Il Paron mi ha sgridato: Stai diventando troppo buono, soprattutto con gli allenatori di casa nostra. E anche questa volta gli devo dare ragione. Perché in effetti negli ultimi tempi, tra una dieta e l’altra, mi sto ammorbidendo come un piumino. Al punto che non mi riconosco nemmeno. Ma un obiettivo ce l’ho e, se sapete tenere un segreto che resti tra noi in Europa, poi magari anche ve lo confesso. Intanto vi svelo che pure Don Chisciotte è preoccupato come Tonino Zorzi. “Sino all’inizio di settembre – mi ha detto il cavaliere errante della Mancia – dovevo io frenare il tuo sdegno nei confronti dei mulini a vento del basket italiota mal governato da quello che tu chiami Giannino e di cognome mi pare faccia Petrucci. Poi ti sei beccato la polmonite e sei impallidito più del Livido Proli quando d’inverno il presidente di Milano non si stende sul lettino abbronzante del Forum. Insomma più non ti riconosco e, se non ti volessi bene come ne voglio a Dulcinea del Toboso, ti farei prendere da Ronzinante a calci sul sedere e t’abbandonerei all’osteria da Rinaldo assieme a quell’ubriacone molesto di Sancho Panza e ai suoi nuovi compagni di bevute senza freni. Che tu conosci molto bene, sono due o tre azzurri di Messina, ma non lo vuoi dire ai tuoi affezionati lettori perché ormai sei diventato più buono del pane”. Tutto vero, anzi verissimo. Come nel salotto di Silvia Toffanin che, se non lo sapete, è nativa di Bassano del Grappa. Mentre la squadra ideale di Phil Goss è proprio Brindisi e non serve aggiungere altro: ci siamo capiti al volo. Però una mattina mi son svegliato, o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao, e mi sono domandato: è possibile che tutti vincano un premio di giornalismo nel mondo del basket, cani o porci che siano, e tu mai neanche una nomination? Manco per sbaglio e nemmeno alla sagra di Forlimpopoli con tutto il rispetto dovuto ai forlimpopolesi e al caro Topone Pasini che un giorno mi fece per primo intervistare Carlton Ettore Francesco Myers in un delizioso ristorante di pesce a Rimini avvertendomi: Vedrai, questo ne farà un sacco di strada: scommettiamo? “Non cambiare discorso come è tua abitudine” mi ha subito redarguito Don Chisciotte che mi conosce come le sue tasche. In verità, già che ci sono, vorrei anche darvi una notiziona come all’Edicola Fiore: Avellino è sulle piste di Logan. “Chi Lerman, l’attore?”. No, David, la guardia tiratrice che con il Banco di Sardara e di Marameo Sacchetti ha vinto due anni fa lo scudetto. “Ma se gioca nel Lietuvos a Vilnius in Lituania e costa l’occhio della testa?”. Di questo non ti devi tu preoccupare, caro il mio Don Quijote. Però so per certo che la Sidigas l’ha contattato e vuole sostituire il pigro Obasohan con lui per la gioia di Sacripantibus e di tutta l’Irpinia. “Beh, sarebbe un colpo grosso”. Direi. Tanto più dopo il tracollo russo dell’Armani ieri in EuroLega come ha titolato oggi Mamma Rosa. “Dunque hai visto la partita?”. No, me l’ero come sempre registrata, ma stamattina ho buttato un occhio sulla prima pagina della Gazzetta e notando che non c’era neanche un accenno alle gesta dei nostri eroici campioni d’Italia ho capito che Milano non avevano vinto a Kazan. “E’ stata una vergogna”. Lo immagino, ma non fammi dire niente di male su Gelsomino piangente Repesa se non fargli semplicemente notare, guarda caso, che Alessandro Gentile era rimasto col mal di schiena a casa. Altrimenti come faccio poi a vincere il premio Reverberi 2016 per la stampa? “Difatti non l’hai vinto neanche quest’anno”. Eppure ero stato buono, allineato e coperto, un po’ ruffiano e molto ArLecchino coi potenti. E non avevo neanche dato grande risalto al fatto che Giannino Petrucci è stato sonoramente fischiato nel prepartita di Pesaro-Trento durante la premiazione del mitico Valter Scavolini e la vedova del suo meraviglioso fratello. Tanto che il tiranno di Valmontone ha presto tolto il disturbo e, contestatissimo, ha abbandonato l’Adriatic Arena ancor prima della fine del primo tempo. “Sarà andato a mangiare il pesciolino al porto”. Questa balla possono avertela raccontata solo i suoi sottopancia federali, ma tu dimmi piuttosto: chi ha vinto il Reverberi? “Il tuo Riccolino Della Valle”. E son contento. E poi? “Paola Ellisse di Sky con due elle e due esse”. Ho capito. “Cosa?”. Che da domani sarò di nuovo tremendo: lo giuro. Tanto non mi premieranno mai. Neanche alla fiera del peocio di Pellestrina. “Era tempo e ora”. E dal cavaliere di Miguel de Cervantes mi sono subito fatto passare l’elmo e la lancia. Mentre il Paron sulla strada per Varese, dove allenerà domani l’Over 70 azzurra, se la rideva proprio di gusto. Con una lacrima di commozione.