Il Napoli, la Mostra e poco altro: una bambina di nove anni spara con un piccolo mitra al suo istruttore e lo uccide. E’ successo al poligono del fast-food di Las Vegas. Raccapricciante. Ogni giorno negli States muoiono in media 82 persone vittime d’arma da fuoco. E Vittorio Zucconi ci scherza ancora sopra: morte rapida con ketchup e 9 millimetri, un hamburger con il formaggio e un colpo in testa. Nella corsa al più cinico tra le grandi firme del Belpaese batte anche la Gramella di una lunghezza. Sparatevi: uno prima e l’altro dopo. E’ morto il conte Donà delle Rose: creò Porto Rotondo. Aveva 79 anni. Leggo che il 99,2 per cento degli esaminandi all’ultima maturità sono stati promossi. Ma non eravamo un popolo di somari? Per la verità conosco almeno dieci milioni di asini che in Italia hanno votato a più riprese Silvio Berlusconi. E quindi promuoviamo anche quello zero virgola otto per cento e aboliamo gli esami di maturità che oltre tutto ci costano 80 milioni all’anno, ovvero 10 mila possibili borse di studio, da 8 mila euro l’una, per le matricole universitarie più meritevoli e bisognose. O sbaglio? A proposito, in Sicilia, grazie a due borse di studio megalattiche di 41 e 60 mesi per corsi vari di specializzazione in ansia fobie asma cefalee vaginismo e disfunzione erettile, un lungo congedo parentale, 90 giorni di malattia e l’attuale aspettativa, un medico ha lavorato la bellezza di 15 giorni (dal 4 al 21 maggio 2009) negli ultimi nove anni senza violare – pare – la legge. Un vero record da business dei primati. E’ il dottor Paolo Micali Bellinghieri al quale, lo giuro, ho richiesto una visita presso l’ospedale Sant’Isidoro di Giarre. Mi hanno risposto che è lunga la lista d’attesa. Lo posso immaginare. Ma di cosa soffre? A volte, come in questo caso, di terribili giramenti di scatole. Gli stessi che affliggono, ci posso credere, lo zio Aurelio De Laurentiis che in una notte sola ha perso trenta milioni di euro al San Mamès di Bilbao. Io l’avevo avvertito: dall’inferno de La Catedral, vecchia o nuova, non si esce quasi mai vivi. Ma non mi aveva dato bada mettendo a disposizione del buon Rafa una difesa impresentabile. Alla prima della Mostra del cinema non poteva mancare Paola Ferrari che non sarà neanche mostruosa, ma – come ha scritto Alda Vanzan – “la criticano per qualsiasi cosa: il trucco, i capelli, le probabili punturine. Però, diciamolo, un po’ ci mette del suo per farsi criticare. Al Lido di Venezia per esempio si è presentata con un difficilissimo abito nero con gli oblò: un pezzo di fianco nudo che comporterebbe l’obbligo di non avere neanche un filino di grasso”. Manco mezza impietosa maniglietta.