La prima volta che Lindsey salì sul podio di Coppa del Mondo era ancora la signorina Kildow, diciannove anni, timida ma già intrigante: bella, florida, con due gambe da far paura e un luminoso futuro davanti. Era il 18 gennaio del 2004. Me lo ricordo benissimo. Terza nella prestigiosa discesa dell’Olimpia delle Tofane. Dietro alla francese Carole Montillet e all’austriaca Renate Goetschel. Che di Cortina d’Ampezzo era a quei tempi l’indiscussa regina. Figlia di due avvocati del Minnesota, l’ultima volta in cui la ragazza di Vail ha gareggiato e vinto, tanto per non perdere il vizio, sulla pista olimpica che scivola da Pomedes a Rumerlo è stato nell’inverno di due anni fa. Aveva appena divorziato da Thomas Vonn, marito allenatore e tiranno, e già si parlava di un colpo di fulmine con un altro numero uno, ancora più famoso: Tiger Woods. Ai figli del quale, Sam e Charlie, Lindsey a Natale aveva insegnato a sciare. Era il 19 gennaio del 2013. Stavolta in superG. Soffiando per 43 centesimi di secondo il primo successo ampezzano alla sua acerrima nemica, Tina Maze, che in quella strepitosa stagione vinse ben undici volte, collezionò anche la bellezza di 24 podi, stabilì l’imbattibile – credo – record di punti (2414) in Coppa del Mondo, ma a Cortina fu battuta dalla Vonn. Pure questo mi ricordo molto bene: lei avvolta nella bandiera a stelle e a strisce, prigioniera dei suoi tifosi che le facevano festa al traguardo di Rumerlo, e l’altra, la furiosa slovena, che non ne voleva sapere di tornare a valle sullo stesso pulmino degli organizzatori per la conferenza-stampa del podio. Liti e capricci di belle donne. Poco più di due settimane dopo, il 5 di febbraio, nel primo giorno dei Mondiali di Schladming, in un superG che non si sarebbe neanche dovuto fare, tra nebbia e rinvii, nervi scoperti ed estenuanti attese, Lindsey Caroline Kildow Vonn scese che era quasi buio e a metà della pista su un salto volò in aria e poi direttamente sul’’elicottero, appesa nell’imbragatura, che l’avrebbe trasportata all’ospedale con il ginocchio spappolato, il crociato rotto e il piatto tibiale fratturato. Mondiali appena cominciati e già drammaticamente finiti. E addio anche alle Olimpiadi dell’anno dopo, a Sochi. Perché, affrettando il rientro, la sfortunata americana si sarebbe di nuovo spezzata in due il ginocchio destro. Stavolta sulla Oreiller-Killy di Val d’Isere. Con Tiger Woods, il signore del golf, unico e impareggiabile, che l’aspettava al traguardo e l’ha vista sul megavideo rifiutare il salto e fermarsi a bordo pista. Urlando spaventata di dolore e mortificata. Un’altra Via Crucis lunga più di dieci mesi. Poi l’incredibile ritorno al successo nelle ultime due discese di questa Coppa del Mondo, quelle di Lake Louise e Val d’Isere. Sfidando i fantasmi del passato e prendendoli a calci sul sedere. Ora ha trent’anni. Cuore e coraggio, grazia e carattere a prova di bomba. Sempre più donna e sempre più innamorata di Tiger. Bella come Sharon Stone in Basic Instinct. Al punto da confonderle quando incrociano tutte e due spavalde le gambe con classe e un po’ di malizia. Sempre Tina Maze l’avversaria da battere. A Cortina ha vinto moltissimo. Non come a Lake Louise, in Canada, ma quasi. Sette vittorie in tutto: tre in discesa e quattro in superG. Una dopo l’altra dal 2010 al 2012. Due volte nel 2011. Più altri sette podi. Tanto che se con dieci successi Renate Goetschel era la regina della perla dolomitica, ora lei è l’affascinante queen delle Tofane che va a caccia del record di vittorie in Coppa del Mondo che, ancora per poco, è detenuto dalla formidabile austriaca Anne Marie Moser Proell. Che si è fermata a 62 vittorie, 36 delle quali in discesa. Lindsey, dopo il fine settimana in Val d’Isere, è volata negli States per il Natale che ha trascorso nella sua casa di Vail con Tiger e i suoi figli. Rientrerà in Europa per la Befana, visto che per ora ha rinunciato al gigante e soprattutto allo speciale. Non è escluso che faccia un salto anche sul ghiacciaio di Soelden, che è uno dei suoi sponsor, prima di raggiungere Bad Kleinkirchheim, in Carinzia, dove si correranno una discesa e un superG, il 10 e l’11 di gennaio, e dove potrebbe eguagliare o addirittura spodestare il mito Moser Proell. Ad essere sincero mi piacerebbe che solo un mattoncino aggiungesse agli altri 61 e che la freccia del sorpasso mettesse a Cortina d’Ampezzo, il 17 e 18 dello stesso mese. Prima dei Mondiali di Vail ai quali ovviamente tiene moltissimo. Le faremo una grande festa: promesso. E la porterò sulle mie spalle in trionfo. Tanto Tiger Woods non sarà presente sul traguardo di Rumerlo: vuole tornare anche lui ad essere un numero uno dopo averne passate di tutti i colori ed essere scivolato al trentaduesimo posto del ranking mondiale. Che non è da lui. Nel deserto dell’Arizona, a Phoenix, lo aspettano infatti i fairway e i green del Waste Management. In bocca al lupo. Ad entrambi. Rory McIlroy e Tina Maze permettendo.