Senza far tante storie l’Armani può battere questo Bayern

comanche

A domanda rispose: “Milano tra le prime otto? Il mio euro non ce lo metto”. E magari anche c’indovina, ma a maggior ragione il suo miagolio stavolta non mi è piaciuto. D’accordo, l’EuroLega è una brutta gatta da pelare e conquistare i playoff diventa un’impresa se sul più bello la spia della benzina segna rosso e soprattutto se hai fuori gioco Nedovic e Tarczewki. Però sarò anche l’ultimo dei comanche, ma non avrei concesso nessun alibi ai miei guerrieri (nella foto, ndr) e anzi, al posto di Simone Pianigiani, grande capo, dopo aver ottenuto in qualche modo il successo la settimana scorsa con il Buducnost di Cinghialone Repesa, li avrei comunque scatenati all’assalto dei visi pallidi. Giocandomi le ultime frecce che mi sono rimaste nell’arco e puntando non un euro, ma tutto quello che ho in tasca sul buon esito finale della battaglia. Che è dura da morire, ma non impossibile. Con la vittoria di ieri sera al Forum il Barcellona di Heurtel e Hanga, più che di Pesic e Singleton, ha messo in cassaforte il sesto posto dietro a Fenerbahce, Real, Cska, Efes e Olympiacos che ormai non sono più nel mirino dell’Armani. Ammesso e non concesso che lo siano mai state. Restano così ancora due visti per passare la prima frontiera dell’Eurolega. Milano è oggi come oggi settima con sette vinte e otto perse assieme al Panathinaikos, che ha però battuto ad Atene, e al Bayern dal quale le ha prese già in casa (78-80) e col quale giocherà domani sera a Monaco. Adesso vi diranno anche che mancano pur sempre tredici turni al termine della regular season e che quindi ne possono ancora succedere di tutti i colori. Non è vero o, meglio, non ci sono tanti discorsi da fare: l’Armani deve battere i tedeschi di Dejan Radonjic altrimenti sono dolori. Difatti i playoff si conquistano minimo con 30 punti e all’Olimpia ne mancherebbero 14 da racimolare nelle ultime dodici giornate. Troppi. Perdendo cioè solo cinque partite e dovendo ancora affrontare le prime cinque in classifica. Tutti questi calcoli mi hanno riempito la crapa di numeri come nelle estrazioni del Lotto e allora, prima che mi venga il mal di testa, il Nazareno mi dia retta: carichi domani a mille la sua squadra o, se preferisce continuare a mettere le mani avanti, i resti della sua truppa, perché il Bayern non è più forte del Panathinaikos e quindi si può comunque castigare con James, Jerrells, Micov, Kuzminskas e Gudaitis. Insomma non la si faccia più grande di quella che è e soprattutto Simone non ripeta più quel ha detto ieri sera dopo l’85-90 coi blu-grana: “Abbiamo speso tantissimo per alzare l’asticella e così temo che ci siamo spremuti un po’ troppo. Anche se stiamo facendo una stagione ben al di sopra delle attese”. Ed è qui che si sbaglia: perché Proli si attende di giocare i playoff d’EuroLega, mentre i suoi amici della Banda Osiris è proprio qui che lo stanno aspettando al varco agitando il vessillo di Daniele Baiesi (numero di tessera 035) che ha secondo loro inventato il basket in Germania e secondo lui, diesse del bavaresi, è assolutamente certo. Le scarpette rosse mi hanno preso la mano e dunque dei casini che sta combinando Luca Baraldi alla Virtus di Bologna nemmeno oggi ve ne parlo. Caso mai domani o dopo. Non c’è fretta. E state tranquilli che nulla mi scapperà ad ogni modo dalla zucca. Tanto più che neanche voglio pensare cosa potrebbe succedere a Basket City se domenica sera le vu nere dovessero rientrare a casa esclusi dalle final eight fiorentine di Coppa Italia perché sconfitti dalla Varese di Artiglio Caja che ha pur sempre Tambone, Natali e Iannuzzi oltre al quintetto dei cinque magnifici stranieri che guadagnano, se tutto va bene, un quarto di quel che prendono Martin, Punter, Aradori, M’Baye e Qvale. Dimenticando Taylor e Kravic e scordandosi che alla Sidigas saranno tolti punti di penalità in classifica. Mentre da Torino e Cantù arrivano segnali poco incoraggianti sul futuro delle due società. Sperando che le cordate dei capitolini e degli abruzzesi non si stiano sfilacciando giorno dopo giorno. E temendo per i miei gusti che le trattative stiano andando un po’ troppo per le lunghe.