L’ennesimo show di Napoleone non si poteva perdere

brugni

Peccato non mi piaccia la ricotta. Come del resto tutti i formaggi. A parte la mozzarella sulla pizza. Ma quei cannoli al gusto di nocciola e pistacchio che E.T. Fanelli ha gentilmente portato dalla Sicilia, dove aveva passato l’ultimo dell’anno con moglie (catanese) e figli, devono essere stati davvero uno spettacolo. Bastava guardare le facce soddisfatte degli amici a tavola che hanno spazzolato il vassoio di dolci in un lampo. In più non posso perder d’occhio la glicemia che, appena sgarro, salta oltre la soglia di guardia e mi presenta un conto molto salato. E neanche voglio tornare ad essere una palla: altrimenti rotolo sul parquet come il mio sindaco dopo il contestatissimo ed esclusivo (200 invitati) cenone di San Silvestro alla Misericordia. Dove illo tempore giocò la mitica Reyer di Tonino Zorzi. Anche Napoleone Brugnaro (in tuta mimetica e fascia tricolore, vedi foto) ieri ha dato spettacolo. Tanto che Valerio Bianchini ha spedito al volo un post: “Al Taliercio si proietta l’Anonimo veneziano”. E Andrea Barocci ne ha subito approfittato per sottolineare l’ennesimo show del primo cittadino di Venezia: “Strano che la Reyer abbia perso con tutte le indicazioni tecniche che Brugnaro ha dato al suo allenatore”. Chi fosse l’anonimo veneziano, il grande Vate di Torre Pallavicina non l’ha spiegato. Del resto, se è anonimo, mica ha un nome. Come il mio Innominato del Circeo. In verità contro il Banco di Sardara molti attori colorati d’oro-granata non hanno brillato in personalità e, anzi, l’hanno fatta proprio da comparse. Di modo che adesso è difficile stabilire chi sia stato peggio tra McGee e Viggiano o eccezionalmente tra Peric e Bramos. Forse il moretto: 5 punti e 4 perse in 29 minuti di cattiva pallacanestro. O il croato di Ragusa che, quando non entra nel primo quintetto, s’adombra e sarei tentato di rispedirlo al suo paese assieme a Gelsomino Repesa. Invece non sono d’accordo con il divertito collega romano del Corriere dello sport: anche se Ray-Ban De Raffaele, caro il mio Barocci, avesse dato retta a Brugnaro, che di basket ne capisce più di me e te messi insieme, la Reyer sarebbe stata battezzata lo stesso dalla Dinamo Sassari. E mo’ te spiego la ragione: Napoleone stavolta non si è sporto dalla prima fila del parterre fucsia per dare consigli tecnici al suo allenatore, ma gli ha semplicemente urlato alla fine del terzo periodo (50-65) di far giocare il bocia. “Tanto ’a partia xe persa, casso”. E non aveva proprio tutti i torti. Intimandogli altresì: “Mettilo in campo adesso e non dopo: capito? Cazzo”. Il bocia penso fosse Riccardo Visconti, promettente guardia del ’98 cresciuta nel settore giovanile della Reyer. Se non addirittura Michele Antelli, diciottenne playmaker in prestito a San Vendemiano in serie B. Che poi De Raffaele abbia disubbidito al suo paron facendo orecchie da mercante e non buttando sul parquet uno dei due ragazzi neanche per un nanosecondo, come ho imparato a dire da Hugo Sconochini quando scimmiotta Paola Ellisse, con due elle e due esse, questo è tutto un altro discorso che riguarda (o riguarderà) solamente il mio povero Ray-Ban. Perché il sindaco di Venezia di solito non suggerisce mai di fare una cosa: democraticamente piuttosto la impone. Anche a costo di far la figura del ridicolo in tutta Italia. Scherzi a parte, l’Umana è caduta dopo sette vittorie di fila in campionato per altri svariati motivi. 1. I vincitori hanno giocato molto meglio dei vinti e questo va chiarito subito, altrimenti non ci capiamo e perdiamo tempo. 2. Federico Pasquini, vi piaccia o non vi piaccia, ha dimostrato di sapersela cavare anche come allenatore dopo essere stato un ottimo general manager quando si è inventato il Banco dello storico scudetto del 2015. 3. Non è un giocatore che fa una squadra, ma l’assenza di un Filloy in gran spolvero è pesata come un macigno sul fragile meccanismo delle rotazioni dei piccoli e anonimi veneziani mezzi rotti e contati. 4. E’ da un pezzo che andavo dicendo che Stefano Tonut andava operato e difatti il 13 di questo mese subirà l’intervento alla schiena perché quella puntina d’ernia non sarà neanche nulla di grave, ma da almeno un paio di mesi gli aveva tolto in un sol colpo autostima e sfrontatezza. Oltre che il sorriso. 5. Se invece pensavate che la Reyer avrebbe continuato a schiacciare tutto e tutti come un rullo compressore di qui sino ai playoff tricolori vi do anch’io un consiglio perentorio: correte a farvi vedere dal dottore e, meglio ancora, dallo psicologo. Venezia vale Reggio Emilia, Avellino e adesso Sassari. Con le quali si giocherà il secondo o il terzo o il quarto posto. Ma quando è a pieno organico. Altrimenti può perdere anche con Trento in casa e a Pesaro. Come è già successo. E non soltanto a lei in questo campionato. Che l’Innominato ha ridotto ad uno straccio, ma che mi può anche andar bene ugualmente. Difatti qui vi pianto in asso e scappo a vedere in tivù la penultima d’andata. Con le solite immancabili sorprese dietro l’angolo. A presto.