Dove eravamo rimasti? Fatemi pensare. Forse a Massimo Cancellieri, numero di tessera 030? E’ vero. Però adesso dovete dirmi voi se l’assistente con la barba di Simone Pianigiani assomiglia più a Aleksandr Solzenicyn o a Grigorij Rasputin. Forse al Premio Nobel per la letteratura nel 1970. Quando Flavio Tranquillo aveva otto anni, faceva ancora la pipì nel letto e già lo chiamavano Cicciobello. Poi nel 2006 prese il nero da Messer Minucci del Gran Ducato di Siena, come lui stesso ha confessato – mica scemo – il giorno dopo che il piccolo reato era caduto in prescrizione, e allora è stato gioco-forza che per tutti diventasse Ciccioblack. Sono appena alla terza puntata di una storia di palla nel cestino tipicamente italiana che nessuno vi ha mai raccontato per il semplice motivo che me la sono inventata io. E comunque mai avrei pensato che avesse tanto successo. Mi stanno infatti arrivando consensi da tutte le parti del mondo, persino da Zanzibar, dove per altro è in vacanza Rocco con Stefano e la Giorgia. Mentre il mio vecchio caro amico, Tattattira Iannacci, con il quale sono stato alle Cascate di Iguazù nel ferragosto del lontano 1990 durante i Mondiali d’Argentina, mi ha proposto di scrivere un libro proprio sulla Banda Osiris. Qua la mano, affare fatto. Ora basta trovare un editore coraggioso ed è questo purtroppo l’insormontabile ostacolo. Perché dalla satira si gira di solito sempre alla larga come dalla peste bubbonica. Però, prima d’andare comunque avanti con l’elenco dei massoni della mia pallacanestro, bisogna che c’intendiamo per benino. Ad esempio ho sentito parlare di cupola. Via, non scherziamo con queste brutte cose. L’Osiris è semplicemente una band degli anni 80. Ovvero un gruppo musicale (nella foto) che davvero esiste e che dava spettacolo per le strade e poi nei teatri del Piemonte con una sua comicità tutta particolare. Gianluigi Carlone voce e flauto. E suo fratello Roberto al basso, tastiera e trombone. Giancarlo Macrì alle percussioni e Sandro Berti alla chitarra, mandolino e trombone. Ebbene sono stati i quattro simpatici vercellesi ad ispirare i miei racconti canzonatori, e spero anche ironici, più della stessa grande soubrette delle riviste di Dapporto e Macario. Insomma, non fatela troppo difficile e piuttosto divertitevi ad indovinare chi possa essere il trombone e chi il violino o la grancassa nella triade composta da Tranquillo, Bassani e il maestro Canfora con Lamonica allo zufolo. E chiedetevi, già che ci siete, qual è il prototipo del bandaosiris o del bandissimo. E’ innanzi tutto un pavone gonfiato d’arroganza che ha scarsa considerazione degli altri: insomma siamo tutti dei cretinetti che non capiscono una sega di basket. Quel basket filo Nba che vorrebbero anche spiegarci se qualcuno avesse la pazienza d’ascoltarli. Ma gridano come degli ossessi e così persino Daniele Dallera (025) spegne l’audio e che se la raccontino pure tra loro. Piuttosto non vi sembra un po’ strano che Livio Proli, livido e feroce oppositore dei biosiris, ne abbia addirittura un paio in squadra? Uno è Cancellieri che racconta tutto quello che succede nello spogliatoio dell’Armani a lui, ma anche al presidente della fondazione dell’Osiris che v’invito a indovinare chi è. E l’altro? Mi dicono sia il capitano Andrea Cinciarini, ma prima di dargli la tessera numero 031 della loggia preferisco indagare per esserne completamente certo. Il trentunesimo massone è però di sicuro Austin Daye che si crede come Ciccioblack (001) un fenomeno. E magari anche lo è una volta su tre, mentre nelle altre due è una palla al piede e per questo la Reyer è oggi in difficoltà. Però domenica suonerà comunque la Vanoli di MaraMeo (010): non ne ho il minimo dubbio, ma non chiedetemi da dove nasce questa mia sicurezza. Oggi intanto Sacripanti(bus) (021) si è assicurato il gigante che andava cercando: Yannick Moreira, il due metri e undici angolano del Paok Salonicco che Walter De Raffaele in Champions aveva già adocchiato. Mi sa tanto invece che la Sidigas sarà penalizzata di qualche punto in classifica, ma Fernando Marino, presidente di Brindisi ed ex della Lega, avrebbe fatto meglio a chiudersi nel suo sottoMarino e tenere la bocca chiusa sul conto di Gianandrea De Cesare e di Avellino che oltre tutto ospiterà domani sera. E quindi gli spetta di diritto la tessere numero 032. Un passettino alla volta e vedrete che a passo di carica arriveremo a 101. Intanto vi butto là qualche altro nome e cognome sul quale potrete riflettere durante il fine burrascoso settimana: Claudio Coldebella, Gas Gas Trinchieri, Daniele Baiesi, Cicorino Cicoria, Massimo Pisa, Gallo Gallinari, Marco Belinelli, Max Oriani, Federico Buffa, Piero Guerrini, Claudio Crippa e fanno 43. Tutti legati al cordone ombelicale di Ciccioblack Tranquillo. E mi stavo dimenticando nientepopodimenoche di Maurizio Gherardini (044). (-3- continua chissà quando)