Ma il Patata della Sicilia lo sa che ci sono le nuove regole?

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Mancava solo il Patata al lancio del 96esimo campionato di pallacanestro. Sulle colline bolognesi. A Varignana. Un panorama da favola. Tutti gli altri quindici allenatori di serie A invece c’erano. E chi sarebbe il Patata? Mi ha domandato incuriosito Simone Pianigiani che è stato un anno in Terra santa e qualcosa si è perso lontano dall’Italia. Il Patata è Patatina San Carlo. Pardon, Di Carlo. Che per la verità a Capo d’Orlando hanno fatto santo dopo che a maggio ha guidato la bella siciliana ai playoff. Vincendo addirittura il primo quarto di finale al Forum con l’Armani di Gelsomino piangente Repesa. Che già mi manca. E, se non mi credete, evidentemente mi conoscete poco. Nella luminosa villa settecentesca avrebbero voluto ieri premiare anche l’enfant prodige, Peppe Sindoni, figlio 29enne del presidente dell’Orlandina, eletto miglior dirigente della passata stagione, ma non si è visto né lui, né il padre, né un assistente del Patata che di nome fa Gennaro. Ora pure capisco che raggiungere Bologna dalla Trinacria è un viaggio e si fa prima ad arrivare in Africa. Forse anche in gommone. Con un bel pieno di benzina. Oltre al fatto che venerdì Capo d’Orlando dovrà probabilmente affrontare in trasferta, nei preliminari di Champions League, il Saratov. Che è in culo al mondo. Sulle rive del Volga. Che ghiaccia a dicembre. Come mi ha raccontato il compaesano Andrea Mazzon che allena la squadra russa e di recente ho incontrato al torneo di Caorle. Dove ha brillantemente battuto i campioni d’Italia della Reyer e pure la Varese di Artiglio Caja: non so se mi spiego. Capisco tutto, però al vernissage del campionato, che andrà ad iniziare sabato con l’anticipo serale tra Dolomiti Trento e Virtus Bologna, qualcuno dell’Orlandina – poche storie – ci doveva essere. Se c’erano il sindaco di Venezia, che ha ben altro da fare, e Stefano Sardara che non doveva essere neanche premiato. E Sassari non è proprio dietro l’angolo di Varignana. Tanto più che dopo l’allegro teatrino della Lega del senese Egidio Bianchi, presentato dal folcloristico Guido Bagatta, che è il neo presidente della Mens Sana, e la splendida notizia a sorpresa che assieme a loro Siena è tornata in serie A dopo i fasti di Simone Pianigiani e Luca Banchi, e chissà perché nessuno me lo aveva detto prima, neanche il mio amico Riccardo Caliani, c’è stato l’incontro tra l’ex arbitro Roberto Chiari e i quindici allenatori. Nel corso del quale l’istruttore della Fip e della Fiba di Ponzano Veneto ha esaurientemente illustrato le modifiche agli articoli 25 e 37 del gioco più bello della terra che andranno in vigore da sabato sui nostri parquet e varranno pure – ritengo – per Capo d’Orlando. Veramente le nuove regole sui passi, che in pratica diventano tre, del giocatore che riceve la palla in movimento e sull’antisportivo, dove non si potrà più fermare il cronometro e il contropiede avversario con un contatto illegale ma solo con un fallo cercando però d’impossessarsi dell’arancia a spicchi senza cattiveria, le avevano spiegate anche Bibì e Bibò, Tranquillo e Mamoli, su Sky a Basket Room, o Rom?, ma non ci avevo capito un cavolo di niente. E bravo Chiari. Che più chiaro di così non avrebbe potuto esser stato. E comunque Gennaro Di Carlo tutto questo lo sa? O farà come l’Alice di Francesco De Gregori che guardava i gatti mentre il mondo le girava intorno senza fretta e Irene al quarto piano s’accendeva tranquillamente un’altra sigaretta? Qualche collega per favore però glielo dica. Altrimenti tra dieci giorni, alla prima della Betaland dei Sindoni padre e figlio con la Flexx Pistoia di Enzino Esposito, mister dell’anno 2017, sai la baraonda che scoppierà al PalaFantozzi che già non è un palasport, ma un impianto nel quale non ci giocherebbe nemmeno Fracchia a scapoli contro ammogliati? I tifosi dell’Orlandina tutti in piedi si metteranno a gridare inviperiti “passi” quando McGee o Mian o l’ex Laquintana ne faranno tre con la palla in mano e contesteranno i poveri arbitri che non fischieranno nulla. Come da nuovo regolamento. Mentre guardavo gli allenatori della nostra serie A che stanno perdendo tutti i capelli. A parte (forse) Federico Pasquini e Spiro Leka. Sarà lo stress? E Napoleone Brugnaro s’accendeva l’ennesimo sigaro. Prima di lamentarsi della Rai che sull’Uno, il Due e il Tre non dà voce al basket. E non sono per una volta proprio riuscito a dargli torto.