Ieri non ho scritto per la prima volta nel 2019 dopo un pregevole sette su sette nel quale non ho saltato il primo dell’anno e neanche la Befana. Eppure ho sentito qualcuno brontolare alle mie spalle peggio di una pentola di fagioli che bolle sul fuoco da metà pomeriggio. Del Padreterno, che riposò il settimo giorno, non si è lamentata nemmeno la Bibbia. Di me invece, che mi sono preso solo ventiquattr’ore per vedere in santa pace un po’ di basket in televisione, dite sbuffando che sono un fannullone più pigro di un ghiro in letargo da settembre a maggio. Ora anche capisco che Dio dal lunedì al sabato s’inventò l’universo, mentre io al massimo, ogni tanto, creo casini nel mondo dei canestri e semino zizzania nella Banda Osiris. Però, se non potete vivere senza le mie quotidiane baggianate condite da qualche chicca e un paio di scoop, un cincinin d’ironia e un grano di pepe, il problema è vostro più che mio e prendetevela semmai con Mamma Rosa che è più triste di un grisantemo appassito sulla tomba di un morto di fame. Oggi per esempio su Time out, che è l’inserto del mercoledì sponsorizzato dalla Lega e dall’Armani Exchange con una pagina intera di pubblicità settimanale, la Gazzetta non ha scritto niente del gran casino che sono oggi la Virtus di Bologna e la Fiat di Torino. Rima baciata. Ne ve l’ha raccontata giusta come al solito sull’arrivo di Matteo Boniciolli a Pesaro e della conferma di Alessandro Ramagli a Pistoia. Dove è finito tutto a tarallucci e vino, baci e abbracci, vogliamoci bene, siamo fratelli. Quando lo sapeva anche la perpetua del battistero di San Giovanni in corte che, se l’Oriora avesse perso in casa con Varese, non ci sarebbero stati né santi né madonne: Pilla Pillastrini avrebbe preso il posto dell’Avvocato di Livorno che ha allenato il Don Bosco e la Libertas. L’ha salvato invece Dominique Johnson come aveva già fatto all’ottava giornata a Reggio Emilia. Quella di DJ è una storia intrigante: il Burattino di Detroit, che vorrei sempre nella mia squadra, pur sapendo che nessuno al mondo è più lunatico di lui, ma mi fa troppo ridere, è legato da un contratto con Pistoia che gli scade alla fine del girone d’andata. Cioè a ore. Eppure per la società che con lui gioca al ribasso per il rinnovo, o cerca di sostituirlo con gli ex Petteway o Knowles che hanno già dato, ha sputato sempre e comunque l’anima. Come direbbe Dindondan Peterson al quale stasera ho mandato canestri e canestri d’auguri per il suo 83esimo compleanno. Se invece il Pilla non è andato a Pesaro dovete chiederlo al direttore sportivo Stefano Cioppi che ha convinto Ario Costa a prendere Boniciolli che era la seconda scelta. Ma bravo. E io che pensavo che Cioppi facesse ancora l’assistente in qualche squadra di seconda o terza lega. Evidentemente l’avevo sottovalutato. O forse era stato il vice di Pillastrini proprio a Pesaro agli inizi di questo millennio? E’ molto più probabile. E quindi qualcosa tra i due deve essere successo. Anche se mi è difficile immaginare che Pilla possa fare del male a una mosca. Sangue, sudore e lacrime sono le prime parole famose del Mulo di Trieste in questa sua nuova avventura che ricomincia dalle sei pesanti sconfitte consecutive di Massimo Galli. Che l’anno scorso guidò alla clamorosa salvezza le vu-elle. Io ci aggiungerei anche il culo. Senza il quale non vai da nessuna parte. E non credo di sbagliarmi. Mentre domani vi parlerò della Fiat dopo l’incontro che avrà in mattinata con la Leonis Group della quale è il principale fornitore di materie plastiche. Anche se non è difficile purtroppo presagire un’altra fumata nera. E, già che ci sono, m’occuperò anche della non meno incasinata Virtus dei tre direttori generali. Come la chiama su Repubblica Walterino Fuochi. Che della Osiris è sempre il presidente ad honorem con il numero di tessera 051 se la vuole. Altrimenti, se la rifiuta, mi fa tre volte felice. Però anche lui deve smetterla di sostenere che la Banda non esiste perché sa meglio di me che non è vero. Come spudoratamente lo sostiene anche Virginio Bernardi (023) che tra i massoni è venerato come il Patriarca ed è il compare di nozze di Ciccioblack (001). Non bastasse, ha organizzato a metà settembre la Convention per Bassani (002) e Chiabotti (013) nel cuore della Milano da bene che odia l’Armani. In più si sente tre volte al giorno al telefono con Mario Canfora (003) della Gazzetta e Marco Aloi (007) della Lega. Che ve l’avevo detto che mi sembrava assomigliasse a qualcuno e ieri l’ho visto nella serie televisiva della saga della famiglia Addams. E’ Zio Fester. Tale e quale. Sperando che almeno lui provi a prenderla sul ridere.