Doveva essere una sorpresa per tutti. O quasi. E lo sarà comunque per molti presidenti o padroni dei sedici club di serie A che giovedì mattina si riuniranno al diciottesimo piano di una delle due torri gemelle di Bologna. Perché non sono ancora così vanesio al punto da pensare che tutti leggano il mio blog. Specie il primo dell’anno. Però da oggi a giovedì mattina ci sono ancora più di trentasei ore e quindi conto nel passa-parola che nel nostro orticello cresce come l’erba cattiva nel giardino del re. Sicuramente lo sanno Egidio Bianchi, che è il numero uno della Lega Basket, e qualche suo guardaspalle. Senz’altro Marco Aloi per esempio. E comunque l’idea di ricreare la figura di un nuovo consulente di Lega per il settore arbitrale, come lo è stato in passato Gennaro Colucci, è tutta di Livio Proli che l’ha in testa da parecchio tempo e che in via riservata l’ha senz’altro sussurrata al massimo ad un orecchio di uno dei suoi due compagni di cordata. Che sono i fedelissimi Federico Casarin e Graziella Bragaglio. Confidando sul fatto che né il presidente della Reyer, né la presidentessa di Brescia avrebbero spifferato la cosa nemmeno sotto tortura. Però non posso escludere che il signore dell’Armani non abbia accennato il suo progetto anche a Luca Baraldi che è il braccio destro di Massimo Zanetti nella Segafredo e con il quale è ultimamente in ottimi rapporti dopo che, grazie ai buoni uffici di Giannino Petrucci, i due hanno fumato il calumet della pace al termine di un pranzo a Milano. E quindi lo sapete meglio di me quanto dura un segreto a Basket City: se ti va di culo, al massimo un paio di minuti. Poi diventa di dominio pubblico a Bologna anche negli oratori dei preti falsi e nei cortili degli asili Mariuccia. In effetti nell’assemblea di dopodomani in Lega il principale ordine del giorno sarà l’audizione di Gianandrea De Cesare, patron del gruppo Sidigas, nonché presidente della squadra di pallacanestro di Avellino, che dovrà spiegare in parole povere agli altri proprietari delle società della massima serie che non è stata una furbata, e men che meno un imbroglio, il tesseramento di Patric Young, il colosso di due e zero nove acquistato nella prima settimana di dicembre da una Sidigas che non se la passa certo bene. Non paga difatti gli stipendi ai suoi giocatori da mesi, come invece era stato garantito e documentato alla Lega, e neanche l’Eni (per un totale di circa dieci milioni di euro) e le bollette dell’Enel che non è più lo sponsor di Brindisi da un bel pezzo e quindi sarebbe d’uopo che qualcuno informasse della cosa Guido Bagatta prima che l’Happy Casa s’arrabbi sul serio. Ora non so dirvi se De Cesare atterrerà giovedì col suo elicottero sul tetto della torre sopra gli uffici della Lega e neanche se la Procura federale abbia aperto un’indagine nei suoi confronti, come molti club hanno già caldeggiato di fare a Petrucci e a Bianchi. Di sicuro Avellino, secondo in classifica, non naviga in buone acque: non può intanto né comprare, né vendere nemmeno un ago o uno spillo. In più è sommerso dai debiti. Insomma mala tempora currunt per la Sidigas, ma pure per il nostro basket che, non dimenticatevelo, ha sempre la grana Cantù che ancora gli scotta tra le dita e rischia di scoppiargli in mano. E dunque, se questa è l’apocalittica scena, capirete anche il motivo per il quale ho rinviato, anche se solo di poche ore, persino la mia tanto attesa lista completa degli iscritti alla Banda Osiris 2019 massone per massone. A proposito, auguri di buon anno. Ma non ovviamente a tutti. Se invece mi chiedete chi mai sarà il nuovo consulente di Lega per il settore arbitrale vi posso accontentare subito: è Emanuele Aronne, l’ex fischietto di Viterbo che ha diretto gara uno dell’ultima finale-scudetto tra Milano e Trento. In verità Proli aveva in un primo momento contattato Luigi Lamonica che però non se l’è sentita ancora di non arbitrare più in EuroLega e gli ha consigliato proprio il figlioccio di Luciano Tola che nei giorni scorsi ha già raggiunto un accordo di massima con Marco Aloi, responsabile marketing e commerciale in Lega dove ha preso il posto con alterne fortune di Federico Zurleni, il famoso Mago senza bacchetta magica. In estrema analisi il presidente dell’Armani metterà post domani tutte (o quasi) le società, in altre faccende affaccendate, davanti al fatto compiuto. E questo non è molto democratico. Ma non importa, anzi. Se la sovranità popolare è quella di Salvini e Di Maio. E comunque non è che il primo passo di Proli nel suo disegno di strappare gli arbitri alla Federazione come ha fatto Jordi Bertomeu con la Fiba. Però qui dovrà fare i conti più che con Petrucci, al quale stanno a cuore soltanto la nazionale e Sacchetti, semmai con Stefano Tedeschi, commissario del(la) Cia. Non so se ci siamo capiti. Un osso veramente duro e presidente federale vicario quando, nell’imminente 2033, il mio caro Giannino gli cederà lo scettro del comando e se ne andrà finalmente in pensione a Valmontone. E io sotto braccio a lui.