Dieci motivi per cui il Napoli non vincerà lo scudetto

 

higuain

Ma quale partita hai visto? E non lo dico al tifoso del bar Verdi, dove andavo a giocare la schedina e, già che c’ero, provavo due tiri d’accosto a boccette. O al barbiere sotto casa mentre mi fa la barba e rischio che mi tagli la gola. Ma al giornalista di Sky. Che è genericamente un fuoriclasse per tempismo, ritmo, puntualità e brio quando si cimenta nelle telecronache in diretta. Ma diventa una frana nel commento finale quando precipita nel vuoto dell’ovvio e cerca disperatamente d’aggrapparsi al suo opinionista di turno che non gli dà una mano neanche per sogno. Specie se hai al fianco Beppe Bergomi, che vede solo il mondo in nero e azzurro, o, peggio, Daniele Adani, che sa tutto lui e ha rinunciato a fare il vice di Mancini all’Inter. Un peccato. Per non parlare di Massimo Ambrosini al quale, annotando in Fiorentina-Empoli la sostituzione di Khouma el Babacar, è sfuggito persino di dire: “Esce scuro in volto”. Ma va? Eccezion fatta per Riccardo Trevisani, indiscutibilmente il numero uno, che sarà anche uno sfegato giallorosso, ma mai come il suo capo, Fabio Caressa. E comunque Trevisani non si lascia influenzare dal risultato dopo il novantesimo (più recupero) per valutare le prestazioni delle due squadre come ha fatto ieri sera Maurizio Compagnoni al termine di Napoli-Inter. “Questa partita dice che il Napoli è da scudetto, ma è da scudetto altro che pure l’Inter”. Nemmeno Ponzio Pilato sarebbe riuscito ad essere più equilibrato nel giudizio super partes. Però a Compagnoni mi permetto lo stesso di chiedere: Ma che partita hai visto? L’Inter avrebbe meritato non uno ma tre punti e non mi sbaglio: in dieci i nerazzurri sono stati molto meglio degli azzurri di Marx Sarri. Infatti ricordo una sola parata di Handanovic e per contro i tre miracoli di Reina, né posso dimenticare i due pali colpiti da Jovetic e Miranda o Ljajic che nella ripresa ha fatto ballare tutti i topi del centrocampo del Napoli. E siccome l’Inter di Meches Mancini non vincerà il campionato, altrimenti entro in monastero e ci resto, a maggior ragione non penso che ci riusciranno l’immenso Gonzalo Higuain e i suoi compagni di merende. Ma come? Lo so: stupite. Solo ieri pomeriggio hai scritto sul blog che il Napoli avrebbe battuto l’Inter, come è puntualmente avvenuto, e avrebbe conquistato il terzo titolo dopo i due di Maradona, e nel giro di meno di ventiquattr’ore hai già cambiato idea? Sì, perché non posso? E ve ne spiego i futili motivi in questo decalogo. 1. Perché nel suo delirio di onnipotenza lo zio Aurelio poi chiederà al Padre Eterno di farsi un po’ più in là e prenderà il suo posto. 2. Perché l’impresentabile Marx Sarri è di sinistra come Felice Casson che è riuscito a perdere la corsa a sindaco di Venezia e non perché mangiava i bambini, ma perché era indigesto persino al popolo del Pd. 3. Perché non glielo auguro, ma al Pepita prima o poi verrà un raffreddore o comunque avrà un improvviso calo di forma: altrimenti sarebbe Maradona o Messi o Cristiano Ronaldo. 4. Perché Manolo Gabbiadini è allergico alla naftalina e a gennaio probabilmente chiederà di cambiar aria e cassapanca. 5. Perché nel girone di ritorno dovrà andare due volte a Torino e a Roma e affrontare in trasferta la Fiorentina e l’Inter stessa. E non riuscirà a vincere sempre: altrimenti è il Barcellona. 6. Perché lontano dal San Paolo non potrà godere dei favori arbitrali ricevuti nelle prime quattordici giornate: vedi il doppio giallo a Nagatomo. 7. Perché il direttore sportivo del Napoli nessuno sa come si chiami neanche all’ombra del Vesuvio: mi pare Cristiano Giuntoli, ex del Carpi, che viene dalle Terme di Agliano e così il mercato di riparazione lo farà De Laurentiis che crede di capirne di calcio più di Berlusconi e Galliani messi insieme. 8. Perché da oggi in avanti non sentirete un solo napoletano che non vi dirà, toccando tutti i peperoncini rossi della patria dei pomodoro, che stavolta è la volta buona dopo 25 anni. 9. Perché se la Juve, nonostante il mio caro Acciuga, vincerà le due prossime partite con la Lazio e la Fiorentina, non so come potrà andare a finire. 10. Perché Tuttosport del 18 novembre ha titolato: “Sia chiaro: Rugani non si vende”, soprattutto al Napoli, e Koulibaly non mi sembra quel mostro di cui parlano Maurizio Compagnoni e Daniele Adani, il poeta contadino col vestito della domenica per la messa.