Scacciapensierini della sera al volo nella notte nera. Una sola stella in cielo. Quale? Non so darle un nome e comunque la cercherei nella difesa rossonera tra Kyaer e Romagnoli. Impeccabile Donnarumma, non proprio imbarazzanti Conti, fallo di mano in area a parte, e Calabria. Da ammazzare piuttosto Rebic: gamba tesa alla gola di Danilo e rosso di fuoco dopo il rigore di Ronaldo sul palo. Milan allora per un’ora e un quarto in dieci contro undici migliore che in undici contro undici. Come ha detto (bene) Pablito Rossi nel salotto dell’addolcito vicedirettore, Enrico Varriale, e della bella moracciona, Simona Rolandi. Troppo largo di manica Gianfranco Teotino, detto Tontino: “Mi spiace, ma Cr7 non merita stavolta più di cinque”. Generosamente gli do invece quattro se i voti vanno dallo zero al dieci e il parametro è un bomber che costa un milione a partita quando va bene e non è vero che si paga da solo. Ronaldo scandaloso, lento, scontato: era da cambiare, ma provate a dirlo a Marx Sarri: vi risponderà, masticando amaro (la cicca), che l’ha fatto una volta, proprio con il Diavolo in campionato, e per poco non lo licenziavano mentre il portoghese, prima del triplice fischio finale, aveva già lasciato lo stadio incazzato nero senza vedere la splendida rete da tre punti della Joya. “Sembra una frase fatta, però il calcio è un’altra cosa”, ha detto con coraggio Luca De Capitani della Rai riferendosi allo stadio vuoto nel gelo di un’estate che tarda ad arrivare. Se devo essere sincero, pensavo in verità molto peggio. O, forse, sono io che quando vedo giocare la mia Signora provo comunque sempre qualcosa. Juve tanto bruttina, giù di fiato, stanca dopo nemmeno mezzora, spenta e legnosa per tutto il resto della monotona contesa. Con Ronaldo palla (d’oro) al piede e Pjanic dagli orizzonti ormai limitati: due metri, tre al massimo. E le gambette sempre più storte. Milan vecchio scarpone e arruffone sino all’espulsione dello sciocco spalatino. Poi vicino anche al gol-qualificazione nel secondo tempo con un’inzuccata del buon Calhanoglu su invito a nozze di Bonaventura che non ho ben capito perché Stefano Pioli l’abbia sostituito. Partenza sprint di Danilo e Douglas Costa, poi normale routine. Il migliore tra i bianconeri? Forse Bentancur a lampi. Forse De Ligt molto sicuro di sé. E Dybala? Non più di 6 e mezzo: c’è, ma è un predicatore nel Sahara di Sarri. Che non ci ha capito una sega come si direbbe al bar del suo paese in Toscana e come gli ha detto molto più elegantemente Domenico Marocchino che batteva i denti nell’Allianz Stadium pur con addosso il giubbotto in pelle. “Non importa se il gatto è bianco o è nero, l’importante è che prenda il topo. E così alla fine della fiera la Juve si è presa questa sera il risultato che voleva e che contava più del gioco. Che per la verità è mancato. Specie in attacco. Dove Sarri mi ha deluso perché non ha modificato niente lì davanti con le tre punte schierate come soldatini di piombo”. E qui, anche se è tardi, lasciatemi ricordare cosa scrisse il grande Gianni Mura nella sua ultima rubrica, cioè nei Cattivi pensieri di domenica 15 marzo. All’inizio della pandemia e sei giorni prima che ci lasciasse di sasso. “La ruota gira. In Italia sono stati picchiati cinesi ritenuti untori. Ma la Cina ci manda medici, mascherine, materiale sanitario. L’Europa, di cui facciamo parte, per ora ci ha mandato solo parole, e non sempre carine. Alleggerire? Su Domenico Marocchino si scrive volentieri, non solo perché da opinionista su Rai 2 (A tutta rete) non è mai banale. A 63 anni ha la faccia di uno che sembra appena caduto dal letto, ma era ed è sveglio…”. I tre puntini non gli sarebbero piaciuti. Ma qui non ho potuto farne a meno, scusami Gianni, perché corro avanti. “Domande giuste, risposte buone, Marocchino è un intellettuale mascherato e mi (gli) chiedo perché non abbia ancora scritto un libro sul suo calcio, dove si sbagliava da professionisti come nella canzone di Paolo Conte. Ricordo lo stupore con cui raccontò i sistemi di controllo. “Telefonata a casa alle 22.30, massimo 22.45, e devo essere lì a rispondere. Li ringrazio. La mia ragazza arriva alle 20 e dopo chi ha più voglia di uscire?”. Questi si chiamano fuoriclasse: l’uno e l’altro. Passo e chiudo. Non prima però di domandarmi: “Cosa aspettava il Benzinaio a far entrare Cuadrado che ha preso il posto dello sfinito Danilo a 4 minuti dal 90°?”. E dopo aver anche pensato che tra otto giorni sarà estate e Sarri non si è ancora accorto che Bernardeschi e Rabiot non si possono più vedere dallo scorso autunno. Un cavallo da tiro e una lumaca francese. Cioè l’Escargot. E adesso torno a leggermi il buon libro (voto 8) di Giorgio Chiellini come nella foto, ma senza mascherina trinariciuta e sotto le coperte. Al calduccio. Dulcis in fundo le pagelle di Juve-Milan 0-0 – Juve: Buffon sv, Danilo 6+, De Ligt 7, Bonucci 6-, Alex Sandro 6, Bentancur 7-, Pjanic 4.5 (Khedira 6), Matuidi 5.5 (Rabiot 3), Douglas Costa 6+ (Bernardeschi 4-), Dybala 6.5, Ronaldo 4. Sarri 4.5. Milan: Donnarumma 7, Conti 5, Kjaer 7, Romagnoli 7, Calabria 5, Kessie 6, Bennacer 5, Paqueta 6-, Calhanoglu 6, Bonaventura 6.5 (Leao 5.5), Rebic 2. Pioli 5. Arbitro: Orsato 4.5. Var: Aureliano-Vivenzi 7. Rai: Varriale 5.5, Rolandi 6-, Teotino 5, Rossi 7, Pieri 6.5, De Capitani 6+, Marocchino 8.