Mi viene subito il prurito, e mi gratto come un ossesso, se solo uno mi dice: “Tranquillo, ci penso io”. Tranquillo a chi? Prova a ripeterlo. Ditemi pure quel che volete: fai il bravo, sta buono, non agitarti che ti fa male al cuore, sei un coglione. O anche di peggio. Okay, accetto tutto. Ma mai: “Tranquillo, ci pensiamo noi”. Divento una belva. Lo so, non ve ne importa più di tanto di questa disputa tra piccoli uomini della nostra pallacanestro, ma vorrei vedere voi al mio posto. Vi gettano il guanto di sfida, lo raccogliete e nessuno poi si fa più vivo? Un aggettivo forte per definire l’urlatore di Sky anche l’avrei sulla punta della lingua, ma vi ho promesso di contare sino a tre e mi sono fermato a due e mezzo. Perché nel frattempo mi hanno avvertito che Lui è negli States. A far cosa? Ma dove vivi? Non lo sai che ci sono le finali della Nba? Come no, ho goduto da morire per la vittoria in gara 1 degli Spurs maturata nell’ultimo periodo con un break di 16-3 che ha schiantato gli Heat senza però LeBron James, portato fuori a spalle. Poveraccio, aveva i crampi e
non stava più in piede. Succede. E’ accaduto qualche anno fa anche al Pelide Achille, invulnerabile guerriero, per colpa di un tallone un cicinin fragile. E ho già puntato la sveglia alle due di stanotte: non mi potrei mai perdere le cheerleaders del Texas. Ma avete visto come agitano i culetti ballando col Coyote? Altro che Belinelli. Però anche voi: pensate ancora che scherzi quando vi racconto che dal medico di base al cardiologo mi hanno severamente proibito, oltre che di fumare, soprattutto di non ascoltare le telecronache della Nba su Sky? Difatti, come fa Sandro Gamba e mi dicono ultimamente anche Dan Peterson, ho spento anche venerdì quasi all’alba il volume e mi sono visto la partita tranquillo. Che dico? Giulivo come un bimbo. E senza grattarmi dappertutto. Ho comunque anch’io un uccellino, come Alex Del Piero, che mi ha cinguettato all’orecchio: a San Antonio c’erano anche Mozzarella Pessina e Mammoletta Mamoli. I quali avrebbero anche potuto avvertire Tranquillo che LeBron James non aveva un problema alla schiena, né che si era infortunato un ginocchio e nemmeno che si era strappato un gemello, ma che semplicemente aveva i crampi. Per il caldo. Come tutti quanti noi in Italia. E per colpa dell’aria condizionata che si era rotta nel faraonico impianto degli Spurs, Né dopo una favolosa schiacciata in contropiede di Danny Green serviva urlare come mi hanno raccontato: “Il più grande mistero agonistico della storia del mondo moderno: il basket!”. Esagerato. E mi è venuto subito un tremendo prurito alla pancia. Che mi gratto. Ma credetemi: non è ozio.