Adesso ho finalmente capito perché preferisco Sky a tutte le altri emittenti satellitari o digitali. Non che a Sky manchino i tromboni e le grancasse, i sapientini e i poveri cristi, i salotti che ti fanno venire il latte alle ginocchia, come quello di Fabio Caressa la domenica intorno a mezzanotte, o gli intertristi, come lo zio Beppe Bergomi parcheggiato per il momento in castigo nel box della partita di minor interesse di tutta la serie A di calcio. Ma almeno, saltando con il telecomando da un canale all’altro, le possibilità d’evitare di trovarti davanti il faccione da pomi cotti di Matteo Salvini e di rovinarti tutta la giornata, sono dell’ordine del cinquanta, sessanta per cento. Difatti sul 100 c’è il tiggì 24 che è fatto veramente con i controfiocchi. Poi i tre della Rai, e pazienza, anche se sulla terza rete il leader della Lega ci va meno male solo poche volte. Fossi Daria Bignardi, direttore dal 17 febbraio, non ce lo farei mai andare, nemmeno se mi prega in ginocchio, però questo è un altro discorso che magari affronterò domani su questo stesso schermo avendo della pluralità dell’informazione e della democrazia ad un tanto al chilo tutta una mia idea fuori dal coro. Ma il bello della tivù italiana di Ruper Murdoch è che sul 104, 105 e 106 trovi Rai 4, Sky Uno e Fox, e non più Rete 4, Canale 5 e Italia 1. E avete detto niente? Ringraziando Sua Emittenza, come lo si chiamava prima che si buttasse in politica, che ha oscurato sul satellitare i suoi tre canali Mediaset senza i quali si può continuare comunque a vivere benissimo. D’accordo, qualche volta ti prende la nostalgia per l’odioso Tiki Taka del Gatto Pardo o per l’imperdibile C’è posta per te di Maria De Filippi, ma vuoi mettere quanto meglio si sta senza Paolo Del Debbio e Matteo Salvini sotto agli occhi? Del Debbio più che Dalla vostra parte sta da quella di Silvio nostro che gli ha insegnato bene come si abbindolano gli italiani. Quanto al Salvini, sapete qual è la stima che nutro nei suoi confronti. Ma non sono il solo a pensarla in questo modo. Anzi, sono in ottima compagnia. Come quella di Michele Serra che, dondolandosi sull’Amaca di Republica, ha scritto giovedì santo un pezzettino delizioso che ho ritagliato e che ora volentieri vi ripropongo piluccando qua e là. “L’altra sera il Salvini era in onda quasi ovunque, da Bruxelles o altri siti geografici e virtuali, ubiquitario come il Berlusca dei bei tempi. Con quella sua aria brusca e scura da maniscalco medievale incazzato. Pareva che dovesse dire qualcosa di solenne e definitivo contro i Mori e invece gli usciva di bocca una specie di generico malumore contro gli islamici, Gad Lerner, Maometto, i buonisti, Renzi, l’Europa, i pacifisti, le moschee, eccetera. Più che un discorso politico era un rumore di fondo che in milanese potrebbe riassumersi in vadaviaiciàp”. Il compagno Serra è in grandissima forma. Forse anche più del Pipita Higuain. Che andrò a vedere domenica a mezzogiorno nel nuovo gioiello di Udine col mio nipote di quattro e anni e mezzo sulle ginocchia. Sarà il debutto in serie A per Ricciolino. Il quale qualche sabato fa se ne è uscito con questa geniale domanda, lo giuro: “Nonno, ma è maschio o femmina?”. Ma Rocco, non vedi che porta le gonne? “Sì, ma ha la voce da uomo”. E neanche v’immaginate di chi stesse parlando. Proprio di Maria De Filippi. Me lo sarei mangiato di baci. Dimenticandomi all’improvviso con un sorriso di mandare a dare via le chiappe a un sacco d’altra gente che so io. Da Matteo a Matteo. E ci siamo già capiti.