E’ il Massimo. Ma non lo sapevo. E mi scuso. Massimo Pisa di Repubblica ha vinto nel 2017 il premio cronista dell’anno Guido Vergani per l’inchiesta sul fascicolo di polizia riguardante le buonanime di Dario Fo e Franca Rame. In verità non mi era mai sembrato un fenomeno leggendo i suoi pezzi contorti di pallacanestro e accecati dall’odio nei confronti di Milano e in particolare di Livio Proli. Al quale non ha mai perdonato di dare le dritte solo a Vincenzo Di Schiavi della Gazzetta e le interviste esclusivamente ai giornali di Urbano Cairo. Ma ormai un premio non si nega a nessuno, tranne che al vostro pennivendolo, e quindi non mi dovrei stupire se domani magari dessero il Reverberi del basket anche a Mario Canfora (C10H16O) di Mamma Rosa che sbaglia a copiare persino le notizie che gli passa di nascosto Giannino Petrucci. Oppure all’Anonimo veneziano del Gazzettino che ha la testa molto dura e non ha ancora capito che Tomas Ress, 38 anni oggi, non se ne è andato dalla Reyer per un suo capriccio, ma semplicemente perché Napoleone Brugnaro gli aveva offerto mille lire al mese. Pardon, mille euro al mese, ma ho da un pezzo nella zucca la canzone di Gilberto Mazzi, riproposta nel dopo guerra da Alida Valli. Che sarà stato anche un disco a 72 giri e pure di dieci anni più vecchio di me, ma che non si è scolorato con il tempo visto che di uomini senza cuore è pieno il mondo e non fa di certo eccezione quello dei canestri. Però presto cambieranno le cose: ce l’ha promesso proprio Pisa a metà di questa estate cafona. Secondo lui basterà infatti attendere l’otto settembre e poi sarà tre volte Natale e festa tutto l’anno. Come sperava Lucio Dalla. Anche i preti potranno sposarsi, ma soltanto ad una certa età. Belinelli e Gallinari giocheranno i Mondiali e li vinceranno schiacciando in testa agli americani e non soltanto a serbi, spagnoli e croati, ma intanto entrambi salteranno Polonia e Ungheria facendo marameo a Sacchetti come volevasi dimostrare e come i figli di Mamma Rosa non volevano crederci. La nazionale tornerà ad essere vista sulla Rai e Pino Sacripanti conquisterà il titolo di campione d’Italia con la Virtus. Retrocederà finalmente Pesaro e Venezia, così impara, le andrà a fare compagnia in A2. Flavio Tranquillo sarà commissioner della Nba e Gas Gas Trinchieri allenerà i Golden State Warriors. L’Inter batterà il Sassuolo e Simo Pianigiani avrà l’ala forte (ma forte) che può fare anche il pivot come ha chiesto ieri a Giorgio Armani che l’accontenterà prima di San Silvestro. Vedi, caro amico, cosa ti scrivo e ti dico. E, se mi credi matto da legare, non prendertela con me, ma con quel pisano che pende come la sua torre dalla parte della Banda Osiris. Che proprio l’otto settembre si riunirà in congresso a Milano e per due giorni avrà puntati addosso i riflettori di Sky e di Dazn che le regaleranno venti ore di diretta sui tacchi a spillo di Diletta Leotta. La quale, gonfiando le tette a mongolfiera, volerà da una televisione all’altra spiegandoci che la nostra pallacanestro risorgerà dopo l’evento organizzato da Virginio Bernardi, Luca Chiabotti e Andrea Bassani con il supporto di Gianmaria Vacirca, il simpatico juventino del gruppo di lavoro che Massimo Pisa ha spudoratamente definito un team da sogno. Per questo si fermerà tutta la serie A di calcio come non ha fatto per la strage senza innocenti di Genova. E su Repubblica è uscito questo titolo: “Un Dream team per costruire un altro basket”. Evviva. Della convention della Banda Osiris vi avevo già parlato prima di concedermi una settimana di vacanza tra i boschi, ma sinceramente pensavo che anche Pisa avesse avuto voglia di scherzare quando ha ripreso qualche giorno dopo la mia notizia. E invece Oscar Eleni sull’Indiscreto di lunedì mi ha confermato che quelli stanno proprio facendo terribilmente sul serio e che vogliono addirittura dei soldini per spiegarci il loro otto (e nove) settembre. “Quando i geni della lampada illumineranno la platea convocata per ascoltarli. Sì, ci vogliono 200 euro, ma sai che vantaggi avrai dopo?”. Grande Orso. Ora non so nemmeno che faccia abbia il cronista milanese del Premio Vergani 2017 e difatti a Trento durante le finali tricolori l’ho scambiato per Di Schiavi che giustamente ha minacciato subito di querelarmi. E quindi non potrei giurarci che Pisa fosse a Barcellona nell’estate del 1992, ma non penso. Il Dream Team sbarcò sulle Olimpiadi e la terra si fermò ad ammirarlo incantato. Ebbene sullo stesso charter avevo viaggiato anch’io con la squadra che cambiò davvero il mondo della palla a spicchi e con Michael Jordan per l’appunto, Magic Johnson e Larry Bird, tanto per ricordare tre di quelle immense dodici stelle. E non mi sembra d’aver visto Ciccioblack o qualche altro della Banda Osiris. Al massimo c’era Luca Chiabotti e comunque nessuno si sognò di chiedergli un autografo. Mentre i selfie ancora non esistevano e si stava così bene che non saprei nemmeno dirvi quanto. Anche senza Sky e Tranquillo, Belinelli e il Gallo, MaraMeo e Sacripantibus.