Giocherà Gigi Buffon contro la Costa Rica? No, non credo e me ne dispiace. Sirigu che sussurra ai cavalli non è male, ma mi fa paura nelle uscite a vanvera. E poi perché lo domandate a me? Chiedetelo alla Pupa del portiere che ne sa, forse, anche una più di Prandelli. Piuttosto chissà cosa pagherebbe Ilaria per essere pure lei in Brasile con le altre mogli, morose e compagne degli azzurri? A chi lo dice? Del Brasile ho ricordi stupendi, ma la Tigre non mi ci lascia più tornare. Già me l’ha permesso una volta. Ai Mondiali del 90 di pallavolo con l’Italia del magnifico Julio Velasco che vinse il titolo al Maracanazinho per la prima volta nella storia. Ma da allora ne pago ancora le conseguenze. Breve pausa e lungo respiro: fatemi un’altra domanda per favore. Punteresti cento euro sull’Italia campione del mondo per vincerne mille e duecento? Proprio non ci penso. Non l’ho fatto la settimana scorsa quando gli azzurri erano dati a 20 contro uno, perché dovrei giocarla adesso che è a 12? Sarei un fesso. E comunque non può la vittoria anche se meritata con l’Inghilterra farmi cambiare nel giro di poche ore improvvisamente parere. Siamo in palla: questo è vero. Corriamo a mille e ruminiamo un tiki-taka niente male da far invidia persino agli spagnoli. M’illumino d’immenso ogni volta in cui Pirlo tocca palla. Giacchetta non sarà tatticamente un fulmine di guerra, né mi piace quando manda baci alla sua donna come Balotelli a Fanny, ma il gruppo lo sa tenere in pugno e motivare forse anche meglio di Lippi, Ancelotti o Capello. Quasi come il Conte Antonio. Ma la difesa a quattro non mi esalta anche se farà fuori Paletta e rimetterà Chiellini nel mezzo. E poi la penso senza far fatica come Gianni Mura che ieri si è chiesto: e se l’Italia che rinuncia al catenaccio e al contropiede avesse perso con gli inglesi? Elementare, Watson: sarebbe stato in fretta e furia allestito un patibolo sulla pubblica piazza per l’eretico Prandelli. C’è da giurarlo. Siamo italiani e per questo a volte mi cambierei con i brasiliani che non sono banderuole come noi e poi ciascuno ha sette donne da scegliere che tradirebbe tutte insieme senza farsene un problema. Pensate che scherzi? Assolutamente no. Penso di conoscere quel Paese anche meglio di Grillo che, se ricordate, nel 1984 fece un varietà televisivo di sei puntate al giovedì sera dal titolo “Te lo do io il Brasile”. A quei tempi il comico genovese mi piaceva da morire, adesso francamente molto meno: ora mi fa solo ridere. Così come non sopporto più che si chiamino wags le donne degli azzurri. E’ così bello chiamarle morose, ma anche fidanzate, compagne, tigri e persino pupe. Sarei invece pronto ad accettare scommesse sul Brasile che non vincerà il suo Mondiale de la bola. Avesse Buffon, Pirlo e Balotelli magari. O anche Cassano. O soltanto una Pulce. Invece si crede forte con Julio Cesar, Hernanes, Hulk, Fred, Marcelo, Ficarra e Picone. E prenderà un granchio clamoroso.