Pensavo anche l’altra sera, saltabeccando col telecomando da una partita all’altra, quanto sia stata illegale quest’anno l’irregular season del basket se la Varese di Artiglio Caja, esclusa dai playoff, con le quattro squadre che si sono giocate sabato l’accesso alle semifinali ha perso una sola partita su otto, quella di Trento alla terza di ritorno e nemmeno di molto (74-71). Ha invece vinto in casa e fuori, lo sottolineo, in casa e fuori, con la grande Cremona del cittì MaraMeo Sacchetti, la Reyer di capitan Marquez Haynes e la Trieste del Paisà Eugenio Dalmasson. Dove forse non hanno ancora ben capito come stanno veramente le cose se qualcuno sta studiando il modo di trattenere Goran Dragic, che non ha proprio un ingaggio da ridere, e pensa che Chris Wright resterà all’Alma solo per attaccamento alla piazza. Per carità di Dio, non voglio togliere entusiasmo ai fratelli e non fatemi passare per quello che non sono. Cioè un cinico. Trieste mi è carissima e Giorgio lo sapeva assai bene. Oggi Giorgio Farneti avrebbe compiuto 71 anni e chissà cosa si sarebbe inventato per il suo compleanno. Quando c’è da far festa i muli non sono secondi a nessuno. E l’amico era un numero uno. Generoso come pochi altri ne ho conosciuti nella mia vita. Però l’Alma, che non sarà più Alma, è per il 95 per cento di Luigi Scavone che è agli arresti accusato d’associazione a delinquere per frode fiscale. E quindi la serie A al momento resta ancora un sogno per Trieste. Ricordando che anche la stessa Fortitudo sta facendo fatica a trovare i soldini per iscriversi al prossimo campionato e pure Roma, abbandonata da Piero Bucchi, è senza un centesimo, sponsor e campo d’allenamento. L’ho presa alla larga. Molto alla larga. Perché così, se ce la faccio, vorrei rimanere distante dalla bella delle belle che tra pochissimo inizierà al Taliercio anche perché di bello le quattro sfide tra Venezia e Trento sinora hanno offerto poco o niente. Anzi, sono state una più tremenda dell’altra. A parte questa foto di Mitchell Watt e Devyn Marble che si affrontano viso a viso. Per il resto non è stata pallacanestro. E neanche palla prigioniera e, al massimo, palla avvelenata. Se le sono soprattutto date di santa ragione e le ultime due volte la Reyer le ha soltanto prese. Anche perché non sa picchiare. Mentre la squadra di Maurizio Buscaglia ormai lo ha imparato a fare a regola d’arte coinvolgendo anche Marble che sembra ballare sulle punte dei piedi ma pure lui poi sa randellare che è un piacere. Anche l’Orso Eleni è partito del resto oggi sull’Indiscreto addirittura dal lago St.Mary, nel Montana, “dove hanno girato gli esterni di Shining, l’horror superbo di Kubrick” per arrivare alla conclusione che “l’unica vera rivale di Milano è Milano stessa”. Come ha scritto pure Roberto De Ponti(bus) sul Corriere. E potrei anche essere d’accordo con loro se almeno fosse riconosciuto a Simone Pianigiani che un cincinin bravo pure lo è se dal suo primo scudetto dei playoff 2007, che affrontò da debuttante allo sbaraglio, è ancora imbattuto nelle 22 serie di partite che ha disputato. Anche perché poi non ci sarà più tempo per farlo dal momento che è assai probabile che l’Armani sia eliminata al prossimo turno dal meraviglioso Banco di Sardara. Visto che tutti non hanno adesso che occhi per l’imbattibile squadra del Poz Pozzecco che Enzino Esposito, campione del mondo, ha abbandonato sul più bello della stagione, cioè con le final eight di Coppa Italia alle porte, e nessuno ovviamente più se ne ricorda. Men che meno Grazia Graziella Grazie mille Bragaglio che ha avuto troppa fretta di portarlo a Brescia anche se mi dicono che lei è stata l’ultima ad essere convinta da Riccardino Sbezzi e Luca Vitali che alla Germani comanda più di Sandrino Santoro. Evviva. E comunque non occorreva che Mamma Rosa scomodasse addirittura due giannizzeri per copiare questa notizia che avevo già dato sul mio meraviglioso blog se non sbaglio una decina di giorni fa. Sarebbe bastato dirmi grazie e offrirmi un caffè. E invece niente. Più taccagna di Ciccioblack Tranquillo che sta partendo per le Americhe e chissà che non se lo tengano.