Più di tutte la Grissin Bon meriterebbe questo scudetto

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Un canestro d’auguri al mio caro Paron Zorzi. Che oggi compie nove anni. Come mi ha confessato: che se ne sia tolto qualcuno? All’ora di pranzo dalla buca sei del Golf Club di Grado. Dove tutti i santi giorni va a giocare. Come Dino Zoff al Parco di Roma. Anche con questo caldo. Ma qui c’è sempre una bella brezza, mi ha rassicurato, che viene dal mare e ti soffia in faccia. Lo spero. La buca sei, se non ricordo male, è in effetti un par quattro corto che costeggia la laguna e dal green butta un occhio sull’isola vicina del santuario di Barbana. Dove ogni prima domenica di luglio i pellegrini vanno in processione sulle barche per ringraziare la Madonna degli Angeli che salvò nel 1237 i gradesi dalla pestilenza. Mi dicono che anche Frank Vitucci, non avendo molto altro da fare, stia imparando a prendere la pallina butterata a mazzate sul sedere nel magnifico campo degli Alberoni. Così poi lo sfidiamo io e Tonino. E lui si scelga pure il compagno che vuole. Basta che non sia Napoleone Brugnaro. Che ha più culo di Gastone, il cugino di Paperino, e farebbe birdie anche dal bunker. Dite di no? E allora trovatemi un altro presidente che abbia avuto quest’anno la sua (magari meritata) fortuna. In primis quella d’aver trovato un allenatore, come Carlo Recalcati, che per tutta la stagione si è fatto scivolare addosso le tempestose lune del presidente meglio di una mantella dei pompieri quando piove che Dio la manda. Isolando la squadra e facendole credere d’essere fortissima. Quando invece era stata fatta con le pinne da Pescolino Rosso Casarin. Che sopravvive anche se non cambi mai l’acqua della boccia di vetro nella quale nuota e non parla, sbaglia i due playmaker e nessuno gli dice niente, anzi: ha uno stipendio più alto di quello di Re Carlo. Il quale ha voluto a tutti i costi Phil Goss e l’ha difeso a spada tratta da chi invece avrebbe voluto rispedirlo negli States. Inventando e ritagliando un ruolo importante per Stone che altrimenti sarebbe stata una pietra al collo. L’avrete capito: sono molto arrabbiato con la dea bendata perché se c’era quest’anno una squadra da premiare con lo scudetto, o quanto meno con la finale, sarebbe stata la Grissin Bon. Molto più dell’Umana. Che ieri sera ha perso una partita che avrebbe dovuto vincere a mani basse contro una squadra che è diventata un lazzaretto, ma ha un cuore grande come un grattacielo del Dubai e s’è arrangiata con cinque uomini più Giovanni Pini, cinque falli, tre rimbalzi e due punti, ma pure lui generosissimo. E sono anche un po’ incazzato con Stefano Michelini che è un amico e domani compie gli anni: 59, se non sbaglio, portati comunque benissimo. Un canestro d’auguri anche a lui. Però non può al termine di gare 6 fare i complimenti ad entrambe le squadre. Perché così fanno i democristiani. E Stefano non lo è. Anche se a Bologna, come dice giustamente lui, di rosso sono rimasti solo i tetti delle case e le Ferrari che girano per il centro della città. Ma i complimenti ieri nella Reyer se li è strameritati solo il Magnifico Goss. E forse il caro Ammiraglio Nelson. Gli altri assolutamente no. Mentre non so chi prima applaudire tra gli eroi di Reggio Emilia: forse Cinciarini o Kaukenas o Polonara (mi raccomando, stavolta con una elle sola), però pure il mio Ricciolino Della Valle e Silins sono stati eccezionali per grinta e coraggio. Dite di no? Ma andate a farvi benedire. E, già che ci siete, portatevi dietro anche Max Chef Menetti. Che comunque, me l’ha promesso, quando andrà in vacanza a Grado, si unirà il 5 di luglio ai fedeli della processione in acqua al santuario di Barbana. Perché in un colpo solo è riuscito a perdere Lavrinovic, Mussini e Drake Diener e non ha fatto nemmeno una piega. Ed è stato bravo anche a non cedere alla tentazione d’utilizzare Cervi a primavera che pure gli sarebbe tornato comodo, ma il gigante si meritava un bagno d’umiltà e lui glielo ha fatto fare dalla testa ai piedi. Lo so, mi aspettavate tutti al varco pensando che avrei sbagliato pronostico. E invece la finale tricolore sarà da domenica Milano contro Venezia. Come vi avevo detto una settimana fa. L’EA7 rivincerà lo scudetto per 4-0 o al massimo 4-1. E la Reyer di De Raffaele assieme a Milano disputerà l’Eurolega. E poi non ditemi che Napoleone Brugnaro in fucsia non è fortunato. Anche se domani al Taliercio tornerà ad arbitrare Citofonare la Monica al quale la scorsa volta il futuro sindaco di Venezia ha gridato dietro di tutto e per questo è tutt’ora squalificato. Anche se stasera al Forum rientrerà dalla squalifica Daniel Hackett e Alessandro Gentile, formato Nba, non potrà far di nuovo il saltimbanco spensierato. Mentre alla Grissin Bon sono già riusciti due o tre miracoli e chiederle un quarto sarebbe davvero esagerato. Ammettendo però che anch’io ho sbagliato: difatti non solo non ho mai usato la brillantina Linetti come Cesare Polacco, ma nemmeno avrei mai pensato che Silins potesse ripetersi due volte così ad alti livelli. E per questo mi cospargo umilmente il capo di cenere.