Pensavano forse i soliti idioti d’averla fatta franca solo perché sabato avrei voluto andare al mare, ma pioveva di brutto e sono rimasto a casa, arrabbiato più di un cavolo acido. E domenica ho partecipato al funerale del Calcio Padova e del mio amico Michele Serena, incolpevole predestinato di una retrocessione in serie C da tempo annunciata. E, già che c’ero, anche a quello di Cantù, che secondo il giovane Werther, in verità non più tanto giovane, avrebbe dovuto vincere il titolo. Di cosa? Delle belle statuine? Solo una domanda e poi tiro innanzi: quanti scudetti si è cucito al petto in carriera il magnifico Sacripantibus? Neanche mezzo per sbaglio, eppure è il più venerato in Italia dalla Band. Lunedì ho dovuto invece accompagnare la mia Tigre da Robi Vianello, amico di vecchia data e ex medico della nazionale di basket ai tempi d’Ettore Messina, ragazzo squisito e ortopedico molto gettonato. Dovrà operarla in artroscopia al ginocchio destro il prossimo 9 giugno. Se non l’avrò ammazzata prima. Ovviamente scherzo. Solo un menisco rotto, ma non è questo il punto. E’ che avevo in mente di gustarmi gara 4 tra Pistoia e Milano che mi ero registrato dalla sera prima e di cui ancora non conoscevo l’esito. Quando Roberto se ne è uscito con questa domanda senza risposta: “Ma come può Milano perdere due volte di fila con Pistoia?”. No, non può: ho sospirato, ma intanto, mannaggia, avevo saputo il risultato. Per non parlare di ieri. Hai la pressione parecchio alta: 100-180. E sei ingrassato come un maialino da latte. Mi ha guardato di traverso Beppi Scattolin, un altro buon amico che ha fatto carriera ed è diventato primario di cardiologia a Este e Monselice. Mentre io non mi sono neanche laureato e sono rimasto un somaro che ancora s’arrabbia se scrivono “come da noi anticipato” e non è niente vero: mi hanno solo saccheggiato la notizia del 25 aprile, giorno in cui si festeggia la Liberazione ma anche San Marco. Facendo finta di nulla. Bari e sanguisughe. Oltre che ladri patentati. Ora il fatto d’essere stato ripreso dal giovane Pedrazzi, come è successo per la storia di Moss, Hackett e Banchi interrogati tempo fa dalla Guardia di Finanza di Siena, magari è stato per me anche un piacere constatare d’essere stato in fondo copiato dal grande Corriere. Ma che un paio di quotidiani che vendono una miseria di copie in laguna spaccino per loro lo scoop di Recalcati a Venezia, che è ammuffito da quasi un mese, dopo aver fatto anche i nomi di Vitucci e Crespi, e raccolto le smentite convinte di Pescerosso Casarin, è stato proprio squallido e antipatico. Da piccoli e poveri contrabbandieri.