Mi sono sempre chiesto quanto ci avrei messo a raggiungere Padova da Mestre. Ovviamente a piedi, il passo svelto, ma senza affannarmi troppo. Perché in macchina da casa a Prato della Valle non c’impiego neanche mezzora evitando il traffico in tangenziale e le ore di punta. Una risposta me l’ha data finalmente ieri Walter De Raffaele. Che alle sei del mattino, o giù di lì, è partito dalla Nave de Vero (Marghera, zona industriale) assieme al figlio Nicola e al fedelissimo Gianluca Tucci, suo primo assistente. Lo zainetto in spalla, il cappellino in testa, una borraccia d’acqua, tanta voglia e una promessa da mantenere: Vinco lo scudetto e vado al Santo. La Riviera del Brenta sotto il sole, Oriago–Mira–Dolo–Fiesso–Stra, ventiquattro chilometri circa. E l’arrivo prima di mezzogiorno a Sant’Antonio. Dove ad accoglierli nella basilica c’era frate Andrea Vaona, supertifoso della Reyer. Applausi convinti. Oggi la partenza invece per le vacanze: un salto nella sua Livorno, poi in Calabria, a Marinella di Cutro, con Re Carlo Recalcati e Renzo Colombini, il caro preparatore atletico modenese che, se si facesse crescere i baffi e mettesse su un po’ di pancia, sarebbe uguale a Obelix. Fateci caso. Davide Casarin è invece negli States, a Los Angeles, per partecipare al camp di Santa Barbara. Il ragazzo cresce bene e non vorrei sbagliarmi, ma a sedici anni (e un mese) credo che sia il campione d’Italia in assoluto più giovane della storia della nostra pallacanestro. Sinceri complimenti. Intanto suo padre, dietro la scrivania, sta ridisegnando la nuova Reyer. Però, conoscendolo, gli mancheranno al massimo un paio di tasselli e poi il puzzle tricolore sarà completato. Nessuno mi ha ancora confermato la news (deduttiva) che ho sparato dieci giorni fa ovvero di Paul Biligha alla corte dell’Armani. Il due metri perugino di famiglia camerunense fa impazzire Ciccioblack Tranquillo e contemporaneamente non dispiace a Ettore Messi(n)a che oltre tutto deve sostituire Christian Burns per il momento solo sospeso, ma che rischia una lunga squalifica per essere stato beccato con le dita nella marmellata (anabolizzante). Mi ripeto: due più due a volte fa anche quattro e di quattro italiani non è che ce siano molti in giro: Achille Polonara (nella foto) su tutti. Federico Casarin non ha mai nascosto la sua simpatia per il Tiramolla che ha il contratto in scadenza con Sassari. E il Banco di Sardara lo vorrebbe pure confermare soprattutto se fosse vera la voce che ho sentito al mercato (e lo è) che l’Angioletto Cooley sta per volare in Giappone. Tempo al tempo. Escluderei invece che a Venezia possa sbarcare Cervi a primavera che non è più un bimbo e quindi neanche più una scommessa da fare come consiglia sempre a tutti Stefano Michelini. Né sarei troppo sicuro che Marco Giuri andrà alla fine ad Avellino e non perché Nicola Alberani, il giemme che si sdoppia tra basket e calcio, abbia cambiato idea, ma perché non ci giurerei che la Sidigas di Gianandrea De Cesare giochi il prossimo anno in serie A. Come del resto la Virtus Roma di Claudio Toti che sta strappando a Brescia il direttore marketing Nicola Tolomei affinché gli trovi uno straccio di sponsor per tirare a campare. Diciamocela tutta: questa serie A a diciotto squadre non piace a nessuno. Non di sicuro alla Lega e meno ancora alla Federazione. Dunque non scarterei l’ipotesi di un doppio taglio al momento dell’iscrizione al campionato. Sempre che De Cesare non venda gli elicotteri e paghi i debiti con l’erario o Ciglione, interdetto come il fratello Pierluigi dall’esercitare l’attività imprenditoriale sino a ottobre, non vinca al SuperEnalotto e non lo dica a nessuno. Una chicca ce l’ho pure oggi su Milano: il Messi(n)a dopo il giemme greco (Christos Stavropoulos) ha scelto anche il suo assistente che affiancherà Mario Fioretti in panchina: è un allenatore che viene dagli Stati Uniti d’America, ma lascio a Ettore l’onore della presentazione ufficiale perché potrei storpiare il nome e il cognome con il mio inglese maccheronico. Mentre la Varese di Artiglio Caja, che riparte come al solito dall’asse Ferrero–Tambone–Natali in allenamento a Masnago, ha scelto dopo il lungo (Jeremy Simmons, ex Montegranaro) anche il playmaker che arriva dalla Germania (Telekom Bon) ma ha già giocato in Italia (a Roma e Scafati): Josh Mayo. Post scriptum: domani non perdetevi su questo blog l’elenco aggiornato dei bandaosiris al termine della stagione irregolare e dei playoff.