Così come (mi) viene. Saltando di liana in liana. Più cercopiteco che Tarzan. Nella giungla e nel caos. Goffo ma non ancora impedito. Di corsa e di fretta prima che mi perda di nuovo. Tra pile di vecchi giornali che rischiano di franarmi addosso. Mandando in mona la sciatica che non mi lascia in pace. Dalla Repubblica del primo ottobre (San Remigio): “La sinistra è tornata in piazza”. Se ne è forse accorto qualcuno o sono io che chissà dove vivo? Si chiama Tria ed è il vostro ministro dell’economia: mi sbaglierò anche, però non me lo vedo a dama. Cantava Lucio Dalla nell’Anno che verrà: “Anche i preti potranno sposarsi, ma soltanto ad una certa età”. Aldo e non Gigi Marzullo (Corriere) martedì lo ha deluso: “Solo gli sposati potranno presto fare i preti”. Non perdo nemmeno un secondo a pensarci sopra e piuttosto mi tengo stretti la Tigre e Papa Francesco, l’ultimo comunista della Terra. Da uno spunto di Paolo De Stefano sulla stessa pagina: bisognerebbe rileggere il Gattopardo per capire come va l’Italia e una frase di Tancredi, nipote del principe di Salina: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”. Come promisero Craxi e Berlusconi, ma pure Matteo Renzi e la sua rottamazione. E ora Salvini e quell’altro vice primo ministro che mi fanno quasi più paura di Benito Mussolini. Che il 28 settembre del 1938 a Trieste annunciò le leggi razziali contro gli ebrei e tutta Piazza Unità d’Italia l’applaudì fragorosamente assieme al resto dell’Impero e a Indro Montanelli, volontario in Abissinia. Però questo non si può ricordare. Vero Marco Travaglio? Agli ebrei proibirono persino d’allevare piccioni viaggiatori e capirne la ragione mi è addirittura più arduo. Al circo Beppe Grillo ci sta benissimo, soprattutto al Massimo. Ma non è che Beppe Severgnini con quella ridicola frangia se la tiri troppo? Silvio Berlusconi ha comprato il Monza per tre milioni di euro da Nicola Colombo, figlio di Felice, già presidente rossonero sino alla primavera dell’80 quando fu coinvolto nel primo calcio-scommesse e finì a Regina Coeli, ma questo Gianni Mura il 30 settembre se l’è dimenticato di scrivere. Succede. Invecchiando la memoria diventa sempre più corta, ma che nel dopo guerra quasi tutti i padroni del Milan abbiano conosciuto le patrie galere o le abbiamo meritate come Fabrizio Corona o le abbiano scapolate come il Pregiudicato d’Arcore, mi sembrava e mi sembra una notizia ad hoc per i suoi settimanali Cattivi pensieri. Altrimenti chiamiamoli buoni e mettiamoci una definitiva pietra (miliare) sopra. Oggi è il primo giorno della nuova e forse ultima ora solare. Era ora. E piove a singhiozzi. Governo ladro. Ma pioverà anche di brutto. Governo quindi più mariolo ancora. Bisognerebbe qualche volta pure rammentarsi come Elisabetta Gregoraci, l’ex donna di Flavio Briatore, è diventata una showgirl di successo o per caso è rotolata nell’oblio anche l’inchiesta su Vallettopoli 2006 condotta dal noto piemme Henry John Woodcock nonché fidanzato di Federica Sciarelli? E’ assai probabile. Dal momento che la stessa Gregoraci all’epoca prima ammise e poi ritrattò d’aver avuto rapporti sessuali alla Farnesina con il portavoce di Gianfranco Fini, ministro degli esteri, e un vice direttore (risorse umane) della Rai in cambio di favori televisivi. Domenica mi arriva a casa anche L’Espresso con la vignetta di Altan e un uomo in ginocchio che si confessa. “Ho peccato, padre”. “Dio condona, figliolo”. Non male, ma il resto è noia. Come Diletta Leotta. Che dovrebbe stare muta tanto è tanta e invece nelle interviste del dopo Toro-Fiorentina su Dazn, la tivù che si vede e non si vede, frena Walter Ego Mazzarri, che è un fiume in piena, e cerca invano d’incanalarlo su acque molto meno agitate. “Mi girano”. E non parla d’eliche. “Sono stanco di questa arroganza del potere”. E non penso ce l’avesse con Urbano Cairo che nel suo piccolo è il padrone del Corriere e della Gazzetta. “A me mi (sic, ndr) buttano fuori subito, mentre Pioli faceva e diceva quello che voleva”. Povera creatura: magari non se ne accorge, però è straevidente che risultata ormai antipatico non solo a me, ma soprattutto agli arbitri. Che non gli fischiano un rigore a favore nemmeno se li ammazzai e utilizzano sistematicamente il Var contro di lui. Nel frattempo non s’accorge d’avere già la metà dei punti della Juve (28-14) e sbaglia a non temere che per questo il marito di Mamma Rosa possa presto anche dargli un bel calcio sul sedere.