Non sono mica Mona. Ha gridato ieri la norvegese Loeseth dopo aver vinto la sua prima gara di Coppa del Mondo. “Mona è mia sorella più piccola. Io mi chiamo Nina”. Brava Nina Loeseth: quando è il caso, e questo lo è stato, i puntini sulle i si devono sempre mettere. Anche a costo che un veneziano, sentendoti, si pieghi in due dalle risate. Come è scappato a me di sorridere ascoltando la giusta precisione di Enrico Cattaneo su Raisport. Sembra che ce l’abbia con lo sci e che mi diverta a prenderlo per il sedere, ma non è poi proprio così vero. E’ che mi ero fatto la bocca buona negli anni passati, correndo dietro a Tomba la Bomba o a Deborah Compagnoni, ma anche alle azzurre che a Cortina trionfavano, come Isolde Kostner, Karen Putzer o Daniela Merighetti. Semmai c’è da dire che adesso le discese le fanno giù per i burroni, o quasi, e gli slalom in salita, più o meno, come a Santa Caterina Valfurva, e quindi mi ritrovo sicuramente spaesato. Al punto che, prima di perdermi nei boschi e morire assiderato, resto più volentieri in laguna. Tutto il pianeta è in crisi. Con o senza neve. E lo sci non fa eccezione. Ma è soprattutto la Coppa del Mondo femminile ad attraversare un brutto momento o, a dirla meglio, un momentaccio. Dove è rimasta viva solo una stella, quella di Lindsey Vonn. La quale non si capisce però bene perché continui a farsi chiamare Vonn quando da signorina era Lindsey Caroline Kildow e ha divorziato da Thomas Vonn ormai da quattro anni. Forse perché i Kildow, papà e mamma di Lindsey e loro relativi nuovi compagni di letto, l’inverno scorso hanno lasciato l’hotel Faloria, quattro stelle e piscina, senza aver pagato il conto di una bella settimana di soggiorno a Cortina? O almeno questo è quel che mi ha raccontato Nicola Colli, il segretario della Coppa del Mondo ampezzana, che non solo a me non sta molto simpatico, con l’invito per favore di non scriverlo. Che è l’ultima cosa che non devi mai chiedere a un giornalista. O mi sbaglio? Un giorno, quando avrò tempo e voglia, magari anche vi narrerò la vera e inedita storia dell’improvvisa visita di Tiger Woods alla Vonn nel gennaio passato sul parterre d’arrivo dell’Olimpia delle Tofane. Si era mascherato da Uomo Ragno e non aveva due denti davanti. Che chissà quando e dove se li era rotti. Io lo so bene, ma per il momento non ve lo dico. Così, tenendovi sulle spine, aumentano la suspance e l’audience. Stavo invece dicendo che lo sci del biondino norvegese Atle Skaardal, che vede Cortina a torto o a ragione come fumo negli occhi, fa acqua da ogni parte dopo che di tutte le belle primedonne è rimasta solo la Kildow che non ho motivo di continuare a chiamare Vonn. Semmai Lindsey Tiger o Woods, se non si fosse anche separata dall’ex numero uno dei green e dei fairway. Infatti sono ormai due stagioni che Maria Riesch si è ritirata dalle gare dopo aver sposato il suo manager, Marcus Hoefl, guru tedesco del marketing sportivo meglio conosciuto come Herr Riesch, e aver scritto che “quello dello sci è un porno circo”, ma non ha fatto nomi e cognomi e quindi il suo libro non è diventato un bestseller nemmeno in patria. Tina Maze si è presa un anno sabbatico e chissà se le tornerà la voglia di tornare ad essere l’affascinante Bisbetica domata dei tempi d’oro. Anna Fenninger, la sexy vincitrice delle due ultime sfere di cristallo, si è sfasciata a fine ottobre il ginocchio destro a Soelden e purtroppo la rivedremo in pista solo nella prossima Coppa del Mondo. Come del resto la Schrlie Temple dello slalom, Mikaela Shiffrin, che ad Aspen, nel primo speciale di questa stagione, aveva rifilato un distacco record d’oltre tre secondi alla seconda. Però pure lei si è infortunata, e di brutto, a Aare prima delle feste. Veramente ci sarebbe anche Lara Gut che parla cinque lingue, ma è allora troppo complicata per i miei gusti. O mi dovrei forse entusiasmare e sciogliere come Mortadella Molinaro di fronte ad una vittoria della sorella di Mona o per l’appassionante duello tra la slovacca Zuzulova e la ceca Strachova? No, grazie, ho molto meglio da fare. Soprattutto se a Santa Caterina Valfurva nello slalom di ieri nessuna azzurra è arrivata al traguardo nella seconda manche e in quello di oggi il migliore italiano è stato Stefano Gross dodicesimo. Con due esse, mi raccomando: non facciamo confusione. Altrimenti il mio Pierino giustamente s’arrabbia.