della Signora numero trentasette. O trentacinque. Non lo so più: ho perso il conto. Penso 37, ma potrei sempre anche sbagliarmi. Di sicuro sono tutti rubati perché lo dice Aurelio De Laurentiis che è una gran bella persona con le chiome che ogni mattina s’impomata con la lingua di una mucca della Val di Sole e con una crema ai quattro formaggi trentini. A meno che domani il Napoli non faccia apposta un bello scherzo alla Rubentus e pareggi a Verona con il Chievo. Costringendo così i bianconeri ad una festa già spostata a sabato santo. Sarebbe molto spassoso, ma i napoletani sanno essere ancora simpatici come ai tempi di Ruud Krol e Maradona? Non credo.