Sabato Cantù, domenica Pesaro: dovevano essere le due Cenerentola della serie A assieme a Varese e invece nel week-end si sono tolte gli stracci di dosso e pure qualche soddisfazione non da poco. La bella brianzola ha strapazzato la squadra del cittì della nazionale rifilandole 82 punti nei primi tre quarti e poi tirando a campare. Mentre l’orgogliosa Vuelle ha messo a nudo la fragilità in difesa di una Reggio Emilia che un Dallas Moore da favola ha sbriciolato come un grissino. Dallas Moore ha appena 22 anni, viene dalla University of North Florida e non so quanto guadagni, ma di sicuro molto meno di tanti nostri giovanotti che si credono principi azzurri e sarebbero invece solo da prendere a pedate sul sedere. E non ce l’ho, sia chiaro, visto che parlavo della Grissin Bon, con Federico Mussini, che è un ragazzo d’oro. Però al prossimo che mi racconta che gli hanno fatto bene i due anni di college negli Stati Uniti d’America lo mando subito in mona. Anche se si chiama Dan Peterson. Piuttosto le sorprese della seconda di campionato sarebbero potute anche esser state tre se Artiglio Caja solo avesse uno spicchio del proverbiale gran culo che tutti riconoscono a Cenerentola. “Abbiamo fatto troppo bene per rammaricarci d’aver perso d’un punto al Forum”, ha sospirato l’amico pavese al termine del match con l’Armani. E non posso dargli torto. Però adesso mi aiuti lui a risolvere il quiz: chi retrocede quest’anno in A2 se Cantù ha riempito di ceffoni la Cremona di MaraMeo Sacchetti con gli Eagles che la contestavano fuori dal PalaDesio, se Pesaro è volata molto più alta dell’ambiziosa reggiana toccando quota 102 con cinque giocatori in doppia cifra e sette in tutto e se Varese, che è la squadra di minor talento del campionato, ha avuto nella mani di Nicola Natali, il figlio del mitico Gino, la tripla del sorpasso che avrebbe mandato in crisi la Milano di Simone Pianigiani a quattro giorni dal proibitivo esordio d’EuroLega a Mosca? I nomi delle squadre io più non li faccio perché sarei anche stufo di sbagliare i pronostici e d’essere spernacchiato in giro per il Paese dei balocchi dove tutti sanno tutto dopo e mai niente prima. Forse Capo d’Orlando? Mi limito a chiedere pensando al Patata e al PalaFracchia dentro al quale la bocciofila dei pensionati si vergognerebbe d’organizzare il suo torneo sociale, ma anche all’88-52 che la presuntuosa Betaland si è beccata ieri tra i denti dalla Virtus di Alessandro Gentile e Pietro Aradori, 35 punti in due. Mi vorrei sbagliare, ma anche Brindisi non mi pare nulla di speciale. Vedremo stasera a Pistoia. Però di qui a dire che lotterà per la salvezza mi sembra un po’ esagerato. E quindi? Preferisco continuare a pensare che la Red October non sia l’ultima della pista e che abbia anzi in mano carte migliori di quelle della Vuelle e della Openjobmetis. Per esempio Culpepper, Chappell e Burns. Che non sono proprio scartine. Ma il problema è un altro e, tanto per parlarci chiaro, è che non abbia i soldi per finire il campionato. Anche perché non so dove Dmitrij Gerasimenko si sia cacciato, e nemmeno m’interessa saperlo, ma posso dirvi per certo che fa sempre tutto di testa sua e cambia idea almeno una decina di volte al giorno quando non ha la luna di traverso. In Italia ha lasciato la povera moglie, Irina, che non sa più che pesci pigliare con i tifosi furiosi e gli ultras scatenati che non hanno mezza voglia di scherzare. E pareva essersi messo nelle mani del buon Toni Cappellari che gli ha già tolto una montagna di castagne dal fuoco. E invece a metà settimana si è svegliato di soprassalto e ha chiamato in conference call Frank Vitucci, di ritorno da un breve viaggio in Cina, e gli ha proposto d’allenare la squadra di cui Bolshakov non voleva più saperne. Ma prima ancora d’avere una risposta dal mio compaesano, che probabilmente avrebbe comunque cortesemente rifiutato l’incarico, il boss di tutte le Russie ha deciso tra giovedì e venerdì di promuovere a capo coach di Cantù quel Marco Sodini, già vice di Re Carlo Recalcati, del quale non sembrava avere una grandissima considerazione. Tranne poi magari cambiarla ieri dopo la sonante vittoria di sabato con la Vanoli. Insomma chi ci capisce qualcosa è bravo. Però, se anche non ce la fate, pazienza: riuscirete a sopravvivere ugualmente. Come il grande Frank con un gomito scassato per via di una caduta da cavallo. Pardon, da un ponte. Tra calli e campielli. Dove tornerò domani per parlarvi della Reyer. Che affronterà in Champions il Banvit al Taliercio. Dopo che ieri ha battuto Trento di un puntucino. O forse è il caso di pensare che la partita l’abbia persa Dominique Sutton? Di sicuro i più scandalosi sono stati gli arbitri. Di cui mi piace ricordare i nomi: Saverio Lanzarini, Benlamino Manuel Attaro e Guido Federico Di Francesco. Uno peggio dell’altro.