Ha proprio ragione la Tigre: Harrison Ford, qualsiasi film faccia, ha sempre la stessa espressione un po’ così. Diciamo incerta, allarmata, stupita. Insomma una faccia di gomma. Ma tutto questo cosa c’entra con la pallacanestro? Quasi nulla. Il ciclismo è lo sport più bello del mondo ha scritto Pier Bergonzi in prima pagina. “Perché i suoi protagonisti sublimano fatica, coraggio e fantasia come pochi o forse nessun altro”. Bene, ma forse era il caso anche d’aggiungere: quando non si drogano come cavalli. O kappa, ma tutto questo cosa c’entra con il basket? Meno di nulla. E’ che sto menando il torrone per farvi capire che di tutto scriverei in questi giorni tranne che di palla nel cestino. Mi hanno nauseato tutti gli “io l’avevo immaginato”, “io l’ho sempre detto”, “io non mi ero mai fidato” buttati lì nella spazzatura. Ma bravi, eppure ’avevate votato: in quattordici su sedici e vi assicuro: non vi eravate sbagliati. Anzi, avevate fatto per una volta la miglior scelta possibile. E adesso? La Banda Osiris presenterà lunedì come suo primo candidato alla presidenza di luglio il Cecco Vescovi che il Comitatone di Varese non vedrebbe l’ora di sbolognare – è proprio il caso di dirlo – alla Lega di Bologna. Così Gianmaria Vacirca sarà promosso giemme della Cimberio e il Poz farà trecentomila salti di gioia. Povero illuso: il primo candidato di solito lo si butta là sul fuoco all’unico scopo di bruciarlo. E’ il secondo che veramente conta e questo, fidatevi, sarà o, meglio, sarebbe Maurizio Gherardini che avrebbe promesso la direzione del nuovo progetto televisivo della serie A già bello che fatto (da Minucci), indovinate mai a chi? Ovviamente a Cicciobello Tranquillo. Ecco che allora il cerchio si chiude. Ammesso e non concesso che Livio Proli si tiri proprio in casa il capo della Bandissima. Quanti scudetti volete invece togliere a Siena? Uno, nessuno, centomila? Chiedetelo a Pirandello o a Pianigiani che con Messer Minucci ne ha vinti sei in sei anni. Uno scudetto lo vuole anche Toti con una ti sola: dateglielo, così la smetterà di piangere come fa ad ogni fine stagione ormai da vent’anni. Tanto Banchi tra un mese ne vincerà un altro. Anche per far contenti quelli che in fretta sono scesi giù dal carro senese e sono volati su quello capitolino che pure arranca e cigola da tutte le parti. Magari dimenticandosi che il presidente-padrone dalle grandi ciglia non molto tempo fa, per sciogliere un lodo, ha dovuto versare sul conto in banca di Crosariol, ex di Roma, ben 250 mila euro. Mica bruscolini. Perché allora lo chiamavano diritto d’immagine e adesso, dopo che Giannino Petrucci l’ha vietato, ha cambiato solo nome ed è diventato il normalissimo nero (di seppia) da anni consumato e apprezzato in lungo e in largo da Merano a Taormina. Passando magari anche per la Lombardia, l’Emilia e le Marche.