Altri tre fischietti sono stati fermati per due turni e stavolta non perché il cittì si è lamentato con la mamma e la mamma lo ha detto al papà e il papà di tutti ha chiamato il severo commissario di Bologna e il solerte commissario ha telefonato a Guerrino Cerebuch che ha congelato Sardella assieme a Baldini e Quarta e, visto che c’era, pure l’osservatore Sergio Borroni che non aveva bocciato il loro arbitraggio in Armani-Vanoli dello scorso fine novembre come avrebbe preteso MaraMeo Sacchetti. E poi quel che piange è sempre e solo Simone Pianigiani. Se devo essere sincero, non mi era sembrata così scandalosa la loro direzione di gara, ma chi sono io per giudicare? Nessuno. Piuttosto non mi erano piaciuti sabato sera i tre di Germani-Umana e mi sembra d’averlo scritto domenica senza tanti giri di parole come è nel mio costume. Altrimenti adesso chissà dove sarei. Forse al posto di Massimo Gramellini su Raitre il sabato sera o di Fabio Fazio addirittura la domenica e il lunedì su Raiuno. Ma mi posso sempre esser sbagliato. Fatto sta che ieri sono stati sospesi ancora per due giornate Gabriele Bettini, Denny Borgioni e Matteo Boninsegna. Il provvedimento stavolta mi è sembrato più giusto. Anche se dirvi non so se qualche suggerimento sia di nuovo piovuto dal cielo nel padiglione del ex fischietto di Trieste oggi responsabile degli arbitri di serie A. Il che sarebbe indubbiamente molto grave. Perché così non si fa. Altrimenti poi tutti hanno il diritto d’andare a bussare alla porta di Giannino Petrucci, che ha ben altre cose a cui pensare, in primis a C10H16O (Mario Canfora) e alla nazionale. Portando ciascuno le sue giuste ragioni. Però i due tiri liberi a Julyan Stone sul 72-70 dovevano essere fischiati. Ne sono ancora più convinto. Adesso che ho visto e rivisto le immagini del finale di partita ed essermi consultato con chi ne sa molto più di Ciccioblack Tranquillo. Che da ragazzo ha battuto anche questa strada con risultati tanto disastrosi quanto allucinanti che quasi quasi è stato una benedizione divina che abbia scelto di non continuare ad arbitrare e di cambiare mestiere. Scegliendo quello dell’urlatore televisivo sulle orme di Tony Dallara. Prima con Federico Buffa alla radio sotto canestro e poi con la sua Banda Osiris. Lui al trombone, Bassani al violino, Chiabotti ai piatti e Bernardi dietro le quinte. Però quello di Cunningham su Stone lanciato a canestro era un fallo come minimo da arresti domiciliari e da due tiri dalla lunetta. Che l’americano della Reyer non è detto che avrebbe poi realizzato entrambi. Intanto per le stanze bolognesi della Lega del basket, che non è molto meglio di quella che fu di Bossi e adesso è di Salvini, hanno visto entrare e uscire Emanuele Aronne. E partecipare a questa o a quella riunione di commissione con questo o quel dirigente di società. Adesso perché sia lì il braccio destro di Luigi Lamonica, al quale tiene il posto al caldo, io l’ho spiegato tre settimane fa: il consulente per la Lega del settore arbitrale. E chi l’ha messo là? Livio Proli con il benestare di Egidio Bianchi e di qualche amico di club. Però lo so io e nessun altro. O almeno Mamma Rosa e il suo piccolo Canfora non l’hanno ancora confermato facendo finta di nulla e preparandosi a cadere presto dalle nuvole. Eppure Aronne già prende lo stipendio. Insomma quanto meno attendo una conferma o una smentita ufficiale: domando troppo? Non credo. E così, già che ci siete, mi potete spiegare anche cosa ci facessero lunedì i vertici della Banda Osiris in Lega insieme al direttore marketing e commerciale Marco Aloi? Gatta ci cova e, appena scopro il mistero, giuro che ve lo svelo. Forse è in arrivo una nuova sponsorizzazione di cui ci sarebbe tanto bisogno come lo stesso Proli si augura perché sarebbe anche stufo di prendere parole quando poi tocca solo a lui coprire i buchi della Lega con un’intera pagina di pubblicità dell’AX Armani Exchange sull’inserto del mercoledì della Gazzetta che chissà perché è stato anticipato di un giorno e nessuno ha dato spiegazioni nemmeno al presidente Bianchi che dovrebbe cominciare a farsi sentire prima che gli camminino pure sulla testa. Grazie che me l’avete ricordato, oggi vi avevo promesso di scrivere dell’Alma e delle parole di fuoco che Gianluca Mauro, che mi dicono sia l’amministratore delegato di Trieste, ha riservato nel dopo partita alla terna arbitrale formata da Roberto Begnis, Guido Federico Di Francesco e Martino Galasso. Di cui per la verità si è lamentato, e non stavolta a torto, pure Pianigiani per conto di Arturas Gudaitis (nella foto), strapazzato dal primo minuto da Knox e gli altri muli alti e grossi. Ma il tempo è scaduto. Anche per parlarvi degli attacchi vigliacchi di Massimo Pisa (n. 037 di tessera biosiris) su Repubblica all’allenatore più vincente d’Italia parlando di spifferi che sono invece vergognose calunnie e maldicenze. Tirando in ballo anche Sandro Gamba più ingenuo di un bimbo. A domani. Che ci sarà da divertirsi.