La saga della Lega del basket mi prende da matti. Più di Un posto al Sole su Raitre che è ormai prossimo alle 5.400 puntate. Mentre io ne ho scritte appena due e oggi ricomincio da tre. Questa però è davvero speciale perché mai e poi mai avrei pensato che al Giannino Petrucci, con tutti i problemi che gli danno le sue nazionali, avanzasse ancora il tempo per attaccare, apparentemente senza motivo, Egidio Bianchi proprio adesso che il commercialista di Siena, buono come il pane, ma non tre volte buono, ha aperto gli occhi e riesce finalmente a distinguere gli amici dai nemici o meglio, dai cortigiani come li chiama Michel Platini scottato pure lui da chi gli era vicino e spergiurava di volergli bene più d’un fratello. Gli remavano contro Pallino Sardara (Banco di Sardara), SottoMarino Marino (Happy Casa), Renzi non Matteo ma Valentino (Pompea), Toti padre e figlio, Claudio e Alessandro (Virtus Roma), e Marco Vittorelli (Openjobmetis) compagno di merende di DisGuido Bagatta che con il presidente della Lega era culo e camicia almeno sino ad un paio di mesi fa. Non ci voleva molto a capirlo, ma i sei rivoltosi hanno dovuto uscire allo scoperto in assemblea perché Bianchi si rendesse conto che volevano farlo fuori sostituendolo nientepopodimeno che con Andrea Bassani. Il bello è che non so quante volte da un paio d’anni glielo avevo detto e ripetuto quel che poi è venuto alla luce nell’ultima assemblea dei diciassette club della serie A, ma lo scellerato Egidio non solo pensava che fossi il solito esagerato, ma addirittura appoggiava anche finanziariamente qualsiasi iniziativa promossa da Bagatta, e sostenuta da Vittorelli, o le convention organizzate dalla Banda Osiris dei Bassani e dei Chiabotti o le interviste televisive degli Arrigoni e dei Mamoli. A tal proposito un aficionado mi ha segnalato che nell’ultima puntata dell’inguardabile Sky Sport Room c’era Ettore Messi(n)a ospite di Tavelli, Condò e Tranquillo. Povero Fabio (ovviamente Tavelli). E comunque al professore di Medicina II che mi ha in cura ho chiesto proprio oggi il permesso di poter vedere i tre fenomeni della Band che concionano dei massimi sistemi del pallone con la prosopopea dei pedanti. E lui mi ha risposto: “Decisamente meglio di no. Potrebbe farti parecchio male. Piuttosto domenica vai pure al Taliercio sperando che la Reyer batta l’Armani e così ti distrai un po’”. E’ quel che senz’altro farò. Sempre che non si muoia dal freddo. Intanto Egidio Bianchi ha già provveduto ad allontanare da sé Marco Aloi che gli metteva il bastone tra le ruota e farà di tutto anche per tenere distante Andrea Bassani da sé e dalla Lega. Era tempo e ora. E, quanto meno, sino alla fine campionato non dovrà ancora camminare rasente ai muri. Più difficile piuttosto da spiegare è la sparata a ciel sereno di Petrucci che nel mio incipit ho definito con ironia “apparentemente senza motivo”. In verità una bella spiegazione c’è. Anche perché Giannino non fa mai niente per niente e, se ha dettato (voce del verbo dettare) a Mario Canfora un articolo sulla Gazzetta dal titolo “Seria criticità di governo in Lega”, non lo ha fatto perché C10H16O ormai lo leggono solo in tre (moglie e figli) in tutta Italia, né perché è così spietato da uccidere un uomo (quasi) morto come vorrebbero far apparire oggi il presidente di Lega lasciato vergognosamente fuori dalla porta per un’ora e mezza durante l’ultima assemblea delle società della massima serie, ma per tre ragioni molto semplici. 1. Il filo doppio che lo lega oggi a Pallino Sardara che gli ha sistemato la rogna Torino ricevendo in cambio il favore di non disautorare il designatore arbitrale Marco Giansanti che – fateci caso – manda sempre a dirigere Carmelo Paternicò quando è delicata la partita per Sassari. Una sorta di santa alleanza come quella tra Alessandro I, zar di Russia, con la Prussia e l’Austria. 2. Al presidente del Palazzo fa sempre comodo che la Lega sia debole così lui la può condizionare a piacere. 3. Evidenziando “un serio problema di governabilià della Lega” e sollecitando un nuovo contratto con la Rai, il furbone di Valmontone e di tre cotte devia il discorso in questo modo evitando che la gente si ricordi che è stato lui a cuor leggero a spingere la nazionale tra le braccia mortifere di Sky e quindi della Banda Osiris di Alessandra Ferrari che a Ciccioblack (nella foto col Messi(n)a) lascia sempre fare quel che gli pare e piace. (-3- continua)