Non ho la vocazione del missionario, né la verità in tasca o il tempo da perdere per tentare (invano) di convincere qualcuno che sta sbagliando. Però lo Scacciapensieri è una creatura solo mia. Che mi tengo ben stretta e guai a chi prova a toccarmela. Così sono fatto. Non vi piace come la penso, pazienza: saprò farmene prima o poi una ragione. Mi spingo a volte forse troppo a sinistra? E’ vero pure questo, non lo nascondo, ma più m’allontano dai fascisti e dai salvinisti e più mi sento meglio: libero come l’aria e bello come il sole e come un tempo. Sono juventino nel Dna sino al midollo. Mescolo la politica allo sport come una scarpa e uno zoccolo. Nel canestro con la retina infilo disinvolto una mazza da golf o una racchetta da tennis. A tal proposito avete letto ieri l’articolo di Gianni Clerici su Wimbledon che chiude dopo 74 anni? Nooo. Con tre “o” di stupore: non sapete quello che vi siete perso. Salto allegro dallo sci al calcio o da palo in frasca con la leggerezza di un ippopotamo nella vasca da bagno o di un elefante in un campo di fragole. Adoro i minestroni e sbrodolarmi addosso. E vi racconto, chiuso tra queste quattro mura domestiche, la prima cosa che mi viene in mente per evadere da quella che per me non è comunque una prigione, ma un giardino dei ricordi da scegliere di fiore in fiore. Chi me lo impedisce? Non certo Ciccioblack Tranquillo o Aurelio De Laurentiis, lo Zio sceso sulla terra per dirci che siamo tutti delle merde. Stasera per esempio vi consiglio dopo cena di sintonizzarvi sulla Nove e di buttare poi via il telecomando. Alle 20.30 c’è Deal With it – Stai al gioco condotto dal simpatico Gabriele Corsi, un giochino molto più divertente dei Soliti Idioti dell’insopportabile Amadeus. A seguire Fratelli di Crozza – Il meglio di quando si stava meglio. Lui sempre il numero 1 anche riciclato cento volte. Tale e quale al Berlusca e a Littorio Feltri. Sino a confondere il vero dal falso. E infine, alle 22.45, l’unico talk show politico che si può vedere oltre a Otto e mezzo di Lilli Gruber che ho comunque già provveduto a registrarmi: Accordi & Disaccordi, il programma di Andrea Scanzi e Luca Sommi con la partecipazione di Marco Travaglio. E qui, lo ammetto, gioco in casa e vinco facile. Due fuoriclasse, Scanzi e Travaglio, e una buona spalla. Mercoledì sera in diretta c’era anche il presidente del consiglio e Carlo Verdone. Uno meglio dell’altro. Il Conte Giuseppe o Giuseppi continua a guadagnare punti agli occhi miei e consensi persino dai populisti di destra se proprio non sono orbi e ignoranti. Parla bene senza mai alzare i toni. Risponde pacato a tutte le domande accuratamente evitando, anche se incalzato da Andrea o provocato dal Cazzaro Verde, di cadere nella polemica. Per rispetto, se non altro, dei 69 medici e i 23 infermieri morti dall’inizio di questa tragedia. E’ sincero anche quando si commuove o quando dice: “Il mio mestiere è l’avvocato e tornerò a farlo il giorno in cui avrò esaurito il mio compito d’altri tre anni a Palazzo Chigi. Non è questa la poltrona alla quale più tengo”. Quando è salito al Colle non gli davo un soldo bucato. Adesso lo ringrazio invece d’essermi sbagliato e di poter adesso ammettere il mio errore come in politica non fa mai nessuno. Men che meno io che sono un manicheo convinto. Una cosa per me è bianca o è nera. E’ la Juve o è l’Inter. E’ di sinistra o di destra. Conte è invece bianconero e non sbanda da nessuna parte. Cerca solo di fare il bene di un’Italia che con lui è tornata ad essere un faro nel mondo. Pur in un mare di lacrime come di questi tempi impestati dal coronavirus. Così come oggi non mi vergogno a confessare che lo stimo moltissimo. Stasera ospiti di Scanzi e Sommi saranno Antonio Padellaro, l’ex direttore del Fatto, e Giancarlo Magalli che pure è una persona di buon senso. Oggi l’ho fatta più breve del solito perché è così che oggi mi va. Posso? Sì, certamente, visto che non ho padroni e neanche sponsor. Però non prima di capire chi Sky si crede mai d’essere. Dazn ha deciso di regalare un mese d’abbonamento ai suoi abbonati e in edizione straordinaria Diletta Leotta, che è sempre un bel vedere, anche se fatta e rifatta: intervista i campioni del calcio in video-chiamata ed è sempre molto spigliata. Sky invece ci fa sapere, bontà sua, d’aver annullato il previsto aumento del canone. Ma è matta? O ci prende per il sedere? Per la verità io stavo già pensando, come molti nel Belpaese, di non rinnovare più l’abbonamento che ho con la tv satellitare che non si fa mai trovare al telefono e che alla Lega potrebbe anche non pagare a maggio l’ultima rata stagionale di 230 milioni se non dovesse ricominciare il campionato di serie A. Gli italiani stanno stringendo la cinghia e il prossimo autunno sarà ancora peggio: resteremo tutti in mutande. Quindi veda Sky cosa vuol fare: o come minimo dimezza il prezzo del canone e manda a casa Lele Adani, il poeta contadino che ha osato toccarmi Max Allegri, e Paolo Condò, il Bombolone alla crema (nella foto d’epoca quando era ancora un’acciuga) che è più buonista di Walter Veltroni, oppure rischia sul serio un bagno di sangue. Non ha molte altre soluzioni. Tanto più che i due fastidiosi opinionisti che dicono poco o niente, se non quattro amenità messe in croce, che esaltano tutti e nessuno, e non posso proprio vedere, costano un occhio della testa e quindi il loro taglio sarebbe comunque un gran bel risparmio per l’azienda. Oltre che un gradito cadeau per i suoi aficionados da più di dieci anni. Soprattutto se gobbi bianconeri.