Milano al Pascolo in attesa di altri colpacci di mercato

davide-pascolo

Vi ho raccontato ieri che ero stato quattro cinque giorni sulla luna, ma non ve la siete bevuta. Bravi, cominciate dopo due anni a conoscermi su questo blog e soprattutto a discernere tra una bufala e un oracolo. Che per altro non dice sempre la verità. Come del resto trequarti della gente del nostro basket. O forse qualcuno, a parte il don Quijote che è parte integrante di me, vi ha svelato che il nuovo manager di Amedeo Della Valle, l’agente Misko Raznatovic, ha proposto il Ricciolino di Reggio Emilia a Milano? Ora tra il dire e il fare c’è sempre di mezzo il mare e quindi prima di vedere Luce dei miei occhi, nonché figlio del marchesino Carlo di Carabas, con la maglia numero 8 dell’Armani ne dovrà passare d’acqua sotto al ponte di San Pellegrino che attraversa il Crostolo. Punto primo perché Della Valle è di proprietà della GrissinBon e quindi, piaccia o no, Livi(d)o Proli dovrà bussare alla porta di patron Stefano Landi per discuterne almeno il prezzo d’acquisto. Secondo: non basterà un milione d’euro per strappare Della Valle al club che, a suo tempo, ha creduto in lui più della stessa Olimpia alla quale era stato pure offerto da Virginio Bernardi. E non mi si dica che non è stato così perché c’impiego poco ad arrabbiarmi e vuotare tutto il resto del sacco. Terzo: se Alessandro Gentile guadagna un milione e spiccioli d’euro puliti all’anno non credo che il talento d’Alba, più pregiato del tartufo, s’accontenti di prenderne poco più della metà. Quarto e non ultimo punto: dal momento che il buon Raznatovic ha tra i suoi clienti anche Vassilis Spanoulis perché non butta là pure il nome del geniale playmaker dell’Olympiacos che non è più un bimbo, d’accordo, ma che a 34 anni potrebbe ancora tornare molto utile alla Milano di Gelsomino piangente Repesa che nella prossima stagione dovrà giocare trenta partite in serie A e altrettante in giro per l’Europa senza contare gli scontatissimi playoff? Una grande squadra, soprattutto se è figlia del quarto uomo più ricco del BelPaese, nasce da solide fondamenta. Altrimenti prima o poi crolla e s’accontenta di collezionare scudetti. E quindi è inutile che ci giriamo tanto intorno: o le dai qualità con un regista di primordine, sia questo Spanoulis o Teodosic del Cska, che ha anche cinque anni di meno, o ti arrangi con quel che hai in casa, parlo dei Cinciarini o dei Lafayette o dello stesso Kalnietis, ma poi devi accettare le critiche che ti pioveranno inesorabilmente addosso se non sarai di nuovo da corsa. Soprattutto in una EuroLega alla quale hai detto che non puoi rinunciare per nessuna ragione al mondo e per questo hai persino convinto non solo Giannino Petrucci e Bau Bau Mann, ma anche tutta la Lega dei pecoroni a parte le tre società (ex) ribelli. Ora immagino quale sia la vostra obiezione: parli già della prossima stagione quando non hai ancora speso una riga per i playoff che da mercoledì entreranno nella fase più calda con la prima semifinale tra Reggio Emilia e Avellino, le due squadre che giocano oggi meglio in Italia, e la seconda tra Milano e presumibilmente la nuova Venezia di Pargo, Ejim e Krubally, i tre azzeccati acquisti dell’ultima ora. Obiezione accolta, però dovete anche mettermi nei miei panni e capire che, se adesso vi racconto che la Grissin Bon o la Sidigas può mettere il bastone tra le ruota del tir di Giorgio Armani, faccio la figura del mio Sancio Pancia in sella ad un somaro e divento lo zimbello anche di So-na-lagna Soragna. Certo, non mi dispiacerebbe, al contrario di tutti i longobardi, che Milano perdesse anche questo scudetto. Sono sincero e lo dico. Né voglio togliere i sogni a chi li tiene ben custoditi nello scrigno, ma avete visto Trento del bravo Buscaglia che fine ha fatto nonostante si sia battuta con gran coraggio e abbia creato non pochi grattacapi in ogni pronti e via delle tre gare dei quarti contro una EA7 che è partita sempre a scoppio ritardato con i quintetti iniziali sistematicamente sbagliati? E’ bastato infatti che Gelsomino piangente si bendasse gli occhi e pescasse altri tre o quattro pesciolini d’oro dalla sua panchina di stralusso a forma di vasca perché tutto tornasse nell’ordine naturale delle cose e dei fatti. Senza dimenticare che Repesa a cuor leggero ha rinunciato ieri sera a Rakim Sanders, l’mvp dei passati playoff. Non so se mi sono spiegato. Intanto Davide Pascolo con la lacrima sul viso ha fatto il giro del parquet e salutato Trento prima di correre nello spogliatoio e firmare un contratto che lo legherà alle scarpette rosse per i prossimi tre quattro o cinque anni. Come farà presto anche Andrea Bargnani non appena si convincerà che non potrà più guadagnare le cifre esagerate che Maurizio Gherardini gli ha fatto prendere nella Nba e che oggi non gli propone più neanche per il Fenerbahce di Obradovic dove l’ex benettoniano sta facendo un ottimo lavoro. Come vedete, gira e rigira, il discorso ruota sempre intorno al mercato di Milano che nella primavera dei playoffs si è giustamente mossa con largo anticipo e non per comprare carciofi ma primizie. Altrimenti gli succede come l’estate scorsa con Gigi Datome. Ma questo è un altro discorso. Che vi farò domani. Adesso ci sono le final four di Eurolega che mi aspettano e non le voglio lasciar attendere.