Libri e film intelligenti anche per un ignorante come me

perfetti

Mi è piaciuto perché è un film intelligente. Che fa lievemente pensare senza far venire un cerchio alla testa. Del resto Perfetti sconosciuti è al secondo posto nella top ten dell’anno, dopo Quo vado? di Checco Zalone: ha già incassato venti milioni nelle sale e anche in questa quinta settimana ha tenuto testa a Zootropolis, il carton noir di Disney nella città degli animali. Ai quali Diego Abatantuono (Finnick) e Leo Gullotta (Mr. Big) hanno prestato la voce. Persino l’odiosa critica, quella che non è soddisfatta se la trama non è almeno più pesante di una indigeribile pizza ai quattro formaggi con salsiccia, cipolle e due uova al tegamino con pancetta rovesciate sopra, ha speso qualche buona parola per questa innocente pellicola di Paolo Genovese. Che non si chiamerà neanche più pellicola, ma chi se ne frega? L’importante è che ci siamo capiti. Detesto infatti le ripetizioni e la parola film l’avevo già usata alla prima riga. Il regista anche di Immaturi e di Tutta colpa di Freud ha confessato d’aver cambiato il finale della commedia che nelle sue intenzioni avrebbe dovuto essere spietato. E invece, tutto sommato, è un epilogo a tarallucci e vino. Dove ognuno dei sette personaggi della storia torna in possesso di quell’arma a doppio taglio che è il loro (ma anche il nostro) cellulare. Tutti in fondo abbiamo dei segreti da nascondere e guai se così non fosse. E chi non lo ammette è un bel ipocrita. E comunque l’unica cosa del film che non mi è piaciuta è stato proprio il finale. Paolo Genovese, 50 anni, romano, 39° di costante temperatura corporea, ragazzo di sinistra, ora non più, si è anche molto meravigliato che nessuno prima di lui avesse ancora pensato ad una storia del genere che lui definisce tragica, ma è invece per me assolutamente normale. E questa è la forza del film che penso avrà successo anche all’estero. Del resto li vedi quelli che hanno un amante: improvvisamente sono diversi e diventano strani, sono sempre attaccati al telefonino silenzioso dal quale non si staccano mai. Né se lo dimenticano in giro. Si chiudono in bagno, parlano sottovoce, sono spesso nervosi. Ma Perfetti sconosciuti è anche altro: è soprattutto un bel siluro all’amicizia di sette amici che pensavano di conoscersi molto bene e invece scoprono per gioco che nessuno sa nulla dell’altro. E per questo l’amicizia tra di loro scricchiola, ma alla fine non crolla. Come è giusto. Perché ognuno deve sempre tenere dentro di sé qualcosa d’intimo. Anche solo un sentimento. E non dividerlo con nessuno. Nemmeno con il suo miglior amico. Prima o poi andrò a vedere anche Forever Young che è quinto (come l’Inter) nella classifica dell’ultima settimana e ha una storia che pure un po’ m’intriga. Amara e attuale. Sperando che non sia un mattone come la recensione di Silvia Bennici che ha definito brutto il film di Paolo Veronese e invece imprevedibilmente formidabile questo di Fausto Brizzi. Notte prima degli esami, Ex o Maschi contro femmine noiosi non lo sono in effetti stati e quindi spero bene. Nel frattempo ho provveduto di nuovo a mandare a quel paese i critici troppo complicati per i miei gusti ignoranti e di Fausto Brizzi ho comprato il libro di poche pagine Ho sposato una vegana che m’incuriosiva anche per via del sottotitolo: una storia vera, purtroppo. Che è quella sua, di entusiasta onnivoro che andava in delirio per l’amatriciana e la carne alla brace, e di sua moglie, Claudia Zanella, finalista a Miss Mondo, attrice non protagonista anche in Forever Young e “terrorista vegana in attesa della loro prima figlia”. Non so come definire un libro di 130 pagine, indice compreso, che si legge in poche ore: un libretto? Mi parrebbe offensivo per l’autore. Un libricino? Troppo riduttivo, anche se non è per carità un tomo. Un libercolo? Mi sa tanto di presa per il sedere. Chiamatelo allora come volete. E comunque ve lo consiglio. E’ simpatico e divertente. Soprattutto leggero e intelligente. Da assaggiare a piccole dosi: un paio di capitoli dopo cena. Come mi piacerebbe che leggeste anche questo mio blog senza pretese che non raccoglie solo banali storie di sport.