A volte basta accontentarsi e si è felici lo stesso. Anche per una finale tutta italiana di Fiba Europe Cup. Che siamo sinceri è la quarta coppa continentale del basket come lo era la Mitropa nel calcio ai tempi della Coppa dei Campioni, della Coppa delle Coppe e della Coppa Uefa. Andata ad Avellino nel giorno del bocolo di San Marco. Il ritorno otto giorni dopo, cioè il due di maggio, al Taliercio. Dove farà un caldo bestiale al quale non voglio nemmeno pensare. E comunque viva il derby d’Italia. Però adesso lasciatemi per l’ultima volta ripetere che la Reyer di Napoleone Bugnaro, in quanto campione tricolore, si sarebbe meritata di disputare l’EuroLega e che la Sidigas di Gianandrea De Cesare, bene o male la seconda o la terza società più ricca dello Stivale, avrebbe dovuto e potuto giocarsi una finale ben più prestigiosa come è l’EuroCup che per la verità è sfuggita di mano sul più bello ai grissini di Reggio Emilia. Se invece la dobbiamo proprio stracciare, non voglio neanche immaginare cosa sarebbe successo se Avellino non avesse eliminato i danesi del Vatteliapescare e Venezia gli olandesi del Groningen. Apriti cielo. Tanto più che tre triple del terribile Curry a metà dell’ultimo quarto avevano cancellato il più 10 dell’andata e molti oro-granata da Peric allo stesso Daye, ma anche Johnson e Jenkins erano andati in totale confusione pasticciando l’impossibile e sparacchiando a vanvera. Insomma la barca stava già imbarcando acqua quando Haynes ha tappato la falla con un canestro da togliere il fiato e il figlio di Darren è salito in cielo con la freddezza della star che nel caos ritrova la bussola che solo Bramos e Watt non avevano smarrito per strada. La Reyer è già in Sardegna. Dove domenica a mezzogiorno affronterà il Banco di Sardara nell’ultimo serio ostacolo che ancora la separa dalla sfida di mercoledì 9 maggio al Taliercio per il primo posto con l’Armani. Ora non so se ci avete fatto caso ma in pratica sino all’ultima giornata della regular season la squadra di Walter De Raffaele giocherà ogni tre o al massimo quattro giorni prima di tuffarsi nei playoff a raffica e allora viene da domandarsi: ne valeva sul serio la pena? Di far cosa? Di giocare la Fiba Europe Cup? Valerio Bianchini glielo aveva sconsigliato. E il Vate di solito ci piglia. La mia risposta invece è doppia come tanti giornalisti che conosco: sì se dovesse conquistare un trofeo comunque di gran valore soprattutto storico, no se la coppa dovesse finire nella bacheca dei lupi affamati di Sacripanti(bus). Anche se è vero che la coperta veneziana è parecchio lunga con Johnson o Jenkins che in campionato possono accomodarsi in tribuna e con Edgar Sosa che può allenarsi con il grande (e grosso) Renzo Colombini tutti i giorni della settimana e Dio solo lo sa di quanto ne abbia bisogno. E lo stesso discorso, rigirando la frittata, vale per Avellino. Però la risposta che taglia la testa al toro me l’ha consigliata un caro allenatore che di queste cose se ne intende: sarà comunque più facile per entrambe vincere la quarta coppa della Fiba che lo scudetto. Perché questo è di Milano. A meno che non venga giù il mondo. Che poi Simone Pianigiani vi stia sulle palle come Max Allegri perché sono due toscani che non leccano il culo a nessuno e qualche successo l’hanno ottenuto nel Paese in cui chi primeggia deve essere per forza anche antipatico, magari disturba più me che loro. Non sopporto infatti che si dica che l’Armani vince in Italia ma gioca male ed è un disastro in Europa e nemmeno questo è vero. Così come è per la Juve che non entusiasma come il Napoli, eppure l’ultima partita che ha perso in campionato risale allo scorso metà novembre. Piove ed è colpa solo di Simone e non magari di Theodore o di Kuzminskas. Sbaglia un paio di rigori Dybala e la colpa è di Acciuga perché non l’ha fatto tirare al Pipita. Ma per favore. E comunque li avete visti i playoff di EuroLega? Per esempio Panathinaikos-Real Madrid e poi ditemi: ce li ha Pianigiani giocatori di enorme talento come Nick Calathes e Rudy Fernandez per non parlare di Mike James e di Luka Doncic? Eppure non più tardi di due settimane fa l’Armani ha perso con lo squadrone ateniese d’un punto dopo un tempo supplementare per un autocanestro all’ultimo secondo di Amath M’Baye. E per colpa ovviamente dell’odioso senese della Lupa, amico mio e per giunta gobbo come me.