Andrea Lucky Lucchetta può piacere o non piacere: non esistono scorciatoie. Parlo ovviamente dell’opinionista della pallavolo in Rai al fianco di Maurizio Colantoni. Che non sei un drago per capire che è un romano de Roma che va matto per la coda alla vaccinara. Che sicuramente Elisa Isoardi non sa che era considerata la regina del quinto quarto. Ovvero di quel che rimaneva della bestia dopo che erano state vendute al Marchese del Grillo le parti più pregiate. Un piatto povero come la trippa e la pajata. La cui morte sono i rigatoni. M’è venuta una fame che mi salta addosso e mi prende alla bocca dello stomaco. Così invito la Tigre a buttare subito la pasta. Vorrà dire che continuerò a scrivere dopo cena e dopo le tagliatelle con i funghi. Quelli che ho colto stamattina nel bosco sotto casa con le mie manine sante e che quindi saranno senz’altro gustosissimi. Intanto il quarto giorno della Prova del cuoco è stato un flop: mezzo milione di spettatori in meno rispetto all’anno scorso e ascolti mai così bassi in assoluto per i programmi daily-pop di Raiuno. Alessandra Vitali (Repubblica) sembra esserne felice: “Dopo la curiosità per il debutto la trasmissione ha perso pubblico come un ristorante in cui, sostituito lo chef, il sapore delle pietanze non è più quello di prima”. Evidentemente a lei, come a me, la morosa di Matteo Salvini non deve riuscire molto simpatica. Però è pure vero che già la Prova del cuoco di Antonella Clerici non faceva da tempo più fuoco e fiamme. Così come non è che la Mole Antonelliana fosse un fulmine di guerra tra i fornelli, ma almeno si sporcava le dita, assaggiava i cibi e fingeva che tutti fossero squisiti. E non portava come la bella Lady Pontida “un anello di brillanti che, inquadratissimo, accompagnava lo sfrigolio di un polpo in padella davanti ad un pubblico bollito. Tanto che adesso la Prova del cuoco corre il rischio che vada sul serio a farsi friggere”. Piaccia o non piaccia a questo governo ladro. Di modo che finalmente potremmo anche capire se la Isoardi è raccomandata o meno. Forse perché lo conosco da una vita a me comunque Andrea Lucchetta non dispiace. Un po’ picchiatello lo è sempre stato. E del resto lui stesso ama chiamarsi Crazy Lucky e basta vedere come ancora si concia a cinquantasei anni. Coi capelli scolpiti in quel modo strano dalla hair stylist modenese e sua cara amica Carla Bergamaschi. Ma c’è o ci fa? Mi andrebbe di chiederlo al Maestro. Che nello specifico è per me Aldo Grasso. Il quale sicuramente non gradirà quel fiume di parole e di retorica spesso esasperata. Però il personaggio è questo e per l’Italia del volley lui è un mito. Che ieri sera ha attaccato a dire di Daniele Mazzone che “con una lama calda entra nel panetto di burro della difesa belga”. E quando la lama non è calda diventa “incandescente come quella dello Zar Zaytsev che affetta il pallone aprendosi come un’ala di pollo”. Se non altro è divertente. Anche se capisco che alla fine possa anche stancare. E comunque preferisco Lucky Lucchetta coi baffi al barboso Davide Pessina del basket urlato di Ciccioblack Tranquillo e al monocorde Antonio Di Gennaro del calcio scolastico di Alberto Rimedio che secondo Grasso parlano, parlano, parlano “nemmeno gli spettatori-alunni non fossero più in grado di comprendere quello che stanno vedendo”. Ci siamo. Ed ho fatto tardi. Le tagliatelle con le finferle erano ottime e anche la torta di mele con la crema di Fiori si è lasciata mangiare. Mi sono perso Italia-Polonia di pallacanestro, pazienza, ma l’ho registrata e quindi posso anche vederla domattina e andare a dormire senza conoscere il risultato che per altro spero scontato in favore degli azzurri di Sacchetti. Chiudo piuttosto il discorso sull’audience in tivù: la diretta di Italia-Belgio su Raidue dal Mandela di Firenze ha sfondato il muro dei due milioni di telespettatori con picchi di due e sei e una media di due e due. Chapeau. E il basket avrà fatto centomila su Sky? Magari. Obietterete: ma quelli di pallavolo sono campionati del mondo. D’accordo, però che Crazy Lucky battese d’oltre 800.000 ascolti la fidanzata del vicepresidente del Consiglio e ministro dell’interno questo francamente non me lo sarei mai e poi mai aspettato.