Domenica degli ulivi benedetti e dei proverbi popolari. Si nasce incendiari e si muore pompieri: proprio mi piace questo detto. Prendete per esempio Geri De Rosa che per Sky fa le telecronache dell’Eurolega di basket accompagnandosi una volta ad Andrea Meneghin e un’altra a Fiorello Sconochini (con una ci sola). Spegnendoli entrambi quando s’accendono. Ora non dico che non sia bravo: migliore di lui nel Bel Paese c’è solo Niccolò Trigari. Come vado dicendo da una vita, ma ve ne siete accorti soltanto ora e solo perché adesso lavora per quella che doveva essere TeleGiannina ed è diventata Tele44gatti. In fila per sei col resto di due. Sì, insomma: la televisione della federazione. Ad onor del vero se vi raccontassi che Niccolò, mi raccomando con due ci, altrimenti s’infuria, era il pupillo anche di Barbablù Minucci, che lo avrebbe portato con lui nella tivù della Lega se fosse diventato presidente delle società di serie A, e poi così purtroppo non è stato, magari non la pensereste più allo stesso modo. Ma non lo scopro oggi che il mondo è cane e ruffiano. E soprattutto eternamente ingrato. Ne sa qualcosa il Conte Antonio. Al quale il fratello di Lapo ha riservato pensieri molto affettuosi in ricordo dei tempi passati. Quando Abele Elkann consegnò al cugino Andrea una Juve orgogliosamente settima in classifica e indebitata sino al collo dopo gli acquisti azzeccati di Poulsen e Tiago, Diego e Felipe Melo che erano però costati una cifra folle. Oggi mi sarei aspettato anche da Gianni Mura un suo pensiero carino sulla faccenda, ma evidentemente come dice il proverbio: si nasce incendiari e si muore pompieri. E tutti invecchiamo, nessuno escluso. Come è vero che i frutti non cadono mai lontani dall’albero e non è sempre facile distinguere Caino da Abele. Solo Gene Gnocchi si è preso un po’ a cuore il Conte Antonio nel suo Rompipallone quotidiano: “Vendetta di Conte. Ieri ha costretto gli azzurri della Juve a leggere tutti i libri di Alain Elkann”. Non male. Dicevo di Tom e Jerry De Rosa prima di perdere il filo del discorso. Giovedì Alessandro Gentile in Eurolega ha giocato una partita pari al suo grande valore. E qui parlo sul serio: 29 punti, 30 di valutazione e il Forum per lui in brodo di giuggiole. Ma il ragazzo di 22 anni non si è dimenticato di quello striscione che meno di un mese fa proprio la curva milanese gli aveva dedicato per il tonfo in Coppa Italia: “Banchi, Gentile, Portaluppi più colpevoli di tutti”. E così, dopo una tripla incendiaria, si è rivolto agli ex contestatori muovendo le dita d’entrambe le mani come il becco delle papere che fanno qua qua qua, parlano parlano e non sanno quel che dicono. Ebbene Andrea Meneghin, suo complice, ha subito commentato sorridendo: “Forse Alessandro ce l’ha col pubblico”, ma ci ha pensato De Rosa a gettare in fretta e furia acqua sul fuoco: “No, ti sbagli: è questo il suo modo di esultare”. Come no? Come ora tutta l’Italia della Ferrari è in delirio per Sebastian PerVettel e per Sergio Marchionne. Girando le spalle ad Alonso e Montezemolo. Che forse anche loro hanno vinto qualche cosa, ma tutti se ne sono già dimenticati. Mondo ingrato.