Stop alla F.1, Nba e EuroLega, in quarantena pure l’Armani

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Assolutamente non credo d’essere più sveglio e svelto di altri. Anzi. Sono più fermo di una Balilla o di Adrien Rabiot, il gioiello di Fabio Paratici, che al massimo va a due cilindri, consuma una cifra e corre sulle uova con le ruote sgonfie e forse quadrate. Resta però il fatto che mi vengono spesso tutti dietro e magari anche nel senso che vi piacerebbe, ma intanto mi diverto, ciao mamma, guarda come mi diverto, e voi malignate pure finché volete. Per esempio ieri mi domandavo come fosse possibile che Austria e Slovenia chiudono le frontiere, la Spagna e la Francia cancellano i voli con l’Italia e nessuno invece si sogna di fermare le Coppe europee di calcio e di basket. Detto e fatto, stamattina Jorge Bertomeu si è finalmente convinto che era il caso di sospendere da domani le sue competizioni, EuroLega e EuroCup, perché forse gli è entrato nella zucca che questo maledetto Coronavirus, diventato nel frattempo una pandemia globale, non è proprio solo un semplice raffreddore che colpisce i vecchietti come me che non si coprono a dovere quando d’inverno stiamo seduti sulle panchine dei giardini pubblici a guardare i cigni reali che navigano altezzosi nel laghetto. Ora non so se il commissioner catalano abbia preso questa decisione quando ha saputo che Trey Thompkins, il 33 del Real Madrid, era risultato positivo al Covid-19. Così come non sono tanto sicuro che esistano ancora i giardinetti pubblici con i bambini che giocano a nascondino, i laghetti azzurri e i cigni bianchi (nella foto) che poi non sono così buoni come sembrano. Io infatti ne conosco un paio che mordono più di Belpietro e Sallusti quando abbaiano in televisione contro il governo del Conte Giuseppe che proprio non lo digeriscono per partito preso. Gode Save Conte invece. E comunque adesso non ho nessuna intenzione di parlare solo di pallacanestro e men che meno di Bertomeu, messo in croce giusto oggi sulla Gazzetta (ufficiale?) da Giannino Petrucci, o della quarantena di cinque giorni alla quale dovrà sottoporsi l’Armani di Ettore Messi(n)a dopo che il 3 marzo al Forum ha affrontato i blancos dei lunghi Tavares e Thompkins che ovviamente l’hanno legnata di brutto. Vi ho premesso infatti che cercherò di farvi compagnia all’ora del tè con il mio Scacciapensieri quotidiano e mi pare d’esser stato di parola. Anche se la tentazione è forte di confessarvi che questo Bertomeu non è sotto sotto una cima come invece sostengono quei poveracci della scassatissima Banda Osiris. Disperatamente impegnati nel pomeriggio dal dissuadere il loro grande capo, augh, Ciccioblack Tranquillo dal buttarsi giù dal Pont de Ferr sui Navigli ora che per un po’ di tempo pure la Nba ha chiuso il suo circo e nemmeno con la mascherina potrà mettere il naso nello spogliatoio delle scarpette rosse in isolamento. E’ finita la stagione dello sci con la Coppa del Mondo vinta da Federica Brignone che, per dirla tutta, non mi è stata mai molto simpatica, però devo dire che è stata brava, tosta e caparbia come non era sua mamma Ninna Quario che andava forte solo tra le porte strette. Non partirà nemmeno la Formula 1 domenica da Melbourne: è stato infatti cancellato il Gran Premio d’Australia dopo che Lewis Hamilton aveva alzato la voce: “Money is the king”. E ho dovuto disturbare Ciccioblack per la traduzione. “Il denaro è re”. Grazie mille. Ce l’aveva con la Fia. “La Nba viene sospesa, mentre la F.1 va avanti nonostante la positività al coronavirus di un membro della McLaren”. E l’hanno ascoltato. Forse perché è campione del mondo da tre anni di fila e cinque volte negli ultimi sei. Chiude l’Italia. E’ finita la bella époque come dicono a Milano e a Sky Sport. Dove il Covid-19 ha contagiato un giornalista e tutta la redazione è stata messa in quarantena. Ieri sera del resto è saltato in aria il salotto di Ilaria D’Amico che aveva passato il fine settimana coi figli Pietro e Leopoldo Mattia a Cortina prima che ieri chiudessero definitivamente tutti gli impianti di risalita. Insomma resistono solo le coppe europee di calcio. Ma ancora per quanto? Che bello è quando lo stadio è pieno, canta sempre Jovanotti. E’ vero, Liverpool-Atletico Madrid 2-3 ai supplementari è stato in effetti uno spettacolo, ma francamente mi ha fatto paura tutta quella gente a Anfield Road stipata come sardine in scatola. Ha chiuso persino Porta a Porta e ci sta. Provando a scherzarci un po’. L’ha presa male invece Bruno Vespa che il 4 marzo ha ospitato Nicola Zingaretti: anche lo capisco, ma piangerci sopra mi è parso comunque esagerato. Ai tempi del coronavirus bisogna che tutti rinunciamo a qualcosa. E che Dio salvi Conte. L’ha scritto Francesco Merlo nel suo pungente e squisito Cucù su Repubblica. “Pensate se Salvini fosse ancora al governo. Immaginatelo vestito da dottore, entra e bacia crocifissi, chiude il Parlamento, arresta untori, manganella carcerati, la ruspa come vaccino, un selfie nudo con pupa e mascherina, tamponi agli immigrati in una speciale zona nera. E’ dura dirlo: God Save Conte”. Perché è dura dirlo? A me e a Marco Travaglio riesce invece oggi facile. Speriamo di non rovinare adesso questo patrimonio di credibilità che ci stiamo guadagnando a livello mondiale che ci fa sentire tutti orgogliosi. Ha confessato il direttore del Fatto nel salotto di Lilli Gruber forse persino troppo di sinistra per i suoi gusti. Aggiungendo: “Devo dire la verità: sono orgoglioso d’essere governato da una persona e da un insieme di persone con la testa sul collo”. A domani. Che vi racconto delle ultime imprese del Generale Zaia che ieri l’ha sparata – spero – più grossa della pappagorgia di Tranquillo. “Rispettate le regole o il Veneto avrà due milioni di contagiati”. Più o meno uno su due. O, meglio, tutti quelli che l’hanno votato. E io no di certo.