Forse siete un po’ distratti. Anche se le feste di fine e inizio anno sono fatte apposta per questo. Però lo stesso dovreste aver notato che dal 28 dicembre scrivo di palla nel cestino tutti i santi giorni. Pure a costo di far mezzanotte con un raffreddore bestiale. Onde per cui potete pensarla su di me come volete, anche il peggio del peggio, ma, se dite che le mie sono promesse da marinaio, giuro che vi lego alla sedia e vi sparo in faccia tutte le repliche su Sky delle partite della nazionale di Ettore Messina con il commento sempre molto equilibrato di Ciccioblack Tranquillo. Al quale pure auguro un bel 2018 perché lo devo onestamente ammettere: senza di lui questo blog sarebbe già da un pezzo sprofondato nella noia più tremenda. Però neanche vi posso continuare a torturare con Cicciobello che, da quando la tivù di Murdoch è passata alla Disney, mi ha scongiurato di non chiamarlo più Ciccoblack. E potrei anche accontentarlo se non fossi sicuro che il nomignolo che gli ho trovato gli potrebbe piacere ancora meno. Lo potrei infatti chiamare Ciccio dell’Oca o, se preferisce, in inglese Gus Goose. Che è un personaggio dalle rotonde fattezze della banda dei paperi proprio di Disney. Figlio di Luca Dell’Oca e di Fanny Coot. Ma forse è meglio di no. Anche perché Tranquillo non mi sta passando un gran bel periodo. Massacrato negli ascolti di basket persino da Eurosport e divorato dall’invidia per i successi di Federico Buffa, al quale Sky ha addirittura dedicato un canale, il 205 HD della piattaforma, “Buffa Racconta”, avrebbe anche pensato di dare le dimissioni, ma la sua seconda moglie l’ha subito dissuaso: A fine gennaio compi 56 anni. Non ti manca molto alla pensione . E poi chi vuoi che ti prenda? “Potrei andare benissimo a San Antonio, in Texas, a fare l’assistente di Messina per gli Spurs”. Ma se nemmeno Ettore sa se lo tengono ancora o se presto il geloso Pop gli darà un calcio sul sedere. “Potrebbe comunque fare il capo allenatore in un’altra squadra della Nba”. Questa storia la sta raccontando in giro ormai da quattro anni. “Ma allora non l’hai letta oggi la sua intervista alla Gazzetta?”. Sì, ma alla quinta riga ho cominciato a sbadigliare e all’ottava ho preso sonno: la solita acqua fresca. “Non è vero. Dice per esempio che è un punto di partenza sbagliato pensare a cosa scegliere di fare prima d’avere delle offerte”. Difatti di solito così parla un precario in cerca di un altro lavoro. E comunque tienti stretto Sky e non rompere. “Cosa?”. I timpani. “Guarda che mi metto a urlare”. E dove sarebbe la novità? E’ da quando sei nato che strilli. Al punto che nessuna più ti bada. A parte So-na-lagna Soragna e Paperoga Crespi. Che con il barbone somiglia a Ezechiele Lupo o a Lupo Ezechiele. E’ lo stesso. Come Giovanni Bruno o Bruno Giovanni. Domani gioca l’Olimpia al Pireo con l’Olympiacos e così alla stessa ora della partita potrei anche andare al cinema: fanno “Come un gatto in tangenziale”. Sperando che non sia pure nero. Con Paola Cortellesi e Antonio Albanese. Potrebbe essere un’idea. O mi vedo Fiorentina-Inter? No, grazie: preferisco comunque l’Armani di Cinciarini e Pascolo con la novità Kuzminskas. Che ieri è atterrato da New York a Milano ed è già ripartito oggi per Atene. Dopo essersi incontrato con Kalnietis ed essere girato alla larga da Gudaitis, l’altro compaesano, che era influenzato. Intanto Walter Ego Mazzarri ha preso il posto di Sinisa Mihajlovic sulla panchina del Toro e sono proprio curioso di vedere se qualche giornalista di Mamma Rosa e Papà Urbano troverà il coraggio di scrivere che Cairo ha fatto una grossa stupidaggine e che Trento, da quando ha rifilato Baldi Rossi alla Virtus, ha fatto solo un affare andando a vincere tra campionato e EuroCup nove partite di fila. Ieri sera senza Dominique Sutton addirittura 83-72 con il Cedevita rimontando dal 27-42. Mentre Varese si è liberata del fannullone Damian Hollis e l’ha sostituito con Siim-Sander Vene, il lungo estone che a Reggio Emilia non ha avuto fortuna (micro frattura ad un piede). A domani. Quando vi parlerò di una letteraccia molto personale che Giannino Petrucci ha inviato ad Egidio Bianchi e che ha già fatto il giro d’Italia. Sperando che almeno stavolta l’Innominato della Lega venga allo scoperto e gli risponda per le rime.