I quattro soldi che Sky passa alla Lega sono una miseria

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Potrò mai rivedere un “Un uomo tranquillo” offerto stasera da Sky Cinema Classics? No, mai. Anche se John Ford con questo film ha vinto l’Oscar per la regia e John Wayne anche per me è una leggenda. Ma Tranquillo mai. Al massimo mi sforzo d’essere sereno e di non prendermela troppo con i marziani della piattaforma di Murdoch che sembra lo facciano apposta per farmi perdere la bussola. Avevo solo chiesto, in virtù anche dei miei due lussuosi abbonamenti, che almeno mi spostassero da qualche altra parte il segnapunti dall’angolo in basso a sinistra del teleschermo. In alto o anche a destra. O al centro. Come ha fatto opportunamente Raisport. A me basta infatti soltanto che il quadrato della pausa di My Sky non mi copra il punteggio della partita in corso. Chiedevo forse molto? Non penso. Ma è stato come parlare al muro. Anzi, al musso. Se invece lo fanno solo per farmi arrabbiare, anche li capisco: non ho mai pensato che fossero dei fenomeni e questa è l’ennesima riprova. Specie se il numero uno di tutti loro, Gerry De Rosa, alla domenica me lo sequestra il calcio per i gol della serie A e a Capo d’Orlando ci mandano Francesco Bonfardeci, o undici, o se volete anche tredici, che deve essere anche un bravo ragazzo, e fallo pure cattivo, ma che con Mozzarella Pessina al fianco mi diventa di un triste ma di un triste che al confronto Charles Aznavour è il simbolo di una felicità sguaiata e incontenibile. E’ vero: vi avevo promesso che oggi vi avrei parlato del Banco di Sardara che intanto ha provveduto a far causa alla povera Paola Ellisse che lo scudetto dello scorso giugno ha erroneamente assegnato alla Grissin Bon. Ma prima di esprimere un giudizio (abbastanza) definitivo sui campioni d’Italia di Marameo Sacchetti preferisco rivederli stasera a Varese. Se invece pensate che li randelli perché ha perso in casa di trenta, per la precisione di 29 punti, venerdì con il Cska di De Colo e Teodosic, prendete un’ennesima solenne cantonata. L’Armata di Mosca è infatti squadra di un altro pianeta che regala canestri di una bellezza sconvolgente, ha giocatori che la Milano di Armani se li sogna e un allenatore, Dimitris Itoudis, che mi piace un sacco e una sporta. Insomma per una volta eccezionalmente vado sotto braccio a Don Gel Scariolo e come lui penso che il Cska sia la favorita numero uno per vincere quest’anno l’Eurolega. E comunque se Sassari è uscita dall’impari duello tra gli applausi della sua gente, qualcosa vorrà pur dire. E non sicuramente che i sardi sono di bocca buona. Sono anzi molto più competenti di basket dei miei fratelli lagunari. Specie quelli del parterre fucsia. Che sino all’altro giorno gridavano ancora gol ad ogni canestro e adesso criticano Re Carletto nemmeno la Reyer abbia mai avuto un allenatore migliore di lui dopo i tempi d’oro di Paron Zorzi. In fondo Venezia, ora che ha ritrovato l’Owens di Trento, è nel gruppo che insegue la stupefacente Pistoia e allora sapete cosa vi dico? Andate tutti a scopare il mare che fate più bella figura. Certo è che il Banco non può perdere anche a Varese: altrimenti saranno dolori per tutti. Intanto boccio già Petway (stasera assente) che per il momento ha mostrato solo d’avere un cognome affascinante. E’ finita l’ora legale e così mi piacerebbe tornare a scrivere pezzi che non siano più lunghi di una cartella prima che venga notte. Ma come faccio con tutte le castagne che ho sempre sul fuoco e ho paura che me le brucino? Il guaio è poi che non mi sfugge proprio niente. Nemmeno che Frank Vitucci, promesso sposo alla nazionale di Messina, parlando molto bene di Dario Hunt, il pivot di Caserta, chiuda dicendo che è il punto di forza di Pesaro e che Dembinski, o come cavolo si scrive, dallo studio di Dai e vai (voto sempre alto: 8) non lo corregga. Il fatto del giorno è che Ciglione Toti è andato a Canossa e si è ripreso Caja al posto di Saibene, intorno al quale la Gazzetta ha creato un caso assurdo addirittura da prima pagina: evidentemente è a corto d’argomenti extracalcistici. In bocca al lupo, caro Artiglio: ne hai davvero bisogno. Anche se mi sconcerta non poco il fatto che uno dei migliori tecnici d’Italia non abbia trovato niente di meglio dell’Acea Roma, ultima in classifica con zero punti in A2. Anch’io in verità dovrei mordermi la lingua e cucirmi la bocca dopo aver assegnato gli Oscar d’ottobre a Max Chef Menetti e Giulio Griccioli. Il sospetto è che Capo d’Orlando, gran difesa e ritmo camomilla, faccia giocare male tutte le avversarie che incontra, ma io una partita così brutta non la vedevo da quando avevo il ciuccio in bocca. E Bonfardeci, undici o se preferite diciassette, può anche averla servita con tutte le più gustose salse di questo mondo, ma non mi ha ingannato: è stata una cattiva minestra che persino il vostro gatto affamato avrebbe rifiutato. E comunque chiedetelo al mio Chef preferito se gli è piaciuta. Vi risponderà che le mura del vecchio castello orlandino non tremavano così dall’ultimo assalto dei pirati barbareschi tanto le ha cantate strillando ai suoi fantocci ieri spenti e sgonfi, bolliti e presuntuosi. Domattina infine a Bologna c’è il consiglio della Legabasket che dovrebbe essere piatto come una sogliola. A meno che a qualcuno non sorga il dubbio che i 40 mila euro scarsi che ciascuna delle sedici società di serie A prenderà da Sky per trasmettere un centinaio di partite all’anno non siano una miseria. In pratica 6 mila euro a match. Per me sono anche uno scandalo, ma io sono – direte – sempre il solito esagerato. Ma allora perché Livio Proli avrebbe già in mente il nome del successore di Fernando Marino che in gran segreto vi rivelerò presto? A patto che poi però non lo diciate a nessuno. Men che meno al Gufo con gli occhiali, gran capo della confraternita dell’Osiris, e ai suoi fedeli fiancheggiatori.