Silvio Berlusconi era ieri a Mogliano Veneto. E la puzza, che si è srotolata per oltre dieci chilometri lungo il Terraglio, è arrivata sino a casa mia. Tanto che la Tigre, tappandosi il naso, si è domandata ignara: “Ora puliscono i pozzi neri anche al sabato?”. Lo accompagnava Francesca Pascale che ha 49 anni meno di lui e fa da badante a quell’arzillo vecchietto d’ottanta che assomiglia invero sempre più ad un pupazzo in cartapesta su un carro allegorico del carnevale di Viareggio che dondola la testa farfugliando: “Camerati, ho un piano per battere Renzi e vincere le Politiche con tre milioni di scarto arrivando oltre il 40 per cento”. Il bello è che c’è ancora qualcuno che gli crede: dall’ultimo sondaggio sembrerebbe un idiota su dieci del nostro Stivale. E che magari lo andrà anche di nuovo a votare. Come quando il Cainano giurava sui suoi figli di non aver mai toccato in vita sua una puttana e intanto mandava a puttane tutta l’Italia (citazione di Crozza). O come quando Benito Mussolini dal balcone di Palazzo Venezia a Roma annunciò d’aver consegnato la dichiarazione di guerra agli ambasciatori di Gran Bretagna e Francia. E gli uomini e le donne d’Italia, dell’Impero e del Regno d’Albania, fragorosamente lo applaudirono nella piazza gremita di folla in delirio. Condannato a quattro anni di reclusione per frode fiscale e imputato in almeno altri venti provvedimenti giudiziari, condonato e prescritto, martire della patria e della giustizia, cartellino rosso, in quanto espulso dal Parlamento, e decaduto dalla carica di senatore e cavaliere, Berlusconi è stato intervistato dal Gazzettino al quale ha detto di Galan: “Conosco Giancarlo da tantissimi anni e non credo alle accuse che gli hanno rivolto. Non posso sentirlo perché è agli arresti domiciliari, ma seguo da vicino il suo calvario”. In effetti Silvio avrebbe anche potuto aiutare l’ex governatore del Veneto (per ben tre lustri, ndr), e suo ministro alla cultura e all’agricoltura, a portar via da Villa Rodella almeno il vaso e il bidet confiscati, e assai pesanti, ma gli avvocati patavini glielo hanno decisamente sconsigliato per via di quella schiena che al Dottore fa davvero un male cane e gli fa vedere le stelle. Poverino. Evidentemente, come ha scritto ieri Michele Serra, stiracchiandosi sull’Amaca di Repubblica, il garantismo di Forza Italia non vale per chi ruba nei supermercati, ma solo per chi li ha costruiti rubando (citazione di De Gregori). “E ci sarebbe da ridere se non ci fosse d’arrossire” per i dirigenti milanesi del partito dell’ex pregiudicato che, a suo dire, vincerà a mani bassi tra un paio d’anni le elezioni. I quali si sono ridotti a contendere ai fascisti e ai leghisti, che fanno parte più o meno della stessa brodaglia, la candidatura comunale di Francesco Sicignano, il 65enne che un mese fa sparò e ammazzò un ladro sulle scale della sua villetta a Vaprio d’Adda. E per questo è indagato per omicidio volontario. Il prossimo consigliere di Milano ha in verità delle idee molto democratiche: “La proprietà privata va difesa con le armi, pistole o fucili, scelga Alfano, e con dei bei rastrellamenti quotidiani, di notte come di giorno. Ho poi molta stima per Silvio Berlusconi, con cui condivido la passione per la gnocca”. E adesso ditemi voi: come si fa a non votarli?