Lo sapete come sono fatto. E, non lo escludo, forse anche parecchio male. Quindi non dovrei stupirvi se adesso vi confesso quel che ho in testa di fare oggi sul mio blog che, non avendo padroni, mi dà la libertà di scrivere quel che mi pare e piace. Senza paura. Come quella canzone brasiliana che, interpretata da Ornella Vanoni e Fiorella Mannoia, è uno splendido invito ad andare avanti per la tua strada senza aver paura del lupo mannaro o dell’uomo nero che “ti mangia tutto intero e nella notte scura ti fa la puntura”. O del fischietto, di cui non ricordo neanche più il nome, che gentilmente m’invita a rettificare che lui non ha bestemmiato ma solo esclamato “porco due!”. O kappa: detto-fatto. E intanto mi è venuto in mente come si chiama: forse, ma non ci giurerei, come l’allenatore di Pistoia al quale la società ha detto che si può scordare di prendere quel che guadagnava nella passata stagione? Ma non è di questo che ora vi voglio parlare. Né di Laiola Bernardi col quale ho fatto due parole al Taliercio prima d’entrare insieme in quella sauna e del quale non potrò mai dire che mi sia antipatico. Anzi, mi risulta il contrario. Specie quando è in buona compagnia (maschile) come domenica. Né dell’uccellino che ad un orecchio mi ha sussurrato che Frank Vitucci è stato allertato da Napoleone Brugnaro che è stato visto dalle parti di Sant’Elena, ma non gli credo: il prossimo allenatore della Reyer sarà il buon Walter De Raffaele. Anche se il veneziano Vitucci è sempre stato un pallino del (probabile) prossimo sindaco di Venezia. Né di quell’asso di Coppa, presidente di Varese consorziata, magnificamente preso per il sedere da Flavio Vanetti, non si è ancora accorto che la briscola è danari e che da un po’ di tempo lo sta riprendendo di nascosto la troupe di “Scherzi a parte” per via di questa storia del manager e dell’allenatore che non finisce mai. Perché Arrigoni e Caja non vanno bene? Abbiate pazienza: mi sono perso di nuovo, ma in questo caldo periodo dei playoff è difficile restare freddi e concentrati sul parquet dei canestri e non sentire le voci intorno. Soprattutto per uno curioso come me più di una scimmia. Che però nessuno riuscirà mai a mettere in gabbia. Se mi credete, ma mi dovete credere sul serio, sono quasi le diciassette e non so ancora il risultato della partita che si è giocata ieri sera al Palaserradimigni. Ma cosa hai fatto ieri sera dopo cena? Mi sono sparato in vena su Sky un paio di vecchi film niente male: Un matrimonio all’inglese e Il testimonio dello sposo di Pupi Avati. E poi ho preso sonno in poltrona con l’aria condizionata accesa. Tanto gara 6 tra Sassari e Milano me l’ero registrata e l’avrei potuta gustare stamattina. Dopo aver spento il telefonino e ovviamente non aver letto i giornali. Peccato mi fossi dimenticato che il martedì è il giorno in cui Luciano mi raddrizza la schiena e mi massaggia dal collo ai polpacci. E con lui non parlo di basket, ma solo di calcio. O, meglio, di Juventus. E, quando mi alzo dal lettino a mezzogiorno, mi pare d’essere in paradiso. Mi sono così fermato con le immagini al minuto 5 e 25 del secondo periodo con il gigantesco Lawal che schiaccia in contropiede il canestro del 28-19. E adesso scrivo. Senza essere condizionato dal risultato finale del match e dai commenti dei giornalisti di questa o quella fazione. Rileggendo gli appunti che ho preso al volo in un’ora, o quasi, già di registrazione. Vale a dire: troppe parole al vento e troppi fischi a caso. C’è Daniel Hackett in borghese e non so se lo sappiate, ma ve lo dico io: gli ridaranno in pratica i soldi che gli avevano tolto per la nota squalifica di sei mesi. E poi non venite da me a dire che Giorgio Armani non ha un cuore d’oro. E c’è anche James che non guadagna meno e che non vedevo da una vita. Nel primo quarto non so se ci avete fatto caso, ma l’EA7 è riuscita a mettere insieme la miseria di 8 punti: 4 di Samardo Samuels e 4 di Joe Ragland. Una domanda senza risposta: ma tutti questi fenomeni di Milano chi li ha voluti e chi li ha presi? Eppure il Banco di Sardara non è scappato, anzi: 20-17 di lì a poco e solo perché Ale Gentile è davvero da Nba. C’è poco da fare: il ragazzo, quando si sgasa, diventa naturale come l’acqua di sorgente pura e mortale come il cianuro. Ma non può bastare se la squadra di Luca Banchi in centodieci secondi, non uno di più e non uno di meno, ha intanto battuto un record mondiale: quello del minor tempo possibile stabilito per esaurire il bonus di falli commessi. Eppure Kleiza, a sentire ET Fanelli, è in crescita e BonoMelli è il meno peggiore in difesa. Meno male. Ma di Sassari cosa ne pensi? Che va bene correre a cento all’ora, ma non accelerare a qualsiasi costo: si finisce per andare spesso e volentieri fuori giri. E per svuotare presto il serbatoio di benzina. Quanto al resto, me lo dovete raccontare voi. Io lo farò domani. Adesso devo vedermi il finale. E, ve lo giuro, ancora senza sapere chi ha vinto e chi ha perso ieri sera.