Mi è toccato sentire anche questa su Sky: “Milano deve trovare l’antidoto per fermare l’inerzia della sua partita”. Fermare l’inerzia? Come no? E allora io spezzo un’arancia in favore della Rai. Ero rimasto infatti alla “perfetta parità” di Maurizio Fanelli e non pensavo che si potesse far molto meglio nel mondo delle nostre televisioni. L’importante è comunque che prima o poi il telecronista della Rai almeno mi spieghi quando una parità nel suo basket, e nel suo lessico calcistico, è invece imperfetta. Sono proprio curioso di saperlo. Intanto gli consiglio di tenersi ben stretto l’inviso Stefano Michelini che venderà (o vendeva) anche gelati a Bologna, ma conosce l’italiano e la pallacanestro come nemmeno Fanelli e Dembinsky, o come cavolo si scrive, riusciranno mai in coppia a masticare nemmeno dopo cinquant’anni di corsi accelerati di grammatica, congiuntivi e passing game all’università dei fuori-corso. Se invece Hugo Sconochini, riparlando d’inerzia, si riferiva all’abulia che prende, attanaglia e spesso paralizza l’Armani in EuroLega, vedi gli spaventosi rovesci con una squadra russa, di cui ho di nuovo scordato il nome, e con l’Olympiacos ad Atene, posso anche essere parzialmente d’accordo con l’ex Fiorello dei parquet: in effetti nemmeno le cannonate riuscirebbero a smuovere Milano da quella svogliatissima inerzia che molto somiglia alle sabbie mobili. Il campione olimpico ad Atene 2004 – non dimentichiamocelo – è però argentino. Della provincia di Santa Fe. E dunque va perdonato. Anche perché parla senz’altro meglio la nostra lingua d’Altafini e Causio, brutalmente trombati da Sky, ma anche di Beppe Bergomi e Daniele Adani strappati dalla campagna e travestiti da laureati. Cambiamo in fretta discorso. Altrimenti m’arrabbio e il cardiologo mi ha detto che non mi farebbe proprio bene un terzo coccolone. Ho letto da qualche parte che il basket ha fatto il record stagionale d’ascolti su Raisport per la partita-clou tra Venezia e Sassari del 4 gennaio. Per forza, ho pensato tra me e me: quella domenica il calcio di serie A ma anche di B e C era ancora in vacanza. Bene: finalmente la Lega di Marino ne ha indovinata una di giusta. Ma quanti erano – mi sono subito chiesto curioso – gli aficionados di basket davanti ai teleschermi? E sono corso ad informarmi col cuore in gola. Un milione? O forse anche due come quando corre Valentino Rossi? No, molti meno. Cinquecentomila? Magari. E allora? Appena 154.868 contatti medi. E mi sono cadute le braccia. A dimostrazione che la pallacanestro in Italia non la guarda più nessuno fuori dal nostro orticello. O quasi. E comunque è meno seguita delle radio clandestine durante la seconda guerra mondiale. Con i nazisti sotto casa. Del resto li avete visti i top 10 scelti da BasketNet per il 2015? Mio figlio ne ha riconosciuti a stento due. Giovanni Malagò, forse perché è riuscito nell’impresa d’avere due gemelli (da Lucrezia Lante della Rovere) come suo padre (dalla Tigre) e come Coniglietto Tranquillo. E Giannino Petrucci perché è nella pallacanestro dalla terza guerra punica o, forse, più probabilmente dalla prima. In verità neanch’io so chi siano la metà degli altri otto volti più celebri del nostro basket nel cestino. Né voglio sapere quanti spettatori ha fatto in tivù quella pagliacciata dell’All Star Game di Verona, sostenuta dalla Gazzetta, con il Poz che si mette prima in mutande e poi se le tira giù sotto le ginocchia. Mi dicono che al massimo l’hanno vista Rocco e i suoi fratelli. Che per fortuna erano cinque. Come le dita di una mano. Compreso Rocco che nel film di Luchino Visconti era interpretato da Alain Delon. Mentre ai nostri giorni Rocco è Siffredi che va all’Isola dei famosi con Catherine Spaak, l’ex di Balotelli, la figlia di Caniggia e Patrizio Oliva. Dio mio come siamo caduti in basso. Difatti i vertici della Lega, nostalgici dei giornalisti ultras che urlano più di quelli della Curva sud, vorrebbero dal prossimo ottobre dare un calcio alla Rai e tornare a Sky che adesso si chiama Fox Sports 2 e piace soprattutto a Milano e ai suoi fans. Sinora infatti l’EA7 in Eurolega ha perso la bellezza di otto partite su quattordici, ma ogni volta, a sentire Tom e Jerry De Rosa, “uscendo a testa alta dal match”. Meno male. Peccato che nel frattempo Obradovic abbia battuto tre volte su tre Banchi e anche l’Armani stia uscendo dall’Europa già alle Top 16. E non di certo a testa alta.