A me è dispiaciuto. E anche parecchio. Agli altri non so. E comunque non me ne importa un fico secco dei sentimenti degli imbecilli che invece hanno magari brindato venerdì alla nuova brutta fine che ha fatto la Mens Sana o alla resa incondizionata dell’Armani con un Panathinaikos troppo ciclopico per essere battuto una seconda volta. Come del resto non me ne frega niente del libro sul nero di Siena che Flavio Tranquillo ha finito di scrivere per lavarsi la coscienza e giustificare i soldi sotto banco che prese da Messer Minucci alla festa del primo scudetto della Montepaschi. Sai, la gente è strana cantava Mia Martini: prima si odia e poi si ama. E cambia idea improvvisamente. Che fa rima con gente. Ma che Ciccioblack ancora la meni con questa (sporca) faccenda mi lascia del tutto indifferente. Che fa rima con improvvisamente. Forse ho sbagliato mestiere: avrei dovuto da grande fare il cantastorie. E raccontarvi per esempio che anche il Ferdinando da Chiusdino, più longobarda che senese, ha scritto un libro di seicento pagine che darà alle stampe dopo che il sette di maggio avrà finalmente risolto tutti i suoi guai con la giustizia qualora il presidente Luciano Costantini della sezione di Siena, che giudicherà il fallimento della Mens Sana Basket spa, decidesse d’accogliere la richiesta di patteggiamento della pena (ben quattro anni e dieci giorni di reclusione) già concordato dalla difesa e dal piemme. Il quale ha contestato a Minucci molti reati fiscali ma non quello dell’appropriazione indebita. E così poi ne leggeremo davvero delle belle. Altro che la storiella dei quattro spiccioli beccati di nascosto e in silenzio da Cicciobello. Piuttosto l’Italia del basket rischia sul serio d’essere travolta quest’estate da un mare più nero del petrolio e per questo già se la fa addosso. Sempre che il nostro nel suo libro faccia nomi e cognomi. Compreso quello di Flavio Tranquillo e di pesciolini molto ma molto più grandi che appartengono semmai alla stessa specie degli squali. Oggi Siena non gioca e, come dicevo, la cosa parecchio mi rattrista. La corte d’appello federale ha infatti confermato l’esclusione dal campionato di A2 della squadra del povero Paolo Moretti e di tanti amici che ho sparso per le diciassette contratte della città che ho più a cuore dopo Venezia. Il cui sindaco, di ritorno dagli States, potrebbe correre in aiuto proprio della Mens Sana se desse seguito al suo proposito d’acquistarla per fonderla con il San Giobbe, la nuova realtà cestistica di Chiusi creata da Napoleone Brugnaro e sponsorizzata dall’Umana per desiderio della moglie Stefania che della splendida Val di Chiana è originaria. D’ora in avanti svuoto il sacco e non faccio più sconti a nessuno. Men che meno a chi si raccomanda. Me l’ero ripromesso riprendendo a scrivere di pallacanestro dopo un fine inverno trascorso sull’Aventino con le mani in mano e al massimo buttando un occhio sulla seconda serie che mi è anche più cara della maggiore. Dove anche giovedì le società si sono fatte le guerra in Lega una con l’altra. E questo ha parlato male di quello. Ovviamente assente. Ed è stata bocciata la Junior League under 18-20 perché giudicata inutile quanto troppo dispendiosa. Robe da matti. Quando poi si buttano dalla finestra gli stessi soldi per accontentare i giornalisti accattoni e ruffiani. Avellino e Torino soprattutto sono state messe con le spalle al muro dalle prossime regole d’iscrizione e dai nuovi paletti. Che sono alti alti. Più dei papaveri. E difatti sarà un problema non solo per loro due iscriversi al prossimo campionato. Mentre guardo la foto di Alen Omic che si mangia la maglia dell’Armani dopo un’altra ignobile partita giocata sotto canestro a Desio e neanche voglio immaginare cosa sarebbe stata invece Milano con Arturas Gudaitis contro i greci di Rick Pitino più (s)tirato in faccia di Claudio Baglioni. E, già che ci sono, pure mi chiedo quante picconate darà giù per la testa Sandro Gamba martedì su Repubblica a Simone Pianigiani specie se dovesse perdere come penso stasera a Cremona con MaraMeo Sacchetti in odore di santità. E senza per sbaglio domandarsi come mai ogni qual volta l’Armani affronta la Vanoli non sono passate nemmeno quarantott’ore dal suo doppio robusto impegno d’EuroLega. E non può essere solo un caso.