I pensieri vanno e vengono. Come un pendolino. E io ci provo anche a fermarli, ma non è facile: hanno tutti fretta di scappare per andare a morire poi chissà dove. Giannino Petrucci ha il coltello dalla parte del manico: su questo non ci piove. Però non può ogni volta affondare la lama nel burro. Livio Proli non sempre glielo permette. Non so se abbia maggiori chance Enzino Esposito o Nando Gentile d’allenare la nuova nazionale sperimentale di Boscia Tanjevic: è comunque una bella lotta in famiglia nella Pezza delle Noci. Dove il cavaliere Giovanni Maggiò nel 1982 ha costruito un palasport da settemila posti in cento giorni. A volte farei molto meglio a star zitto e a mordermi la lingua. Però allora non sarei più io, ma Edi Dembinski che qualsiasi argomento affronti ad Overtime sai già quello che poi andrà a dire. E non dice alla fin fine nulla che non sia scontato e banale. Paron Zorzi in un’intervista al Messaggero di Udine ha tolto i panni di dosso e ha lasciato in mutande Danilo Gallinari e il Mago Bargnani. Ribadendo che entrambi hanno talento da vendere, ma il primo non ha mai vinto neanche a Monopoli e il secondo non ha le palle. Anche Silvia Gottardi e la sua gradevole erre moscia sono passate ad Eurosport: è la conferma che il basket di Sky sta continuando a perdere i suoi tochi (pezzi) migliori dopo Niccolò (con due ci) Trigari e Andrea Meneghin. Probabilmente non avrei mai trovato il tempo di contare quante volte in questa stagione la Reyer è andata ai supplementari se non mi fosse corsa in aiuto la Nuova di Venezia e Mestre che, dopo un’affannata ricerca, ha stabilito che gli overtime giocati dai campioni d’Italia sono stati sinora sei equamente divisi tra campionato e Champions. Cioè tre e tre. Con quattro successi oro-granata su Banvit, Cantù, Sassari e Rosa Radom e due sconfitte in casa con l’Aek Atene e ad Avellino. Dieci giorni fa vi avevo invitato a pensarci cento volte prima d’affossare di nuovo Reggio Emilia e Trento. Ebbene avrei fatto molto meglio a tacere. Dal momento che i grissini sono riusciti nell’impresa di perdere domenica nella loro Bombonera con Brindisi che non vinceva in trasferta dalle calende greche, mentre gli aquilotti mercoledì hanno beccato quasi un trentello dal Lokomotiv Kuban. Che però, datemi ancora retta, non è squadra da poco essendo l’unica imbattuta di tutta l’EuroCup dopo una dozzina di partite. Non mi sono perso niente: nemmeno il tradizionale bagno di Capodanno di Stefano Michelini nel mare di Alghero in replica, a mezzogiorno e mezzo, sempre su Raisport. Dove ho rivisto volentieri anche Frank Vitucci e l’ex presidente di Lega, Fernando Marino, piacevolmente in palla, che di Petrucci ha raccontato: “Venendo dal calcio, stavolta è intervenuto a gamba tesa su Egidio Bianchi”, ma purtroppo non ha aggiunto che Proli al presidente federale ha mostrato il cartellino giallo. Anzi, quasi arancione. Non può essere stato tutto straordinario, incredibile, fantastico, eccezionale, meraviglioso, stupefacente, grandioso, sublime, impossibile: in fondo è stata solo una partita della Nba giocata alla Millennium Arena di Londra, vinta dai Boston Celtics sui Philadelphia 76ers 114-103 e urlata per due ore e mezzo da Ciccioblack Tranquillo in compagnia del nonno di Heidi. Poco fa vi dicevo del team di Sasha Obradovic. Ebbene, se non lo sapete, ve lo svelo io: domenica nel campionato russo (Vtb United League) il Lokomotiv Kuban non si è fatto pregare due volte per piegare nettamente a Mosca persino l’Armata Rossa di Dimitris Itoudis che è la miglior squadra d’EuroLega e del cui valore ne sa qualcosa la povera Milano di Giorgio Armani strapazzata giusto ieri sera da Will Clyburn, Nando De Colo e El Chacho Sergio Rodriguez. Ecco, questa sfida sul Volga mi avrebbe appassionato in televisione, anche senza il sonoro, più di quella in riva al Tamigi tra i pronipoti di Larry Bird e Julius Erving che, ve lo potrà confermare domani anche il corrispondente di Repubblica, l’amico Enrico Franceschini, non sempre si dannano l’anima in difesa. Ci si attacca disperatamente a Simone Fontecchio: ma l’avete visto? All’Ax Exchange scaldava la panca ed era considerato un buono a niente. Mentre ora a Cremona gioca ed è diventato un fenomeno. Una via di mezzo no: vero? E comunque io continuo a pensare che non dovrebbe trovare posto tra i dodici azzurri altrimenti MaraMeo Sacchetti è messo sul serio male. Già il miglior pivot del nostro campionato è oggi come oggi Stefano Crosariol che era stato tentato d’appendere le scarpe al chiodo non più tardi di un anno e mezzo fa. Quando in serie A nessuno lo voleva. E il miglior playmaker è Ariel Filloy che non mi sembra sia nato a Cinisello Balsamo ma a Cordoba. Ed è italiano come io sono argentino della Terra del Fuoco e mi brucerei sul rogo se mi trovate in tutta l’A2 un solo giovane di buone speranze che possa aspirare un giorno a diventare un crack nella nazionale di Petrucci. Forse Leonardo Totè, ventenne di 2 e 08, che gira alla larga dai canestri per la paura di pigliare per sbaglio qualche rimbalzo o un pallone sulla testa?