Mettetevi il cuore in pace: lo scudetto lo vincerà Simone

fesenko

Toc toc. “Chi bussa?”. Sono il campionato di basket. “E allora?”. Aprimi che ti dico. “Mi spiace, ma sono in silenzio-stampa”. Sarebbe? “Che è molto meglio che mi morda la lingua. Dal momento che, quando parlo, sbaglio”. Però col campionato di calcio hai fatto quattro chiacchiere stamattina. E quindi: chi sono io? Il figlio della serva? “Non l’ho mai pensato. Anzi. Per me la pallacanestro viene sempre prima di tutto”. Anche della Juventus? “Questo mai. Però subito dopo”. E poi non vai da un pezzo forse raccontando in giro che sei un pennivendolo? “Esatto”. E dunque del silenzio dei giornalisti che contano dovresti fartene un baffo? “D’accordo: mi hai convinto e ti apro. Però facciamo in fretta che devo scappare a vedere la Reyer”. Che gioca contro la piccola Varese del tuo amico Attilio Caja. “Credo che sarà una partita senza storia. Perché va bene tutto. Artiglio è bravo. Anzi, bravissimo. E i suoi giocatori sono eccezionali: si sbattono da matti, specie durante la settimana, ma sono pur sempre Avramovic, Wells, Okoye, capitan Ferrero e Pelle. Oltre a Cain e Vene e agli italiani Tambone e Natali”. Che con la serie A c’entrano poco o niente. “Tu l’hai detto, non io. Ed è lungi da me solo pensarlo. Però ti leggo un quintetto di Venezia: Haynes, Tonut, Bramos, Peric e Watt. Ai quali vanno aggiunti Johnson, De Nicolao, Tomas RessBiligha e Cerella”. E ti sei dimenticato Michael Jenkins al rientro. “Giusto. E poi dimmi: come possono i campioni d’Italia oggi perdere?”. E’ impossibile. “Ecco, vedo che finalmente ti ho convinto”. Per la verità non ci voleva molto. Tuttavia, se ben ricordi, quindici giorni fa la Reyer ha battuto di un solo punto la Scavolini. Pardon, Pesaro. Che è morta impappinandosi con la palla della vittoria in mano. “Me lo ricordo benissimo. Monaldi e Ceron combinarono proprio un gran bel pasticcio. Di più: l’ultimo canestro di Haynes fu probabilmente viziato da un suo fallo in attacco. Ma la verità è un’altra: le vu elle di Spiro Leka furono prese dalla squadra di Ray-Ban De Raffaele un po’ sotto gamba. Mentre delle difese che si può inventare Caja non ti puoi mai fidare e per questo Venezia sarà concentrata sin dal salto a due”. O kappa. Ma dimmi piuttosto: hai visto i due anticipi? “Secondo te?”. Penso di sì. “Bravo. Ed è per tal motivo che avrei voluto cucirmi le labbra”. Spiegati meglio. “Non ho neanche fatto a tempo a titolare che quest’anno Avellino non scherza, che sono arrivate per la Sidigas di Sacripantibus subito due sconfitte di fila: prima in casa con i polacchi del Vattelaapesca, scusami, dello Zielona Gora, e poi ieri sera a Reggio Emilia nonostante i 21 punti e le schiacciate a due mani del ciclopico Cirillo Fesenko (nella foto, ndr)”. Ma se proprio tu non più tardi di una settimana fa hai sostenuto che saranno anche delle vispe terese, però i grissini dello Chef Menetti possono ancora dire la loro nella corsa ai playoff pur dopo un’oscena partenza? “E te lo confermo. Così come, per sgombrare ogni equivoco, sono pronto a scommettere che l’Armani di Simone Pianigiani, piaccia o non piaccia alla Torre di Pisa di Repubblica che pende tutta dalla parte di Gas Gas Trinchieri, magari non vincerà la Coppa Italia al Mandela di Firenze, anche se sarà comunque la mia favorita, ma sarà di sicuro a giugno per la 28esima volta campione d’Italia”. Questa me la segno. “Segnatela pure. Perché non era facile vincere a Vitoria. Con una ti sola. Soprattutto se hai una scimmia sulla spalla e un barbagianni sull’altra. E tutte le civette intorno che gufano l’Armani. Perché ha più soldi di tutti. Perché coi giocatori che compra dovrebbe vincere sempre e dovunque. Perché Livio Proli non piace agli stessi giornalisti di Milano, ma non lo possono scrivere e allora se la prendono con Pianigiani. O forse non è vero?”. Verissimo. E grazie per la chiacchierata con la cioccolata e la panna. “E’ stato solo un mio piacere”.