L’EA7 decida in fretta cosa vuole mai fare da grande

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Qui c’è il rischio di non capirci più niente e d’andare fuori di zucca. Io ci sono già e quindi non ho problemi. Tuoni e fulmini. Uno dei quali ha centrato in pieno la mia parabola. Capita. Però mi sono perso domenica le penose interviste di Dembinsky, o come cavolo si scrive, da bordo parquet di Reggio Emilia e così mi ero preoccupato per niente. Al punto che avevo telefonato alla redazione di Chi l’ha visto? Stasera si torna in pista, il temporale è finito in mare. O almeno lo spero perché, dovesse tornare indietro, mi dispiacerebbe di non vedere nemmeno la seconda finale dei playoff scudetto. Che spesso è quella decisiva e stavolta lo è (forse) ancora di più. Ritorna, scontata la squalifica, Olaseni Abdul Lawal e allora può cambiare tutto. Però prima lasciatemi dire che se il nigeriano, come pare, è finito al Barcellona, non dovete prendervela con il Banco di Sardara che non è riuscito a trattenerlo in Italia, ma con l’EA7 che non potete adesso venirmi a raccontare che non avesse un milione di dollari a stagione da spendere per tirarsi in casa Lawal. Soprattutto tenendo conto di quanti soldi ha nell’ultimo lustro buttato dalla finestra Giorgio Armani per vincere, in fin dei conti, un solo scudetto e pure quasi per sbaglio. D’accordo, non occorre essere geni per capire che di Milano c’è poco da salvare, però non mi sembra neanche giusto che a pagare sia solo Luca Banchi. Che, oltre tutto, ha un altro anno di contratto e pure il più alto della serie A: 350 mila euro. Poi, parlando sempre di guadagni, vengono MaraMeo Sacchetti, Pierino Bucchi e Paolo il caldo Moretti. E allora non vi sembra strano, ed è per questo che rischiamo tutti d’andare fuori di testa, che non solamente Moretti ha chiuso con Pistoia rinunciando a più di diecimila euro al mese, che specie di questi tempi non sono pasta e ceci, ma che anche Sacchetti voglia lasciare la Sardegna quando ha un contratto di oltre mezzo milioni d’euro per i prossimi tre anni? Robe da matti. Per l’appunto. Provo così a dire la mia e poi ditemi se sbaglio. Tutto il mondo della nostra pallacanestro gira intorno a Milano. Piaccia e non piaccia. E difatti tutti aspettano che Giorgio Armani prenda una decisione sul futuro societario delle sue scarpette rosse. Rivuole che Livio Proli torni al vertice della piramide EA7? Gli basterebbe una telefonata. Così intanto l’ex presidente, figliol prodigo, non si farebbe scappar via anche Samardo Samuels, non perderebbe tempo dietro a Cervi a primavera o a Hrvoje Peric, che si possono comunque sempre ingaggiare pure tra qualche settimana (o qualche mese) e soprattutto potrebbe decidere in quattro e quattr’otto quale allenatore potrebbe subito tornargli a fagiolo. Escludendo Banchi, col quale non va più d’accordo da un pezzo, per il resto ha solo l’imbarazzo della scelta. Simone Pianigiani in testa. Così vinco pure una cena di pesce. Anche se a Proli non piace il suo agente che è l’avvocato Florenzo Storelli. Mentre sono fantasie della Confraternita dell’Osiris i vari Gas Gas Trinchieri, Sacripantibus, Djordjevic e con lui Coldebella. Semmai proprio Marameo Sacchetti che molti spingono a vanvera verso Varese che è diventata la comica delle comiche da quando si è messa esclusivamente in mano a Due di Coppa (con briscola danari). Altri dicono lo stesso Moretti, ma mi sembra in tutta franchezza un jolly che magari io anche potrei pescare dal mazzo, ma che Milano non può francamente rischiare di prendere. Però è anche vero che Paolo il Caldo non può restare a spasso e potrebbe quindi aver già firmato o essersi promesso da qualche parte. A Venezia? Non credo, perché Re Carlo è stato molto chiaro con il nuovo sindaco col quale andrà a cena domani assieme a tutto il resto della squadra: o dai la Reyer al mio vice Walter De Raffaele come se lo merita o da qui non mi muovo. Anche se Giovanna ha già chiuso casa a Marcon e vorrebbe averlo tutto per sé a Cantù con figlie e nipoti. O a Varese? Volete o no capirla che costa troppo? O ad Avellino, ma con chi parla se il patron De Cesare è desaparecido e solo la Prealpina di Due di Coppa poteva inventarsi d’averlo visto incontrarsi con Cecco Vescovi? Dio mio, che gran casino. Per fortuna tra poco più d’un’ora si gioca al Bigi e magari con Lawal sarà tutta un’altra musica come tutti pensano, ma non lo dicono perché sono dei gran conigli. E comunque non chiedetelo a me come andrà a finire, ma alla Gazzetta che ormai scrive gli articoli sempre in coppia. Come i carabinieri. Ho sbagliato tutti gli ultimi pronostici e quindi ora mi mordo la lingua. Però ugualmente mi sbilancio dicendo che non mi meraviglierei, andando contro corrente, se la Grissin Bon della mia ultima fiamma Max Chef Menetti vincesse lo scudetto per 4-3. A domani. Che ho proprio una bella barzelletta da raccontarvi sui caramba.