Del pilota assassino lascio volentieri scrivere quelli che sono molto più bravi di me. Come la Gramella sulla Stampa. Lasciatemi però almeno dire che mi vergogno per quel titolo di Alessandro Sallusti a tutta pagina del Giornale di Berlusconi: “Schettinen”. Tiremm innanz. E, se ce la fate, non ragioniam di lor, ma guarda e passa (Dante, Inferno, canto III). Come tutti i venerdì, il Venerdì mi arriva assieme al caffellatte e a Repubblica. Ed è il primo giornale che sfoglio a letto. Forse perché sui quotidiani c’è (ormai) sempre meno da leggere dopo che le televisioni ti hanno già raccontato tutto. O forse perché sono curioso d’andare a vedere cosa si è inventato di scrivere Curzio Maltese, detto lo Scrondo, dopo che lo hanno consigliato di non occuparsi più di politica almeno sulla sua rubrica settimanale. Stavolta ha allora scritto di suo figlio di 13 anni innamorato del gioco della palla e non so cosa d’altro. Dal momento che, ormai da quasi un anno, cioè da quando è entrato nel parlamento europeo e non ha cessato di scrivere sul Venerdì, arrivo al massimo a leggerlo due o tre righe. Poi volto pagina. Sia Gramellini che Curzio hanno cominciato dal Corriere dello sport ed entrambi mi spiace per loro ma s’occupavano anche di pallacanestro. Con passione la Gramella o almeno questo dava a credere. Con svogliatezza lo Scrondo che abitualmente arrivava alle partite all’intervallo, giusto in tempo per sedersi al mio fianco in tribuna-stampa e cortesemente domandarmi, prima che io iniziassi a dettare a braccio, se poteva ascoltare quello che stavo andando a raccontare allo stenografo del primo tempo. Fai pure, gli dicevo. E lui prendeva appunti. Così poteva anche succedere che il giorno dopo il mio capo mi dicesse: “Sai che quel Curzio sarà tutto quel che vuoi, ma le partite di basket le vede proprio bene. A volte anche persino meglio di te”. Evviva. E mi sentivo tanto Antonio Salieri rimpicciolito da quel gran genio di Wolfgang Amadeus Mozart di cui sarebbe dovuto esser stato il maestro. Ho scoperto invece solo oggi che Leonardo Coen collabora anche con il Venerdì. E così non mi è parso vero di poter leggere avidamente il suo curioso ritratto su Matteo Salvini da cima a fondo. Con Leo ho fatto molte trasferte dietro a Tomba la Bomba e insieme almeno quattro o cinque Olimpiadi. Gli piaceva inventarsi bizzarri giochi di carte e a me ancora di più batterlo quasi tutte volte. Però ignoravo che il leader della Lega fosse stato da giovane un comunista molto vicino a Fausto Bertinotti. Sempre per la serie ma cos’è la destra? E cos’è la sinistra?