Non so se tra vent’anni sarò ancora vivo. Magari solo per vedere quale fine avrà fatto la Confraternità dell’Osiris, ex Banda, che per la verità sta già perdendo i pezzi per strada e tira a campare disperatamente aggrappandosi al suo nuovo mostro: Matteo Mammì, nipote di Oscar l’ex ministro, e non credo serva aggiungere altro. Di sicuro nel 2036 Giannino Petrucci, che pure è un po’ più vecchio di me, sarà ancora presidente della federbasket e, se non della pallacanestro, del tiro alla fune o dello sputo più lontano. Così come è pacifico che tra un ventennio Ciccioblack Tranquillo – scommettiamo? – non ci avrà ancora comunicato dove ha preso il nero oltre che dal Montepaschi di Siena. E comunque, se ha un vuoto di memoria, stia sereno: prima o poi lo aiuterò io a ricordare dove, come e quando in passato ha di nuovo scioccamente peccato. Oggi no. Oggi, mi spiace per lui, ma ho ben altro da fare. Per esempio rispondere ad un amico che insistentemente mi domanda perché ce l’ho tanto con Giannino e con Ciccioblack. Ora, a parte il fatto che non è proprio così, ma nessuno mi crede, e fate magari anche bene, devo confessare che questo mio blog satirico, o presunto tale, non avrebbe alcuna ragione d’esistere senza di loro e senza la loro contagiosa antipatia. Difatti il primo rinunci alla poltrona del potere federale, alla quale si farebbe incatenare purché non gliela portino via, e si sieda su una bella sedia a dondolo con il plaid sulle ginocchia e i nipotini intorno. E il secondo la smetta di spiegarci il basket in quella trasmissione che non vedono nemmeno i suoi parenti più stretti, a parte quei cinquemila scarsi tra fanatici sbarbatelli e rincoglioniti matusa, irriducibili seguaci e poveri cretinetti. E anch’io la mollerò col mio tormentone che non perdona nulla né a Giannino, né a Ciccioblack: lo giuro e non sarò spergiuro come Silvio Berlusconi che promise sulla Bibbia, e sui suoi figli, di non aver mai allungato le mani in vita sua sul sedere di una verginella. In verità non rischio assolutamente nulla. E così tra vent’anni saremmo ancora tutti e tre qui a raccontarcela. Nel frattempo Napoleone Brugnaro sarà diventato presidente della repubblica con Matteo Mammì capo del governo e Andrea Bassani della Lega. Quella della Carroccio, è ovvio. Perché quella del basket se la scorda. Mentre la raccomandatissima, quanto splendida e intrigante, Diletta Leotta avrà sposato il nipote dell’Oscar che fece la famosa legge Mammì, spartiacque tra tivù pubbliche e private, e finalmente avrà fatto le scarpe a Ilaria D’Amico su Sky la domenica pomeriggio. La strana coppia invece non cambierà mai. Anche se si abbracciano in pubblico e si detestano in privato. Del resto può esistere un solo padreterno nel nostro pianeta della palla del cestino. E né il sindaco di San Felice Circeo, né il pupillo del superdirettore galattico di Sky, per l’appunto Matteo Mammì, manco si sogna di poter essere il secondo dell’altro. Se invece, più curiosi delle scimmie, volete anche sapere chi tra i due butterei per primo giù dalla torre, ve lo dico subito e senza tentennamenti: Ciccioblack Tranquillo. Perché in fondo Giannino Petrucci non è più gustoso di uno stecchino di Mottarello senza gelato, ma eccezionalmente può anche capitare che si sciolga e, pur continuando a darmi del “bastardo”, riesca anche a farmi sorridere. Come l’altro giorno quando mi hanno raccontato come chiama il presidente della Lega e di Brindisi: Fernando SottoMarino. Non male. E difatti d’ora in avanti, e prima che Giannino depositi il copyright presso un notaio, lo chiamerò così anch’io. Dunque SottoMarino va in giro da un pezzo confessando che si candiderà nelle prossime elezioni di sindaco a Brindisi. Ora, a parte il fatto che di Napoleone Brugnaro in Italia ce n’è uno e tutti gli altri son nessuno, bisogna anche che, per quanto trasversale tu sia, qualche partito, di destra o di sinistra, anche ti appoggi nella corsa alla poltrona di primo cittadino. Ebbene non mi risulta che ancora nessuno a Brindisi, nemmeno una lista civica, si sia fatto decisamente avanti per sostenerlo a spada tratta. Insomma tutti (a parole) lo vogliono, ma nessuno ancora se lo piglia. E allora SottoMarino si sta già guardando attorno per capire se a giugno lo rieleggeranno almeno presidente della Legabasket. La qual cosa mi sembra anche qui poco probabile. Soprattutto alla luce degli ultimi chiari di luna e di quel contratto, da lui firmato con la Fiba, senza uno specifico mandato dei club di serie A, che ha mandato in bestia persino un personaggio che non si scompone mai come il Pesciolino rosso. Al secolo Federico Casarin, il mio caro presidente della Reyer che da domenica siede in panchina accanto a Walter De Raffaele e lo consiglia, a quanto pare, per il meglio.